IL COSTO DELL’ECOLOGIA

C’è da rimanere sbalorditi vedendo con quanta sicumera tutti parlino di riscaldamento globale, cambiamento climatico, economia verde, decarbonizzazione, emissioni zero, ed uso esclusivo di energie rinnovabili. Attenzione: il semplice fatto che tutti ne parlino quotidianamente come di un’evidenza non prova niente. Ancora nel Settecento non era necessario provare i poteri occulti e malefici delle streghe; li conoscevano tutti e ci credevano tutti. Con un solo piccolo inconveniente: non era vero niente.
Per il riscaldamento globale e simili, come al solito, basta rispondere che cambiamenti maggiori si sono avuti in passato, e non per influenza dell’uomo. Né è detto che, se ci fossero attualmente, l’uomo potrebbe metterci rimedio. Ci diamo molte arie, ma in confronto al pianeta Terra siamo ancora delle pulci. Questo renderci responsabili del cambiamento climatico mi sembra l’atteggiamento della solita mosca cocchiera. E noi europei siamo delle mosche cocchiere al quadrato, perché non ci basta crederci responsabili del clima, ma addirittura pensiamo di poter salvare il pianeta penalizzandoci noi soltanto. Basta che noi ci castriamo e nessuno più farà l’amore.
Le energie rinnovabili sono una cosa bellissima, seconda soltanto alla fusione nucleare. Ma la fusione nucleare è un sogno da troppo tempo per essere sicuri che un giorno diverrà realtà. Dunque parliamo delle energie rinnovabili, dal momento che queste, al contrario della fusione nucleare, esistono e, come detto, sono bellissime. La gente odia le pale eoliche, a me sembrano utili e maestose. E quando vedo pannelli solari che offrono acqua calda o elettricità, mi levo il cappello dinanzi al buon senso di chi li adotta. Viva le energie rinnovabili.
E come mai non trionfano su tutta la linea? Come mai non installiamo una tale quantità di pannelli fotovoltaici non soltanto da fornire energia a tutti (automobili elettriche incluse) ma addirittura da creare riserve di energia pompando acqua nei laghi al di sopra delle centrali idroelettriche? In questo modo avremmo energia da fonti rinnovabili anche di notte, dal momento che poi il sole si presenterà all’appuntamento la mattina dopo. Come si vede, conosco la soluzione e per giunta l’apprezzo. Perché non l’adottiamo?
La risposta è semplice. Immaginate che qualcuno chieda: “Mi dicono che gli alchimisti volessero creare l’oro in laboratorio. Poi ci sono riusciti?” So che la maggior parte delle persone risponderebbe “No”, ma si sbaglia. Gli alchimisti, cercando l’oro, hanno creato la chimica e, dice la scienza moderna, con la chimica e la fisica l’oro si può sintetizzare. Solo che verrebbe a costare molto di più di quello che estraiamo dalle miniere. La risposta dunque diviene: “Sì scientificamente, no economicamente”. Ed è lo stesso con le energie rinnovabili.
Vivo in una palazzina in cui – ne sono sicuro – nessuno soffre la fame. E quanti impianti fotovoltaici ci sono nella mia terrazza? Uno soltanto: il mio. E non perché gli altri non ci abbiano fatto un pensierino. Il fatto è che la bolletta dell’elettricità, pur essendo pesante, rimane al massimo di cento o duecento euro, mentre per i pannelli fotovoltaici (anche se lo Stato promette di pagare la metà nei dieci anni seguenti) bisogna mettere sul tavolo da dieci a ventimila euro. E la gente non li ha. Neanche nel mio quartiere. Con Google Earth ho guardato dall’alto le palazzine della nostra strada privata, che sono dodici o tredici, e sapete quante installazioni fotovoltaiche ci sono? Due. Due soltanto. E nella strada vivono oltre centocinquanta famiglie.
Ecco il punto: le energie rinnovabili sono una cosa bellissima ma gli impianti che le producono costano talmente che, nel medio termine, moltiplicarle è economicamente impossibile. Il kwh che può darci il carbone costa una frazione di ciò che ci costerebbe lo stesso kwh ottenuto con i pannelli fotovoltaici. I pannelli convengono al singolo che se li può permettere perché lo Stato (se pure lentamente) poi ne paga la metà. Ma senza questo enorme sconto, quanta gente li avrebbe installati? Io certo no.
In queste condizioni, con quale coraggio si osa parlare di passaggio all’economia verde ed altre baggianate del genere? Se le energie rinnovabili fossero economicamente concorrenziali, saremmo dementi, a non cambiare. Ma se sono troppo costose per sostituire le energie fossili, di che stiamo parlando? Sarebbe come il programma industriale di arricchirci tutti con chili d’oro prodotto in laboratorio.
Qualunque cosa intendiamo fare oggi, dobbiamo farla sulla base dell’economia attuale. È possibile che, se avessimo già oggi tutte le installazioni necessarie per disporre a sufficienza di energie rinnovabili, risparmieremmo. Ma non le abbiamo e dovremmo produrle partendo dalla situazione attuale. E oggi come oggi non ce le possiamo permettere. Infatti il contributo delle rinnovabili viaggia oggi intorno al 3%, se non sbaglio. E il rimanente 97%?
Tutto il discorso che si fa sull’ecologia – e che fa anche Mario Draghi, che pure io stesso ho ripetutamente definito una persona intelligente – è economicamente assurdo. Bisogna prima – e ne siamo lontanissimi – rendere questo programma economicamente conveniente. O almeno a somma zero, rispetto alle energie non rinnovabili. E poi ne parleremo. Ma finché si dovrà continuare, come si fa oggi, a caricare nella bolletta elettrica che pagano i poveri il costo dell’incentivo per il fotovoltaico che lo Stato paga ai ricchi, non ci saremo. Per le manie dei benestanti si depredano quelli che benestanti non sono. Se i comunisti e tutti quelli che sono di sinistra trovano questo accettabile, io, che sono liberale, non lo trovo accettabile.
Che diamine ho detto? Ma quelli di sinistra non erano quelli che si proclamavano a favore del popolo e una volta, addirittura, dei proletari?
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
21 settembre 2021

