PIOGGIA DI MISSILI

Ansa. “Pioggia di missili sull’Ucraina. Città senza corrente elettrica”. La prima sensazione è ovviamente quella di una grande tristezza; ma dal momento che essa non produce effetti positivi, si può tentare di capire i possibili sviluppi di questo momento della guerra.
Un Paese che, dal punto di vista militare, è all’agonia, può scegliere di lasciarsi andare al vento della storia (Italia, 1943) o può provare con la forza della disperazione a fermare il destino (Ardenne, 1944). La Germania nazista in quell’occasione dimostrò una imprevedibile capacità militare ed arrivò a preoccupare seriamente gli Alleati. Fra l’altro perché quell’offensiva non mirava ad avere effetti psicologici (come le V1 e le V2 su Londra) ma sperava effettivamente di far arretrare l’esercito nemico. Possiamo accettare un parallelo tra la controffensiva delle Ardenne e l’attuale, forsennato bombardamento dell’Ucraina? Francamente no.
La prima differenza fra una controffensiva e una pioggia di missili è che questa non vince nessuna battaglia e non fa arretrare di un metro l’esercito nemico. Gli ucraini soffrono, ma ne deducono soltanto di dover temere ancora di più l’inumanità dei russi. “La resistenza costa cara ma la resa costerebbe ancora di più”. Un governo russo come quello di Stalin può uccidere non migliaia ma milioni di cittadini inermi, per fame. È già avvenuto. Il continuo bombardamento, non che sottolineare la pretesa fraternità di sangue e di storia con la Russia, ha confermato i peggiori giudizi che si potevano dare su di essa. E tuttavia il massimo errore è un altro.
La Russia ha troppo minacciato, in passato, per essere oggi credibile. Ogni giorno ha parlato di escalation, di guerra nucleare, della certezza della propria vittoria e della sua (conseguente) intransigenza. Nei primi giorni del conflitto ha soprattutto reso chiaro che avrebbe reagito con le armi nucleari se fosse stato attaccato il suo sacro territorio, inclusi i quattro oblast ucraini “annessi”. L’Occidente allora ha preso sul serio le sue minacce e sia l’Europa sia l’America si sono dette pronte a sostenere l’Ucraina ma non al punto da farsi trascinare nella Terza Guerra Mondiale. Ma fin dalla più remota antichità gridare troppo spesso “Al lupo!” è un errore. Mosca ha talmente insistito sulle sue minacce – per giunta un giorno smentendole, un giorno reiterandole e aggravandole – da non essere più credibile. Inoltre si è comportata tanto spietatamente da indurre l’opinione pubblica occidentale ad avere sempre meno scrupoli nei suoi confronti.
La conseguenza è che l’America ha inviato armi via via più letali. Prima l’artiglieria di precisione Himars ed ora quei missili anti-missile Patriot che prima aveva negato perché, oltre a difendere i cieli ucraini, potrebbero colpire in profondità il territorio russo. Il leader del Cremlino in questa occasione è arrivato al ridicolo. Ha detto che i Patriot sono obsoleti e che la Russia li distruggerà tutti, perché “troverà il rimedio per difendersi”. Troverà. Con ciò stesso ammettendo che obsoleti non sono e che la Russia non dispone ancora del modo di difendersene.
Putin sembra ogni giorno più sordo ai messaggi della realtà. Per cominciare, sapendo che l’avversario è più ricco di lui, non avrebbe dovuto prendere l’iniziativa dei rilanci. Poi non ha creduto che l’America è seriamente risoluta a non permettergli di vincere questa guerra. Infine dovrebbe convincersi che, contrariamente alle previsioni, Europa ed America “tengono”. Per questo dovrebbe cercare seriamente la via del compromesso e della pace. L’Occidente ha infinitamente “più fiato” della Russia. Ma forse, più che alla Russia, lui pensa a sé stesso.
Siamo arrivati al 2023 e l’esercito ucraino è piuttosto all’attacco che disperato. A Kiev rimane da migliorare la difesa antiaerea e antimissilistica (recentemente anzi Kiev si è vantata di avere “abbattuto tutti i missili russi) ma di resa non parla assolutamente nessuno. Mentre la Russia è povera e sola. La censura vieta di rivelarci le sue difficoltà, ma credere che esse non esistano è da ingenui. Mosca subisce durissime sanzioni, ha perduto la maggior parte delle rendite delle sue esportazioni ed ha pressoché esaurito le scorte militari di cui disponeva. Ora si parla, come elemento per rilanciare l’azione russa, dell’intervento di altre migliaia e migliaia di uomini da addestrare. Ma a che servono i soldati? Anche quando arriveranno al fronte, di quali armi disporranno? Ecco il problema. Né serve a qualcosa considerarli “carne da cannone”. Il numero contava parecchio nell’antichità, ma anche allora non era tutto. Se i greci vinsero a Maratona è perché “l’arma segreta” dei persiani, e cioè lo sterminato numero di arcieri, fallì quando le frecce si infilzarono sugli scudi greci e poi gli opliti fecero a pezzi i persiani inermi.
La tragedia ucraina non è ancora all’epilogo.

