IL GRANDE AVVENIMENTO 1945-2020

Tutti gli europei nati nei lontani Anni Trenta hanno un imprinting indelebile: quello che dà il bisogno, il pericolo, la fame. In una parola, la guerra. Il mondo era già molto povero, negli Anni Trenta, ma la guerra trasformò quella “povertà” in un Eden perduto. Una mitica era di prosperità in cui, addirittura, non si soffriva la fame. I vecchi raccontano sempre queste cose, d’accordo. Ma che quel tempo possa influire ancora oggi, dopo settant’anni e passa di pace, è cosa che sorprende anche me.
I vecchi hanno la sensazione che i giornali, i telegiornali, i dibattiti si occupino di cose futili. O comunque tali da non meritare i grandi titoli. Così mi sono chiesto: e quali cose dovrebbero occupare la prima pagina? E poi, è vero che si parla troppo e da troppo tempo di pandemia, ma se la gente desidera questo, chi sono io per decretare che si tratta di un argomento noioso? E soprattutto: noioso rispetto a che cosa? Ed è qui che ho pensato all’imprinting della guerra.
Dopo gli anni tumultuosi durante i quali ci si chiedeva quale sarebbe stato il destino del mondo, il più grande avvenimento che si sia verificato dal 1945 al 2020 è forse il cambiamento dell’uomo. Da un lato i pochi vegliardi sopravvissuti hanno ancora l’imprinting della guerra e del bisogno, dall’altro tutti coloro che sono nati dopo il 1945 non hanno neppure l’idea di che cosa siano queste esperienze. E poiché, per la prima volta nella storia, in Europa non ci sono state guerre per 76 anni, il risultato è che l’intera umanità europea attuale ha un imprinting diverso dal precedente. Ed è questo imprinting, la novità.
Per centinaia di migliaia di anni l’umanità ha avuto il problema di non morire di fame. Ora è nata un’umanità che non soltanto non ha più questa preoccupazione, ma vive in un mondo in cui è divenuto normale avere un reddito senza esserselo procurato. Perché si è spesati di tutto dai genitori anche fino ai trent’anni e perché l’idea di reddito senza lavoro è diventata addirittura politica dello Stato: si chiama “reddito di cittadinanza”.
La conseguenza è che i giovani senza spina dorsale sono diventati non migliaia ma milioni. Sembrano dei rammolliti, ma lo sono senza colpa: perché gli è stato insegnato ad esserlo. Perché nell’esistenza non si sono mai trovati ad affrontare un serio problema. Quand’ero ragazzo io, i professori, salvo eccezioni, non avevano mai visto i genitori dei loro alunni. Oggi se i genitori non andassero mai a parlare con i docenti forse interverrebbero i Servizi Sociali. Ai miei tempi la scuola era affar mio, ora i genitori fanno i “compiti per casa” con i figli, che li ascoltano distrattamente. Perché il problema di quei compiti è un problema dei loro genitori, non loro. Del resto, sanno che saranno promossi, come sempre, anche senza far nulla. La Scuola Media inferiore offre in questo senso un servizio di condizionamento assolutamente completo.
Naturalmente, dal momento che l’uomo, come istinto e temperamento, non può essere cambiato, ci sono ancora oggi gli ambiziosi, i coraggiosi, gli avventurosi. Ma lo sono per loro scelta o natura. Mentre sono considerati normali, e guardati con umana comprensione, coloro che a ventidue, a ventitré anni, non studiano, non lavorano, non si guadagnano da vivere. Pensano a tutto i genitori, anche al denaro per la pizza con gli amici, anche alla ricarica del telefonino (regalo dei nonni), anche al pieno di benzina. Che cosa faranno, in futuro? Non si sa. Come se la caveranno, quando non avranno più i genitori? Non si sa. Ma il loro sentimento generale è: una soluzione ci sarà. Certo di fame non moriremo. Ed è per questo che non riescono a preoccuparsi.
Vista con gli occhi di Matusalemme (cioè da me) la nuova umanità è composta pressoché esclusivamente di bambini. Quando ieri ho visto il mio idraulico accompagnato, come assistente, da un ragazzone alto quanto lui, che è risultato essere suo figlio, mi si è allargato il cuore. C’è ancora qualcuno che ragiona. Questo giovane diplomato ha un padre che guadagna bene, e tuttavia si sporca le mani nel bagno degli altri. Invece al piano inferiore della mia villetta c’è un ventiduenne che vive a spese della giovane madre vedova, con una pensioncina, ma non per questo ha trovato un lavoro. Anche se è vero che non l’ha cercato.
Il grande avvenimento, fra il 1945 e il 2020, è il tramonto del senso di responsabilità. Se avviene un incidente, per prima cosa si cerca la colpa di qualcun altro, non di colui che è all’origine dell’incidente stesso. Lui è stato imprudente, sbadato, stupido, sì, ma chi avrebbe potuto impedire che l’incidente si verificasse? Perché è costui, il vero colpevole. Come lo sarebbe un genitore che attraversasse una strada trafficata senza tenere per mano il figlio di cinque anni. Ecco: oggi è come se tutti avessero cinque anni.
Purtroppo la realtà non ha riguardo per l’imprinting che si è ricevuto. Questa umanità un mattino potrebbero svegliarsi e scoprire che è stata cacciata dal Paradiso Terrestre. Non vorrei essere al suo posto.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
18 giugno 2

IL GRANDE AVVENIMENTO 1945-2020ultima modifica: 2021-06-19T08:07:48+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “IL GRANDE AVVENIMENTO 1945-2020

  1. Tutto condivisibile, siamo una societa’ di rimbambiti, ma con una doverosa precisazione da aggiungere: la gente che e’ vissuta prima dell’ultima guerra era almeno altrettanto rimbambita, anzi alla prova dei fatti probabilmente molto di piu’, visto quello che e’ riuscita a combinare: sostanzialmente, la distruzione d’europa. Un risultato non da tutti, che probabilmente nessun nemico esterno sarebbe riuscito a conseguire.
    La situazione attuale e’ lo strascico di quella prodezza.
    Con una piccola complicazione: il retaggio di un arsenale micidiale, in presenza o in potenza, in grado di distruggere piu’ volte il pianeta. In mano a dei bambini.

  2. Temo si tratti del lento ma inesorabile declino della Civiltà Occidentale.
    Le “economie forti” danno origine al “pensiero debole” che è poi una delle principali cause della loro rovina….. .

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