IL COSTO DELL’ECOLOGIAultima modifica: 2021-09-22T15:46:25+02:00da gianni.pardo
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13 pensieri su “IL COSTO DELL’ECOLOGIA

  1. Una osservazione che mi pare interessante: spulciando i dati dal documento ufficiale GSE citato sopra, secondo il quale nel 2020 la somma della produzione elettrica da rinnovabili (FER) era di 116 TWh su un consumo totale di 316 TWh (terawattora), e incrociandoli con la “Produzione e richiesta di energia elettrica in Italia dal 1883 al 2015”, pdf che contiene l’elenco dei precisi dati storici ufficiali di Enel-Terna, si vede che il totale della produzione elettrica rinnovabile del 2020 avrebbe coperto l’intero consumo elettrico dell’anno 1970.

    Il 1970 tutto sommato era un anno in cui le cose in italia economicamente andavano gia’ alla grande, tutti o quasi ormai avevano l’energia elettrica la radio la televisione il frigorifero e persino la lavatrice, il tenore di vita medio era paragonabile a quello di oggi e l’aspettativa per il futuro era MOLTO migliore, e’ solo col senno di poi che sappiamo essere stato l’anno in cui si concludeva il ventennio del miracolo economico e iniziava la grande stasi depressionaria e normativo-legistica che da allora accompagna e accompagnera’ tutti dalla culla alla tomba.

