DUE MILIONI DI UOMINI

Secondo Kiev, “Mosca punta ad un esercito di due milioni di uomini”. È un titolo che fa riflettere ma la fonte è sospetta e dunque la notizia potrebbe non essere vera. Poi il verbo “punta” copre le realtà più diverse, inclusa la non-realtà. Comunque val la pena di esaminare la notizia sul piano teorico.
Un uomo che imbraccia un mitra carico è militarmente più forte di cinquanta uomini disarmati. Dunque il numero da solo non significa niente. Le cose si complicano se nell’esempio si aggiungono altri dati: e se quei cinquanta uomini fossero armati di coltelli? Ovvio: poco cambierebbe. E se invece uno di quei cinquanta, senza che l’uomo col mitra lo sappia, avesse una pistola carica? E si potrebbe continuare, come nel “dilemma del prigioniero”. Il numero non è stato mai determinante, nemmeno nell’antichità. Nella battaglia di Maratona i persiani erano infinitamente più numerosi dei greci, e persero. Per non parlare dell’enorme squilibrio numerico fra i galli e i romani, nella battaglia di Alesia. La quale fu vinta – per così dire – personalmente dal genio di Cesare. Dunque: due milioni di uomini, sì, ma armati di che cosa, guidati da chi, con quale strategia?
Di importante, in questa possibile notizia, c’è che essa riguarderebbe non un Paese qualunque ma la Russia, famosa nei secoli per calcolare zero la vita dei suoi soldati. Infatti nella battaglia per Soledar i russi hanno mandato al macello dei coscritti, a centinaia e centinaia, che sono stati regolarmente uccisi. Perfino con scandalo degli ucraini. Tanto che in seguito i generaloni si sono affidati ai mercenari della Wagner, molto più professionali. E questi ora (forse) hanno conquistato a prezzo di grandi sforzi Soledar. Evento che non cambierà certo le sorti della guerra, trattandosi di un paesone di diecimila abitanti (prima dell’invasione) praticamente un sobborgo di Bakhmut.
La guerra moderna non si vince in base al numero di uomini. Certo, per presidiare un fronte di circa ottocento chilometri, come in Ucraina, di uomini ce ne vogliono eccome: ma la guerra si vince con le armi migliori, con l’informatica migliore, con la strategia migliore e con un migliore morale dei combattenti (per gli invasori in questo momento molto basso). La Russia è militarmente temibile non soltanto perché ha l’armamento atomico ma anche perché, pur avendo un prodotto interno lordo inferiore a quello dell’Italia, devolve circa il 30% delle risorse finanziarie agli armamenti: cioè più di quindici volte quello che spendiamo noi. E tuttavia non può farsi soverchie illusioni.
In primo luogo fino ad ora Mosca ha beneficiato del fatto di avere i magazzini pieni di armi, ma ora li ha quasi del tutto svuotati e questo carrello della spesa costa terribilmente caro. In particolare, costerebbe caro già in tempi normali, ma costerà ancora di più in un momento in cui la Russia patisce le più serie sanzioni che si ricordino ed incassa molto di meno dalle esportazioni energetiche. Perfino per quanto riguarda gli uomini, non basta mobilitarli. Poi bisogna alimentarli, istruirli, equipaggiarli, fornirli di armi, e via dicendo. Inoltre il provvedimento è gravemente impopolare, come si è visto dal fatto che molti russi sono andati all’estero pur di evitare di essere inviati in Ucraina. Non a caso Vladimir Putin ha a lungo esitato prima di ordinare la mobilitazione di circa 180.000 uomini. Quando un uomo parte per il fronte non c’è propaganda che possa controbilanciare il dramma. Comincia per la famiglia l’angoscia di ogni giorno, che a volte si conclude con la notizia della morte. Putin si è già preoccupato per 180.000 coscritti, molto di più si preoccuperebbe se si trattasse di due milioni di persone. Fra l’altro, lui che ama la storia russa, non ignora certo che sono state le perdite al fronte, durante la Prima Guerra Mondiale, una delle cause della ribellione dell’esercito e in fin dei conti della Rivoluzione di Ottobre.
La notizia dei due milioni di richiamati non è di natura tale da doverci impensierire. Forse è anzi soltanto uno dei tanti sintomi che ci vengono da Mosca, secondo cui anche lì molti sarebbero lieti di trovare una qualunque soluzione che metta fine al presente strazio.

DUE MILIONI DI UOMINIultima modifica: 2023-01-15T12:33:00+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “DUE MILIONI DI UOMINI

  1. Un maggior numero di soldati, anche se male armati e poco addestrati, consente di tenere impegnate le forze nemiche impedendo loro di riposare. E’ la tecnica usata dai russi a Soledar : di giorno mandavano i coscritti al macello, di notte impegnavano le truppe migliori. Per quanto riguarda l’armamento, mentre i russi sono entrati in un’economia di guerra e le fabbriche producono a pieno regime ( si stima che stiano producendo tra gli 80 e i 120 carri T90 al mese ) gli ucraini non producono più niente e dipendono in tutto e per tutto dalle forniture dei Paesi Nato. Forniture che per adesso non contemplano gli MBT ( Main Battle Tank ) che consentirebbero di respingere i russi fuori dall’Ucraina. La Germania, nonostante le pressioni ricevute, non ha ancora autorizzato la fornitura dei Leopard, né direttamente, né indirettamente. Un atteggiamento che ha indotto i polacchi a rifornirsi di carri sud coreani K2 Black Panther ( eccellenti ) destinati alla graduale sostituzione dei Leopard. Quanto alla recente fornitura di 50 Bradley e di 40 Marder, si tratta di IFV veicoli di appoggio alla fanteria con ruolo e impiego diverso rispetto ai MBT.
    In sintesi, con un armamento prevalentemente difensivo, peraltro di vario tipo, gli ucraini non sono in grado di respingere i russi oltre confine.
    I Paesi Nato devono decidersi. O forniscono all’Ucraina l’armamento necessario
    ( MBT e aviazione ) per respingere i russi fuori dall’Ucraina, o in una guerra di logoramento gli ucraini, in inferiorità numerica , sono destinati a perdere.

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