IL PRESUNTUOSO

IL PRESUNTUOSO

Se qualcuno si chiede se esista una vita dopo la morte, o se dopo la morte non ci sia che il nulla, l’ascolto cortesemente. Se prosegue dicendomi che in fondo siamo immersi nel mistero, che non si può essere sicuri di niente, che il futuro ci potrebbe rivelare cose che nemmeno immaginiamo, continuo ad ascoltarlo. L’impressione sarebbe quella di una conversazione pensosa, ad alto livello. Se però il mio interlocutore si accorge di come la penso io, è presto urtato dalla mia negativa sicurezza: molti infatti si considerano profondi proprio perché esprimono quei dubbi e non si capacitano che questo dannato vecchio, che pure loro prima stimavano, personalmente non ne abbia. In realtà è solo che la coerenza delle idee può far apparire rigidi.

Qualcuno dice: “Non è che io creda in tutto ciò che sostengono il Papa e la Chiesa! Sono cattolico, sì, ma a modo mio”. Questa affermazione è assurda: non si può essere “cattolici a modo proprio”. A modo proprio si può solo essere eretici. Oppure protestanti. Ma chi lo fa notare appare terribilmente rigido.

Analogamente, se si crede nella scienza e non si crede in Dio, non si può credere ai miracoli. Il miracolo è infatti una sospensione delle leggi naturali che solo Dio può attuare. Per questo, se vediamo un uomo galleggiare nell’aria, dobbiamo credere di star sognando. Oppure che c’è un trucco. In nessun caso si può credere che quell’uomo stia contraddicendo la legge di gravità.

Una mentalità di questo genere si estende a molti campi. Non credendo allo spirito, non si può credere all’anima immortale. Dunque non si può ipotizzare una vita dopo la morte e diviene obbligatorio escludere metempsicosi, fantasmi, Poltergeist e ogni fenomeno che si riporta a cause soprannaturali. Se si incontra un fantasma bisogna dirgli: “Non mi fare perdere tempo, lo sai bene che non esisti”.

La scienza può essere contraddetta da una migliore scienza, non dalla fantasia o da una credenza immotivata. Per questo l’intera parapsicologia, di cui non s’è avuta una sola prova scientifica, è qualcosa di cui non val la pena di occuparsi. Oltre tutti i fenomeni ondulatori, oltre l’elettricità e il magnetismo non è che ci sia molto altro: se dunque si parla di trasmissione del pensiero, si parla di una favola. Il cervello ha un’attività elettrica percettibile solo da appositi, sensibilissimi strumenti e non ha una tale forza da emettere radiazioni come una stazione radio. Se le emettesse, magari fino solo ad un metro di distanza, queste radiazioni sarebbero comunque captabili dagli strumenti, e dal momento che ciò non avviene è chiaro che la trasmissione del pensiero è impossibile. Se dunque ce ne mostrano un esempio, bisogna levarsi il cappello dinanzi all’illusionista, ma non per questo credere l’incredibile.

Certe idee-caposaldo – quelle che fanno apparire presuntuosi – hanno conseguenze in molti campi. Fino a dare l’impressione di un corpus fideistico, mentre in realtà si tratta di corollari. E proprio per questo, in caso di discussione, non bisognerebbe contestare i corollari, bisognerebbe contestare i principi da cui essi dipendono. Non è il miracolo che dimostra l’esistenza di Dio (gli stessi Vangeli parlano di falsi miracoli), è l’esistenza di Dio che dimostra la possibilità dei miracoli.

La mentalità scientifica si piega ai fatti. Dal momento che durante l’anestesia, anche ad essere fatto a fette dal chirurgo, l’interessato non ha sensazioni, si può presumere che chi è in coma profondo (situazione più grave di quella dell’anestesia totale) non sa di esistere. Non soffre, non sente nulla e non sentirà mai nulla. Tutto ciò che si dice intorno a questo problema, a base di “chissà?” e di “che ne sappiamo?”, è una perdita di tempo. E poi, chi ha di questi dubbi, come mai al bisogno si fa operare? Non teme il dolore?

Da questo atteggiamento nasce una mentalità che crede solo a ciò che è evidente e non a ciò che appassiona la fantasia. Oswald ha ucciso Kennedy ed è stato solo lui: perché è tutto ciò che sappiamo per certo. Non si può credere alla maledizione del faraone, perché le maledizioni sono parole vane. L’Atlantide, con buona pace di Platone, è solo una fantasia, perché non c’è nulla che la dimostri. Insomma si può chiudere il libro delle favole per adulti. Del resto, siamo tanto ignoranti e abbiamo tante cose da imparare, fra quelle sicure, che la vita è troppo breve per occuparsi di quelle ipotetiche.

Qualcuno a questo punto obietta: “Ma per te esiste solo quello che si vede, come lo si vede? Ti rendi conto di quanto è triste, tutto questo? La vita sarebbe solo questa vicenda banale, insulsa e vagamente zoologica che tu descrivi? Non è possibile. Sarebbe troppo brutto.”