    I dati della produzione elettrica del 1970 erano i seguenti:
    idroelettrica 41.300
    termoelettrica 70.222
    geotermica 2.725
    nucleare 3.176
    eolica e fotovoltaica 0
    totale produzione 117.423 (GWh) – contro i 316.000 totali di oggi

    Notate che allora il rinnovabile copriva quasi esattamente la stessa percentuale di oggi, circa un terzo del totale, quasi tutto pero’ idroelettrico. Inoltre l’idroelettrico dell’epoca era quasi uguale a quello attuale in valore assoluto, 41 TWh contro 46.

    Un’altra cosa interessante dei dati storici enel-terna e’ che fino al 1960 la quasi totalita’ della produzione elettrica derivava dall’idroelettrico, l’uso dei combustibili fossili comincia a scalare verso l’alto da quel periodo. Nel 1940 su 19 TWh consumati, 18 erano idrolettrici, nel 1950 21 su 24, nel 1960 46 su 56, nel 1970 41 su 117 (non e’ un errore, in effetti l’idroelettrico raggiunge il massimo nel 1963 anno del vajont, poi cala per un bel po’ di anni prima di tornare ad una media di 45-50 circa).

    Dategli un’occhiata, e’ super interessante, sono dati precisi:
    https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/statistiche/dati-storici

  2. X Winston: Beh, gli “oneri accessori” su gas ed elettricità sono l’equivalente moderno della “tassa sul sale” o della “tassa sul macinato” : non vi si sfugge, rendono bene e, in questo caso, hanno pure un “fine etico”. Sulle burocrazie professionali siamo specialisti: ristrutturazioni/cappotti termici e finestre, efficienza energetica, 740, innumerevoli micro e macro scadenze fiscali, robustezza strutturale edifici, certificazioni di sicurezza del lavoro e mille altre cose sono una buona (ottima) occasione di lavoro e di “circolazione del denaro”. Sarà grazie a questo che il nostro Paese è all’avanguardia nella amorevole cura per il cittadino?

  3. @gianni
    “perché lo Stato (se pure lentamente) poi ne paga la metà. Ma senza questo enorme sconto, quanta gente li avrebbe installati? Io certo no”

    Non sapremo mai quanto costerebbero gli impianti fotovoltaici sul mercato, perche’ l’incentivazione/normazione di Stato ha completamente falsato, facendoli aumentare, i prezzi, anche senza considerare l’immane burocrazia professionale che si e’ creata attorno (in italia, il paese della fuffa retorica, per somma beffa le chiamiamo “professioni liberali”…).
    Il vero scopo e’ fare PIL, far quadrare le partite doppie inventando nuovi capitoli di spesa “emersa”. La finzione dei conti economici e’ da un bel pezzo che si e’ completamente sostituita alla realta’, facciamocene una ragione, altro che sostenere che quella e’ la realta’.

  4. “continuiamo e continueremo a pagare nelle bollette elettriche in media circa 180 euro/pro capite/anno”

    Tenere ben presente che c’e’ un motivo prettamente e furbescamente politico per cui si tende a infarcire la bolletta elettrica di oneri di ogni tipo (compresa la ricca incentivazione alle rinnovabili: coi “conti energia” di Prodi si e’ assicurata per vent’anni un’incentivazione di 40 centesimi per KWh prodotto, un’enormita’!): in tal modo, essendo mascherati da “tariffa”, “onere”, quegli importi che paghiamo NON vengono conteggiati come pressione fiscale ufficiale, che cosi’ risulta essere, formalmente, del “solo” 40-45 per cento.

    Il politico di turno fa bella figura: non ha aumentato le tasse, lui.

    Ma lo stesso trucchetto viene messo in atto per il canone rai e per le tariffe municipali di ogni tipo (il prezzo dell’acqua e’ quasi tutto “oneri di depurazione”, e non avete idea di come siano stati gettati al vento molti di quei soldi in progetti costosissimi e completamente privi di senso e quasivoglia utilita’ pratica), e in generale vale per TUTTE le spese che il cittadino e’ tenuto a fare per ottemperare obblighi regolamentari di legge.

