L’INTUIZIONE

Che cosa è l’intuizione? È un modo per giungere alla verità?

 

L’intuizione è il normale mezzo di conoscenza in tutti quei casi in cui o non si è capaci di un ragionamento oppure un ragionamento non condurrebbe a nulla. La lettura della realtà – l’umore di una persona che incontriamo, la bellezza o no di un arredamento, la simpatia o l’antipatia per una persona che si incontra per la prima volta – non può essere facilmente portata sul piano della coscienza razionale. Uno scrittore – per esempio, Marcel Proust – sarebbe in grado di decodificare le parole usate dal soggetto e le loro connotazioni, i minimi gesti e il linguaggio del corpo, ma una persona normale no. Nessuno direbbe “sopracciglia aggrottate, angoli della bocca verso il basso, occhi strizzati, pallore…”. Tutti direbbero soltanto “era furente”, ed avrebbero difficoltà a spiegare da che cosa l’hanno capito. “Si vedeva”, sarebbe la risposta. Perfino i cani sono in grado di decodificare l’atteggiamento del padrone e certo non per via di razionalità.

 

Gran parte della vita si svolge sotto il segno dell’intuizione. Un dizionario tedesco infatti per “intuizione” dà questa definizione: “plötzlich auftauchender Gedanke, der den Betroffenen in einer bestimmten Angelegenheit sinnvoll handeln lässt“, cioè pensiero che affiora improvvisamente e che fa sì che l’interessato in una data faccenda si comporti sensatamente”. Si capisce che l’amico incontrato è di cattivo umore e si evita di scherzare.

 

Dell’intuizione ci serviamo tutti. È uno strumento legittimo, all’unica condizione che non si pretenda l’oggettività. Se si dice “Tizio mi è antipatico” va tutto bene; se si dice “Tizio è antipatico” nasce invece un problema, perché significherebbe che quell’uomo è – o dovrebbe essere – antipatico a tutti. E non sempre è così.

 

Quando si discute di un concetto è buona norma sapere che cosa si intende, con esso, e per questo è buona norma consultare i dizionari[1]. Leggendo le definizioni si identifica tuttavia un equivoco: si confondono “conoscenza” e “verità”, che non necessariamente coincidono. L’intuizione ci può far credere qualcosa e in seguito possiamo scoprire che la verità era un’altra. La verità è figlia della dimostrazione mentre l’intuizione prescinde dalla dimostrazione.

 

Ecco dunque il nocciolo della questione: se mediante l’intuizione si esprime un’ipotesi, va tutto bene; se si pretende di essere in possesso di una verità, si rivela una forma di presunzione: “È così perché lo dico io”.

 

La definizione del Concise Oxford Dictionary (1977) (“Immediate apprehension by the mind without reasoning, immediate apprehension by sense, immediate insight [penetration with the understanding]”, cioè “comprensione immediata della mente senza ragionare, comprensione immediata attraverso il senso, immediato insight [penetrazione mediante la capacità di comprendere])” è notevole per due parole: “Whithout reasoning”. Se, con l’intuizione, ci si forma l’opinione che la somma degli angoli interni di un triangolo corrisponde ad un angolo piatto, la cosa non vale nulla. Un altro potrebbe dire: “La mia intuizione mi dice che no”. In realtà quell’ipotesi si dimostra col teorema di Talete. Solo così si giunge ad una verità non personale (intuitiva) ma obiettiva e pubblica. È possibile che l’intuizione conduca alla verità, ma lo si sa quando la si supera con la dimostrazione razionale. Diversamente, se la dimostrazione razionale è impossibile, all’intuizione si può legittimamente contrapporre un’intuizione diversa o contraria.

 

La convinzione che l’intuizione sia un  modo di giungere alla verità è falsa: essa è il modo per giungere ad un’ipotesi di verità. Se uno scienziato fosse privo d’intuizione non scoprirebbe mai nulla, ma credere che l’intuizione dispensi dalla prova logica è assurdo.

 

Esiste un’intuizione femminile? Forse sì, forse no. Una cosa è sicura: se all’intuizione non segue, o non può seguire, la dimostrazione, si tratta semplicemente di un’opinione. E poco importa che l’esprima una donna o un uomo. E se si insiste, si ricade nella formula già ricordata: “È così perché lo dico io”.

 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

 

25 agosto 2008

 




[1] L’intuizione, per il Devoto-Oli, è: “La conoscenza diretta e immediata d’una verità, tradizionalmente contrapposta alla conoscenza logica e discorsiva”.

 

Per lo Zingarelli, 1995, l’intuizione è “l’attitudine naturale a conoscere l’intima essenza delle cose, senza dover ricorrere o prima di far ricorso al ragionamento”.

 

Per il Sabatini-Colletti è “una forma di conoscenza immediata che non abbisogna di ragionamento, avere l’intuzione di Dio, della verità.” E inoltre, “attitudine naturale a cogliere il significato delle cose immediatamente, per via non ragionativa”.

 

L’intuition, per lo stimato dizionario Petit Robert, è una “Forme de connaissance immédiate qui ne recourt pas au raisonnement”, una forma di conoscenza immediata che non ricorre al ragionamento.

 

Per il Webster, l’intuizione è “immediate apprehension or cognition”, “the power or faculty of attaining  to direct knowledge or cognition without evident rational thought and inference”, cioè conoscenza o cognizione immediate, il potere o la facoltà di giungere ad una diretta conoscenza o cognizione senza un pensiero o una deduzione razionale evidente.

 

 

L’INTUIZIONEultima modifica: 2008-08-26T08:47:25+02:00da Giannipardo
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