PIOGGIA DI MISSILIultima modifica: 2023-01-03T13:53:22+01:00da gianni.pardo
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9 pensieri su “PIOGGIA DI MISSILI

  1. Gentile signora Jovkova,
    noi non ci conosciamo, ma posso dirle che ammiro infinitamente Tucidide, storico ateniese, perché partecipò alla Guerra del Peloponneso (e in posti di comando) ma scrisse di quella guerra con tale obiettività, che a stento uno si rende conto che era ateniese. Lo sappiamo perché lo sappiamo, ma non traspare dai suoi scritti. Ecco il modello del commentatore ideale. Dunque mi creda, amo tutti i popoli europei. Ma se uno Stato si comporta ripetutamente male, non posso ignorarlo.
    Per l’Ucraina, indubbiamente nessuno conosce il futuro e in questo senso nessuno può sbilanciarsi. Io ho creduto di allineare dei fatti secondo i quali – salvo sorprese – la Russia si è veramente messa nei guai. Semplicemente perché Putin ha male interpretato la realtà, come l’abbiamo male interpretata in molti. Io stesso non pensavo che l’Occidente avrebbe reagito. Insomma in questo la pensavo proprio come Putin. Ma io posso dire tutte le scemenze che voglio, Putin guidava un grande Paese, e la storia non gli perdonerà questo errore.
    Perché sono pessimista per la Russia (sempre che gli Stati Uniti non si stanchino di aiutare l’Ucraina)? Perché gli Stati Uniti sono ricchi e la Russia è povera, perché gli Stati Uniti hanno molti alleati e la Russia è sola. Non è questione di amare od odiare la Russia, questi sono fatti.
    Mobilitare molti uomini? Purtroppo la dirigenza russa non ha mai molto stimato la vita dei suoi soldati (si è visto già nella Prima Guerra Mondiale, e a Mosca non c’erano ancora comunisti) ed anzi questa è stata una causa della Rivoluzione di Ottobre. Ma molti uomini all’attacco spesso significano molti morti senza risultato. Si vede in questi giorni a Bakhmut.
    Signora, io ho disperatamente cercato di non “odiare più” i russi, dopo averli odiati nel 1956 per la rivoluzione ungherese e nel 1968 per l’invasione della Cecoslovacchia. Ho sperato di poterli amare quando ho creduto che avessero conquistato la democrazia ed avessero perso la voglia delle sopercherie. Ma dopo l’Ucraina non ci riesco più. I russi, come gruppo, non li amo. Adoro i singoli russi come lei, e come lei tutte le persone per bene. Ma come Stato la Russia mi ha troppo deluso. Mi deluse già nel 1948.quando lessi “Ho scelto la libertà”, di Victor Kravcenko, e ormai non ce la faccio più a sperare.
    L’abbraccio nel nome di Dostoevskij e Caikovskij, che meritavano compatrioti migliori. E certo migliori di chi, in Russia, concepisce soltanto la dittatura.
    Gianni Pardo

  2. Sig.ra Alina, è un piacere leggere il suo intervento perché costituisce un notevole passo in avanti rispetto ad altri russi (o peggio italiani) che hanno commentato qui.
    Ciò nonostante, mi sembra un po’ forzato dire che “Noi russi sappiamo valutare gli errori dei nostri politici.
    Invece in Occidente sembra che non si voglia fare autocritica.”
    La Russia vive nel mito della Grande Russia (che poi questo sia più o meno di quanto appare dall’estero poco importa perché il fatto rimane), mentre l’Occidente ha come sport preferito proprio l”autocritica e l’autoflagellazione su tutta la propria storia degli ultimi 2.500 anni. E il dibattito sulla guerra in Ucraina è aperto.

  3. **Questo commento è la versione corretta. Gli altri due sono sbagliati**

    Già l’ho letta alcune volte e l’ho apprezzata.
    Io non sono come quei russi che si arrabbiano se qualcuno li critica
    Anche perché Putin non è infallibile.
    Non lo è lui, non lo era Gorbaciov né Stalin.
    Noi russi sappiamo valutare gli errori dei nostri politici.
    Invece in Occidente sembra che non si voglia fare autocritica.

