DINOSAURI E SANCULOTTI

Abitando in un Paese democratico come l’Italia, ognuno ogni tanto deve ricordare a sé stesso di “non essere nessuno”. O soltanto, per la verità, un piccolo “uno” al numeratore, con un immenso “sessanta milioni” al denominatore. E tuttavia, se come peso decisionale uno è quasi zero, come periscopio può essere parecchio.
Un episodio lontano nel tempo. Il fascismo non si affermò contro un Paese distratto, ma contro un Paese pronto a venire alle mani. E infatti gli anni precedenti il 1922 furono anni di violenze di piazza. Il fascismo poi rimase più che antipatico a molti, per parecchio tempo. Ma nel frattempo, un po’ perché la libera stampa era imbavagliata, un po’ perché Mussolini non governava poi così male – siamo a metà degli Anni Trenta – molti nel loro intimo cominciarono a dirsi, magari pensando di costituire un’eccezione: “Però, però…” In realtà i soddisfatti del regime erano più numerosi di quanto essi stessi pensassero e per questo un grande storico come De Felice ha potuto parlare degli “Anni del consenso”. Il sentimento del singolo era il sintomo del sentimento di molti.
Un episodio più recente. Quando nel 2016 ero arcistufo di vedere Renzi che ci imponeva di votare “sì“ per il referendum (“Altrimenti…!”), ho pensato che avrei votato “no”. Razionalmente per la sostanza delle modifiche costituzionali, emotivamente per la piccola speranza di mandare a casa l’importuno. Era una speranza piuttosto piccola. Invece il risultato della consultazione rivelò che dal petulante Matteo non era stato infastidito soltanto l’insignificante sottoscritto, ma gran parte della nazione. Se per professione o per vocazione si tiene il polso del Paese, è il caso di guardare con rispetto alle proprie impressioni.
Io sono stufo e arcistufo di sentir parlare di vaccini e pandemia. Salto a piè pari gli articoli (e quanti sono!) che se ne occupano, come evito la maggior parte dei programmi che ne parlano in televisione (e quanti sono!). Perfino ascoltando i telegiornali scanso l’argomento, magari togliendo l’audio. Oppure lo fanno le mie orecchie automaticamente: me ne accorgo, dopo, dal fatto di non avere capito niente. Sono un incosciente? Nient’affatto.
Non appena è stato possibile, mi sono fatto iniettare la prima dose di Pfizer; e poi la seconda; e, appena è stata l’ora, anche la terza. Punto. Personalmente sono sistemato. Per il resto, neppure i partiti e i parlamentari possono seriamente influire sulle decisioni del governo. Dunque a che scopo parlarne? Rimane soltanto da incrociare le dita, sperando che i governanti non combinino disastri.
Né diversamente va per la politica. Un po’ perché le follie italiane in materia di politica hanno toccato un acme (basti pensare al risultato delle elezioni del 2018); un po’ perché l’Europa, per concederci un prestito mostruoso, ci ha di fatto commissariati mettendoci nelle mani di Mario Draghi, per questa parte c’è ben poco da sapere. Senza nessuna simpatia personale per Draghi, un keynesiano doc, nel mio cuore lo sostengo perché mi sembra sano di mente in un mondo di pazzi. Ma non saprei dire se prevarrà lui o la follia. Certo, gli italiani ragionevoli sono ininfluenti. O il governo, spinto dalla necessità, riuscirà a prevalere, o l’istinto di autodistruzione degli italiani prevarrà. E allora non ci sarà né Draghi né Europa che tengano. Ed anche così, a che scopo parlarne?
E tuttavia i giornali di qualcosa devono occuparsi. Dunque pestano nel mortaio l’eterna acqua della pandemia e della politica. E questo spiega perché rischiano di scomparire. O, almeno, di perdere audience. Per giunta, quando occasionalmente lasciano quei due argomenti usurati, dicono sciocchezze. Leggiamo che seriamente alcuni vorrebbero “ridurre a zero” gli incidenti sul lavoro, gli incidenti stradali o i “femminicidi” (che parola e che fatto orribili!), come se si potessero ridurre a zero le martellate che una volta o l’altra chiunque maneggia un martello si dà su un dito, le scosse elettriche quando uno si occupa di corrente elettrica, le cadute scivolando sul ghiaccio, le scottature con l’acqua bollente, le mille sciocchezze che una volta o l’altra tutti abbiamo commesso nella vita. È vero, le persone perbene al massimo hanno incidenti, mentre i pazzi, e soprattutto i pazzi criminali, magari uccidono. E le donne sono più facilmente vittime degli uomini perché gli uomini (pazzi o semi-selvaggi) sono più stupidamente aggressivi e più fisicamente forti. Ma tutti questi sono fatti individuali contro i quali non c’è rimedio.
Anche per quanto riguarda gli incidenti sul lavoro, si può fare il possibile ma non l’impossibile. Ogni tanto qualcuno muore scivolando da un tetto ma andate a convincere tutti gli operai che è bene si assicurino con una corda. La prevenzione degli infortuni è un sacrosanto dovere, ma questo dovere dovrebbero sentirlo in primo luogo gli interessati. E invece rispondono: “Io, cadere? non si preoccupi. È una vita che faccio questo lavoro”. E poi gli incidenti succedono.
Tolta la pandemia, tolta la politica, tolti gli incidenti e i delitti, di che andiamo a parlare? Né la gente andrebbe a leggere avidamente un articolo sulle ragioni che potevano rendere plausibile l’assassinio di Giulio Cesare. Per gli italiani il mondo ha cominciato ad esistere nel 1915. E infatti tutti i programmi televisivi di storia, salvo rare eccezioni, riguardano questo secolo. Anzi – dal momento che dal 1945 è avvenuto ben poco – il tempo che va dal 1915 al 1945. Un trentennio che non smettiamo di ruminare e questo spiega perché si parli fino al ridicolo di fascismo e antifascismo, che per me è come discutere dell’eresia monofisita. Tutto ciò che precede è preistoria. Un argomento che riguarda i parrucconi attardati, gente capace di rispondere senza esitare al quiz: sono venuti prima i dinosauri o i sanculotti?
Dunque, prima di occuparci di quello che avviene in Italia, aspettiamo che avvenga. Magari con l’elezione del Presidente della Repubblica. Per il momento le persone normali vadano a risolvere il dubbio riguardante i dinosauri e i sanculotti.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
23 novembre 2021