    Lo Stato non fa e non spende, per cui non tassa, ma ti obbliga a fare e spendere, il che non e’ conteggiato come tassa pur di fatto essendolo. E’ con questo trucco che dagli anni 70-80 tassazione reale complessiva e’ aumentata in modo abnorme, e chi puo’ scappa dall’italia o cerca una pensione o un impiego pubblico.

    Ricolfi a suo tempo ha fatto i conti, ha chiamato la somma delle tasse piu’ le spese obbligate per legge “intermediazione dello stato”, arrivando cosi’ a un totale altissimo che sfiora il 90 per cento del reddito.

    Un’ultima cosa che quasi nessuno sa: per legge il distributore elettrico GSE _deve_ immettere in rete PRIMA tutta l’energia rinnovabile e incentivata che viene prodotta, qualunque sia il suo costo, per cui quando splende il sole d’estate e gli impianti a suo tempo incentivati a 40 centesimi al KWh coprono una frazione considerevole del consumo elettrico**, le tariffe vanno alle stelle! Per fortuna quella incentivazione munifica e’ durata solo qualche anno, ma per contratto chi ne ha profittato alll’epoca, continuera’ a lucrare quegli incentivi per 20 anni (e ne sono gia’ passati solo 10).

    ** l’installato fotovoltaico “di picco” totale e’ di circa 20 GW, mentre il consumo di punta complessivo e’ di 50 GW: quindi ci sono dei momenti favorevoli di insolazione in cui quasi meta’ della potenza elettrica immessa in rete e’ prodotta col fotovoltaico. Naturalmente devono esserci pronte ad entrare in funzione le centrali tradizionali per quando il sole cala, le quali comunque devono poter fornire tutta la potenza di picco necessaria.
    Le centrali a carbone e petrolio sono state quasi completamente eliminate e sono state convertite a turbogas (da cui l’attuale problema di approvvigionamento del costoso gas) perche’ le centrali elettriche turbogas sono le uniche a carburante fossile che possono essere accese e spente in poco tempo, le altre richiederebbero giorni o settimane di preriscaldamento/raffreddamento.

  5. @roberto
    Certo che e’ compresa l’idroelettrica, come specificato sopra c’e’ la ripartizione a pagina 287 del rapporto, l’idroelettrico da solo fa all’incirca come fotovoltaico ed eolico sommati insieme, circa 45 TWh su 300 TWh di consumo totale (solo elettrico, che a sua volta e’ una frazione di quello energetico complessivo).
    Per quanto riguarda il 3 per cento citato dal nostro professore, e’ una storia vecchia di incentivi sciamannati, i “conti energia”, storia vecchia ma purtroppo ancora attuale dato che continuiamo e continueremo a pagare nelle bollette elettriche in media circa 180 euro/pro capite/anno per quella che fu all’epoca una precipitosa scelta ideologica dettata dall’isteria del momento. Cosa di cui nessuno sembra ricordarsi, per dimenticanza o opportunismo politico, neppure adesso che il tema bollette e’ alla cronaca.
    L’ho spiegato in un precedente commento che pero’ non e’ stato pubblicato, forse perche’ aveva troppi link con le fonti.
    A riguardo dei conti energia, basti questo intervento alla Camera degli “amici della terra”, un gruppo di ecologisti non grillini, vediamo se senza i link passa:
    “Non è vero – sostiene l’associazione – che fino ad oggi non sia stato fatto niente per la decarbonizzazione: in particolare, quello sulle rinnovabili elettriche intermittenti è stato il più grande investimento dal dopoguerra, pari a oltre 230 miliardi e superiore a quello per la Cassa del Mezzogiorno. Questo enorme sforzo però ha prodotto, nel 2019, un contributo sui consumi finali di energia di appena il 3,7 per cento (l’eolico ha contribuito per l’1,7 per cento e il FV per il 2 per cento). Cioè, così tante risorse già spese o impegnate, contribuiscono alle riduzioni di emissioni globali di gas climalteranti solo per lo 0,03 per cento.
    In relazione ai programmi annunciati dal Ministro Cingolani per il 2030, è necessario ricordare, poi, che il 70 per cento dell’energia elettrica coperta da rinnovabili (oggi stiamo al 37 per cento) corrisponde a soddisfare appena il 15 per cento dei consumi finali. L’energia elettrica, infatti, copre soltanto il 22 per cento dei consumi finali del paese e i consumi per i trasporti sono circa il 33 per cento, mentre i consumi finali di energia per usi termici sono circa il 45 per cento. A causa dell’intermittenza, gli impianti eolici e fotovoltaici non saranno di per sé sostitutivi delle fonti fossili. Centrali a gas dovranno rimanere a disposizione, pienamente funzionanti, per subentrare nell’alimentazione della rete elettrica ogni volta che le condizioni meteo lo richiederanno, con un inevitabile aggravio del costo dell’elettricità.
    Dunque, per avere solo il 15 per cento di energia decarbonizzata (ma intermittente e dunque non programmabile), si provocherà la più grande trasformazione del nostro territorio in area industriale che sia mai stata fatta, rischiando così un inasprimento dei conflitti ambientali, sociali ed economici, con esiti non prevedibili. Da ultimo, gli Amici della Terra sottolineano come l’Italia contribuisca alla riduzione delle emissioni globali per l’1 per cento: senza un comune impegno da parte dei maggiori paesi emettitori, gli sforzi per ridurre le nostre emissioni sarebbero insignificanti.”

