“SANGUE E MERDA”

Per quanto riguarda la politica internazionale, il problema è semplice: o si hanno i mezzi e la forza per imporre che le cose vadano in un certo modo, oppure bisogna rassegnarsi e star zitti.

Il coro di commenti negativi al riconoscimento dell’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia, da parte della Federazione Russa, induce a sconsolate riflessioni. La prima è che bisogna scegliere fra l’inviolabilità delle frontiere e il principio di nazionalità. Favorendo la secessione del Kosovo, gli Occidentali hanno perso il diritto d’invocare l’inviolabilità delle frontiere. In nome del principio di nazionalità essi hanno imposto con i bombardamenti ad uno Stato sovrano, la Serbia , l’amputazione di una parte del suo territorio. E se ora l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia si vogliono servire del principio di nazionalità, e sono in grado anche di attuarlo, grazie alle armi del loro possente vicino e protettore, che cosa si può obiettare? Fra l’altro, l’Europa il principio di nazionalità l’ha inventato ed anche applicato alla grande all’Impero asburgico.

Gli Occidentali tuttavia sono intervenuti nel Kosovo, dicono, solo per ragioni umanitarie: nel senso che non avevano nessun personale interesse. Mentre la Russia , nel favorire quei due minuscoli Stati, riprende la propria politica imperiale ed invia un minaccioso messaggio a tutti i propri vicini. Ma anche la Russia si può far forte di bei principi. Essa può sostenere che, in seguito all’iniziativa militare georgiana, ha usato la forza per motivi umanitari, a favore delle popolazioni aggredite. E se infine si potesse dimostrare che la Russia ha agito solo per i suoi interessi di grande potenza, a Mosca potrebbero ancora rispondere: “Ognuno agisce per i motivi che reputa validi”. A questo punto, come reagire? Stando a molte delle voci che si sentono nelle Cancellerie europee, bisognerebbe reagire con durezza. Ma che significa, durezza? Nel nostro caso, solo parole. E infatti sentiamo proteste ufficiali, minacce di risposte più o meno efficaci, solenni dichiarazioni secondo cui quel riconoscimento dell’indipendenza “è inaccettabile”. Come se qualcuno ci avesse chiesto di accettarlo. Anche l’Onu ha protestato, ma – si sa – è un’istituzione patetica ed ininfluente. Dunque la vera domanda è questa: per ridare alla Georgia la sovranità su Abkhazia e Ossezia del Sud, la Nato è disposta a dichiarare guerra alla Federazione Russa? Ovviamente la risposta è un no in tutte maiuscole: e allora che si smetta di starnazzare. La Russia è una grande potenza. Ha i mezzi e il coraggio per agire senza scrupoli. La si può condannare moralmente, ma la cosa è futile quanto condannare l’aggressività di una tigre. “La politica è sangue e merda”, diceva Rino Formica. E, prima di lui, Bismarck: “Je weniger die Leute davon wissen, wie Würste und Gesetze gemacht werden, desto besser schlafen sie.”  Quanto meno la gente sa come si fanno le salsicce e le leggi, tanto meglio dorme. Se la Georgia di Saakashvili non avesse commesso l’imprudenza di por mano per prima alle armi, non sappiamo se i russi sarebbero entrati in Ossezia. Ma ormai è fatta: gli è stato offerto un eccellente pretesto su un piatto d’argento ed ora si è di fronte al fatto compiuto. Qualcuno rimprovera all’Italia di non alzare alti lai come altri Paesi. Magari si sottintende che ciò avviene a causa dell’amicizia personale di Berlusconi con Putin. Cosa possibile. Oppure si pensa che l’Italia sia terribilmente preoccupata per il proprio approvvigionamento energetico. O infine che il governo italiano sia più vile di altri. Una cosa è sicura: per una volta, che si urli dall’alto della torre o si stia in silenzio nella propria camera, non cambia nulla. Il vero nodo, per il futuro, è l’Ucraina. Bisogna o no ammetterla nella Nato? L’eventuale risposta positiva implica che si sia, eventualmente, disposti ad una guerra per difenderla. Sono questi i momenti in cui si può essere felici che la domanda non sia stata posta a noi. Gianni Pardo, giannipardo@libero.it 27 agosto 2008

“SANGUE E MERDA”ultima modifica: 2008-08-27T15:14:00+02:00da Giannipardo
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