DINOSAURI E SANCULOTTIultima modifica: 2021-11-24T09:41:43+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “DINOSAURI E SANCULOTTI

  1. Ovazione e ola.
    Timidamente si affaccia ora la richiesta di fare “educazione finanziaria” agli italiani, fatta da “indipendenti da banche e finanziarie”. Ottima cosa, visto che sulla materia siamo babbei e ci facciamo abbindolare dalle banche, da promotori finanziari interessati (anche al trasferimento da un “fondo” ad un altro della stessa società: si paga anche per lo switching!) o perfino da società “in rete” o telefoniche.
    Fatte da chi e dove?
    Ma a scuola, naturalmente! Da “docenti” appositamente assunti, magari per concorso, o forse meglio indicati da “associazioni. A scuola, dove già si chiede di fare una decina di altre “educazioni”, compresa recentementemente quella sulla “identità di genere” con tanto di giornata celebrativa nazionale. Le materie di base, curriculari, possono attendere; al più si studieranno sui blog. Ecco, la televisione – in particolare la RAI: ci prende un canone come servizio pubblico! – invece no, non è prevista; molto più semplice continuare con gli argomenti da Lei toccati, soprattutto se con la partecipazione di litiganti esperti.
    Evviva! Anche l’Italia, come il resto del mondo “civilizzato”, sta felicemente naufragando.

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