Purtroppo per alcuni la verità non è tale se bella o brutta: è tale se provata o no.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

6 febbraio 2009

 

IL PRESUNTUOSOultima modifica: 2009-02-08T16:15:33+01:00da Giannipardo
Reposta per primo quest’articolo

4 pensieri su “IL PRESUNTUOSO

  1. Cara Nadia,
    e perché mai non dovrei risponderle? Sono stanco dell’argomento, non di avere amici ed amiche.
    Certo che faccio delle ipotesi, e certo che non condannerei nessuno, se ci fosse un dubbio. Ma in primo luogo non vorrei che qualcuno trasformasse il dubbio in certezza del contrario di ciò che penso io, in secondo luogo – come potrà leggere nel mio articolo “Il pensiero colorato” – ho la sensazione che nessuno si sarebbe posto tutti questi dubbi se non ci fosse stato un motivo “emotivo” per porseli.
    Io non posso vedere un film in cui ci siano scene di tortura, non sopporto l’idea dello stupro, non leggo articoli sulla condizione della donna in certi paesi islamici (perché soffrirei inutilmente) e, in ogni caso, ho pietà, un’immensa pietà per chi soffre. Quando so che soffre. Non quando penso che non soffre (più). Quand’ero ragazzo gli amici ridevano di me perché, se vedevo faticare un asino in salita a tirare il carretto, li lasciavo per spingere anch’io.
    No, in materia di pietà temo di averne fin troppa. Essa diminuisce moltissimo solo per i self inflicted disasters (i guai che ci si sono cercati) e si annulla per i non senzienti. Insomma non ha pietà delle zanzare ed anzi le avverto di non avvicinarsi a me: non rischiano di trovare misericordia.

  2. Caro Gianni,
    se fosse stanchissimo, non continuerebbe a scrivere le sue opinioni su argomenti, come “il presuntuoso”, che danno adito a commenti che possono anche essere contrari alle sue idee.
    Lei Gianni, col suo modo di fare, anzi di rispondere, rilancia sempre la palla all’altro, così crede di interrompere il dibattito lasciando sconcertato chi le ha posto la domanda. Io, invece, mi stanco difficilmente,al massimo resto delusa.
    Lei non fa mai delle ipotesi? Non pone mai il beneficio del dubbio? Se dovesse condannare una persona e ci fosse un minimo dubbio che potrebbe essere innocente,la condannerebbe alla pena di morte? Si sentirebbe stanchissimo e con questa scusa lascerebbe agli altri la decisione?
    Ogni tanto, metta da parte la sua “megagalattica” cultura e si lasci andare alle emozioni (anche per un residuo umano), si conceda qualche riflessione che non sia troppo scientificamente razionale (non credo che la scienza abbia raggiunto il 100% della verità su ogni cosa). Non lanci il sasso per poi ritirarlo. Forse non sa neppure lei quello che prova in una situazione del genere ed ha timore di ammetterlo anche con se stesso. Già, non può venir meno alla sua coatta freddezza.
    Sono sicura che non mi risponderà.
    Accetti comunque un caro saluto.

  3. Cara Nadia,
    se faccio l’ipotesi che quel povero corpo soffra, sono d’accordo con lei. Ma se lei fa l’ipotesi che quella povera donna non sia più neppure in grado di soffrire, dovrebbe essere d’accordo con me. Ecco tutto.
    Secondo punto: io non mi occupo molto di ciò che “potrebbe essere”. Un Dio che potrebbe essere (come ha detto Kant), per esempio, non mi basta per essere credente. Nello stesso modo non riesco a commuovermi dinanzi ad un residuo di vita. Dicono che ai cadaveri, per qualche tempo, cresca ancora la barba, ma non credo si possa dire che “il cadavere è ancora vivo”.
    Comunque di questa vicenda sono stanchissimo.

  4. Bene Sig. Gianni, rispetto il suo ateismo, come rispetto qualsiasi altra religione, rispetto la sua convinzione sull’eutanasia, rispetto il dolore dei genitori di Eluana che sicuramente saranno stati anche un po’ manipolati dalla “politica”,rispetto tutto, perchè ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ma cosa mi dice della tortura che stanno applicando a Eluana?
    Già, anche lei dice che quando una persona è in coma non soffre. E il sondino uscito per un colpo di tosse? E il forte rantolo che ha emesso? Non possiamo, magari per un attimo, dubitare delle nostre capacità scientifiche nel capire che cosa succede al di là del nostro corpo?
    Non possiamo provare che “succede qualcosa”, ma non possiamo neppure provare che “NON SUCCEDE”.
    Le nostre opinioni servono a poco, solo per scambiarci qualche battibecco, ma sono orrendamente indignata per come sta procedendo questa causa di “soppressione”, perchè sono convinta che tutta questa burocrazia (tre giorni + tre giorni + altri giorni per vedere cosa succede…)porta soltanto maggiore sofferenza alla povera ragazza. E’ una cosa assurda e vigliacca e…non trovo una parola adeguata a questa procedura.
    Ho due figli e voglia Dio che non mi trovi mai in questa situazione, ma di una cosa sono convinta: non permetterei che li torturassero, li terrei nel loro letto a casa.Mi manca il respiro mentre scrivo queste cose.Saluti.

I commenti sono chiusi.