    Però la situazione è ancora in alto mare.
    Ancora il popolo russo non si è mobilitato.
    Resta da capire cosa accadrà se Putin mobiliterà il popolo russo.
    Do per scontato che Putin consideri questa come l’ultima opzione.
    O vorrebbe dire che si sia completamente rimbambito.

    Soltanto il tempo chiarirà come stanno le cose.
    E un anno di guerra è insufficiente.
    Io penso che la partita sia ancora da giocare.

    Un anno è pochissimo nelle guerre.
    Nessuna delle guerre del passato è durata così poco.

    Certamente da russa posso dirle che Lei ha perfettamente ragione.
    Ovviamente le cose sono molto più complesse.
    Gli americani tuttavia non hanno già vinto, sarebbe presto per dirlo.
    La guerra è ancora lunga e c’è molto ancora da definire.
    Io credo che sia presto per poter dire che Putin sia all’angolo.
    Ossia che la Russia non abbia possibilità di cavarsela.
    Né io né Lei né nessun altro possiamo dire come finirà.
    Ed è prematuro sbilanciarsi.

  4. Già l’ho letta alcune volte e l’ho apprezzata.
    Io non sono come quei russi che si arrabbiano se qualcuno li critica
    Anche perché Putin non è infallibile.
    Non lo è lui, non lo era Gorbaciov né Stalin.
    Noi russi sappiamo valutare gli errori dei nostri politici.
    Invece in Occidente sembra che non si voglia fare autocritica.

    Però la situazione è ancora in alto mare.
    Ancora il popolo russo non si è mobilitato.
    Resta da capire cosa accadrà se Putin mobiliterà il popolo russo.
    Do per scontato che Putin consideri questa come l’ultima opzione.
    O vorrebbe dire che si sia completamente rimbambito.

    Soltanto il tempo chiarirà come stanno le cose.
    E un anno di guerra è insufficiente.
    Io penso che la partita sia ancora da giocare.

    Un anno è pochissimo nelle guerre.
    Nessuna delle guerre del passato è durata così poco.

    QUESTO COMMENTO E’ LA VERSIONE PIU’ CORRETTA

    Certamente da russa posso dirle che Lei ha perfettamente ragione.
    Ovviamente le cose sono molto più complesse.
    Gli americani tuttavia non hanno già vinto, sarebbe presto per dirlo.
    La guerra è ancora lunga e c’è molto ancora da definire.
    Io credo che sia presto per poter dire che Putin sia all’angolo.
    Ossia che la Russia non abbia possibilità di cavarsela.
    Né io né Lei né nessun altro possiamo dire come finirà.
    Ed è prematuro sbilanciarsi.

  5. Già l’ho letta alcune volte e l’ho apprezzata.
    Io non sono come quei russi che si arrabbiano se qualcuno critica il suo leader.
    Anche perché Putin non è infallibile.
    Non lo è lui, non lo era Gorbaciov né Stalin.
    Noi russi sappiamo valutare gli errori dei nostri politici.
    Invece in Occidente sembra che non si voglia fare autocritica.

    Però la situazione è ancora in alto mare.
    Ancora il popolo russo non si è mobilitato.
    Resta da capire cosa accadrà se Putin mobiliterà il popolo russo.
    Do per scontato che Putin consideri questa come l’ultima opzione.
    O vorrebbe dire che si sia completamente rimbambito.

    Soltanto il tempo chiarirà come stanno le cose.
    E un anno di guerra è insufficiente.
    Io penso che la partita sia ancora da giocare.

    Un anno è pochissimo nelle guerre.
    Nessuna delle guerre del passato è durata così poco.

    Certamente da russa posso dirle che Lei ha perfettamente ragione.
    Ovviamente le cose sono molto più complesse e ci sarebbe molto altro da dire.
    Gli americani tuttavia non hanno già vinto, sarebbe presto per dirlo.
    La guerra è ancora lunga e c’è molto ancora da definire.
    Io credo che sia presto per poter dire che Putin sia all’angolo.
    Ossia che la Russia non abbia possibilità di cavarsela.
    Né io né Lei né nessun altro possiamo dire come finirà.
    Ed è prematuro sbilanciarsi.

  6. Sa com’è, a partire da una certa età, si ritorna bambini.
    Meno male che lei ora mi illuminerà. Ma – ricordi – si deve esprimere con estrema semplicità.

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