  6. x Winston: forse perché tra le “fonti rinnovabili” si comprende anche la fonte idroelettrica? Il Rapporto non ne dà una definizione, ma a leggere i dati (sparsi qua e là nel Rapporto) sul fotovoltaico e l’eolico mi pare che siamo ben lontani da quella percentuale. Certo, se si intendono come “non gas/non oil/non carbone” allora ci siamo e rispetto ad altri Paesi facciamo una discreta figura lisciandoci il gilet.

  7. Mi risulta che ne hanno ancora bruciate, in quel secolo. Ma sono pigro. Controlla lei?
    Comunque il famoso episodio delle “Streghe di Salem”, negli (più tardi) Stati Uniti è della fine del 1600.

  8. @gianni:
    “I pannelli convengono al singolo che se li può permettere perché lo Stato (se pure lentamente) poi ne paga la metà.”

    Teniamo presente che le sovvenzioni di Stato sovvertono il mercato anche nel senso che fanno lievitare i prezzi, rendendo speculativo l’investimento. Avendo lavorato nel settore, l’ho visto succedere: al tempo dei lautissimi incentivi detti “conti energia”, quelli per i quali paghiamo da dieci anni e pagheremo per altri dieci anni 10 miliardi di euro annui di incentivi, 180 euro pro-capite/anno nelle bollette elettriche**, un’enormita’, e quelli si’ per meno del 3 per cento di produzione elettrica, i prezzi degli impianti aumentavano e diminuivano in modo non dico proporzionale all’incentivazione, ma strettamente collegato… (grazie a prodi-pecoraro scanio)

    Comunque, nell’indifferenza generale, guardate che oggi c’e’ una lista enorme di “incentivi pavloviani” sotto forma di sconto fiscale dal 50 al 110 per cento, per spingere all’acquisto e al consumo di tantissime cose, e cosi’ stimolare artificialmente l’economia, peraltro indirizzandola moralisticamente: c’e’ persino il bonus aria condizionata del 110 per cento fino a 100.000 euro di spesa!!! Cercate in rete, merita. C’e’ il bonus rubinetti, il bonus cucina, il bonus mobili, il bonus ridipintura, il bonus lavasciugatrici… Bonus dappertutto, altro che bonus automobili elettriche… Il tutto condito da una burocrazia immane, che alimenta il PIL emerso ma francamente ultra-parassitario.
    https://www.studiocataldi.it/articoli/42349-bonus-condizionatori-2021.asp

    E che dire della introduzione della “carbon tax”? Nel paese che ha da sempre le accise piu’ alte del mondo sui carburanti ma non sarebbero la stessa cosa di cio’ che descrive la parola inglese?

    Persino alcuni gruppi di ecologisti (non grillini…) ormai sostengono:
    http://www.amicidellaterra.it/index.php/studi-e-attivita/coalizionearticolo9/265-dl-semplificazioni-audizione-amici-della-terra

    “Non è vero – sostiene inoltre l’associazione – che fino ad oggi non sia stato fatto niente per la decarbonizzazione: in particolare, quello sulle rinnovabili elettriche intermittenti è stato il più grande investimento dal dopoguerra, pari a oltre 230 miliardi e superiore a quello per la Cassa del Mezzogiorno. Questo enorme sforzo però ha prodotto, nel 2019, un contributo sui consumi finali di energia di appena il 3,7 per cento (l’eolico ha contribuito per l’1,7 per cento e il FV per il 2 per cento). Cioè, così tante risorse già spese o impegnate, contribuiscono alle riduzioni di emissioni globali di gas climalteranti solo per lo 0,03 per cento.
    In relazione ai programmi annunciati dal Ministro Cingolani per il 2030, è necessario ricordare, poi, che il 70 per cento dell’energia elettrica coperta da rinnovabili (oggi stiamo al 37 per cento) corrisponde a soddisfare appena il 15 per cento dei consumi finali. L’energia elettrica, infatti, copre soltanto il 22 per cento dei consumi finali del paese e i consumi per i trasporti sono circa il 33 per cento, mentre i consumi finali di energia per usi termici sono circa il 45 per cento. A causa dell’intermittenza, gli impianti eolici e fotovoltaici non saranno di per sé sostitutivi delle fonti fossili. Centrali a gas dovranno rimanere a disposizione, pienamente funzionanti, per subentrare nell’alimentazione della rete elettrica ogni volta che le condizioni meteo lo richiederanno, con un inevitabile aggravio del costo dell’elettricità.
    Dunque, per avere solo il 15 per cento di energia decarbonizzata (ma intermittente e dunque non programmabile), si provocherà la più grande trasformazione del nostro territorio in area industriale che sia mai stata fatta, rischiando così un inasprimento dei conflitti ambientali, sociali ed economici, con esiti non prevedibili. Da ultimo, gli Amici della Terra sottolineano come l’Italia contribuisca alla riduzione delle emissioni globali per l’1 per cento: senza un comune impegno da parte dei maggiori paesi emettitori, gli sforzi per ridurre le nostre emissioni sarebbero insignificanti.”

    ** Incentivi in bolletta di cui peraltro se notate, anche oggi che l’argomento e’ di attualita’, tutti fanno finta di non sapere, di non ricordare. Eppure come cifra, da sola, e’ esorbitante, e’ quasi il triplo della vecchia ICI prima casa! Quasi mezzo euro per KWh prodotto, di solo incentivo, OLTRE al prezzo di mercato dell’energia! Per vent’anni.

    Ammontare incentivo secondo conto energia €/kWh
    https://it.wikipedia.org/wiki/Conto_energia#Il_secondo_conto_energia_(2007-2010)
    Potenza impianto Non integrato Parzialmente integrato Integrato
    1 kW < P <= 3 kW 0,40 0,44 0,49
    3 kW < P <= 20 kW 0,38 0,42 0,46
    20 kW < P 0,36 0,40 0,44

  9. Totalmente d’accordo. Per di più forse non tutti sanno che compriamo i pannelli fotovoltaici dalla Cina, dove vengono costruiti con energia prodotta con il carbone. E quando dovremo buttarli? E delle batterie per le autovetture elettriche che ne faremo? Credo che avremmo bisogno di un semplice confronto con la realtà. Ma abbiamo sempre più problemi con le quattro operazioni…

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