LA MONTAGNA ONU HA ANCORA PARTORITO

Squilli di tromba e tripudio di campane: l’Onu finalmente è stata praticamente unanime (14 voti su 15) nel chiedere ad Israele di concedere la vittoria a Hamas. Il Consiglio di Sicurezza – con l’eccezione dell’astensione degli Stati Uniti, malamente coperti da questa foglia di fico – «chiede un cessate il fuoco immediato… [e] il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie». Lungo applauso. Chi non credesse che di fatto si chiede la vittoria di Hamas, pensi a questo: se domani ci fosse quella tregua a tempo indeterminato, Hamas griderebbe sui tetti di avere vinto. Israele voleva distruggerla ed è viva; voleva scacciarla da Gaza ed è a Gaza; voleva che le azioni terroristiche cessassero, ed esse invece continueranno. Sin da oggi, col lancio di razzi verso Israele.
Per una volta l’agenzia Ansa è molto lunga, perché riporta i pareri e la soddisfazione di tanti personaggi. Ma queste dichiarazioni sono del tutto inutili, tanto che non val la pena di commentarle. Se sono ininfluenti le parole del Consiglio di Sicurezza, figurarsi quelle di personaggi dichiaratamente antisemiti e non sempre lucidissimi come Guterres. L’unica citazione che merita di essere riportata è quella del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz , perché è l’unica che ha conseguenze concrete: «Israele non cesserà il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l’ultimo degli ostaggi non sarà tornato a casa». Dunque, molto rumore per nulla.
Si impone tuttavia una precisa esegesi delle parole della risoluzione. Per esempio, se il rilascio degli ostaggi deve essere “immediato e incondizionato”, a che servono l’accesso umanitario e le cure mediche? Non si preoccupino, ci penserà Israele. O si parlava dei gazawi? Se così fosse, quel testo è scritto (o riportato) con i piedi. Infatti la risoluzione parla testualmente di «rilascio… di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie». Loro di chi, se non degli ostaggi?
Poi si parla di ostaggi da una parte e dall’altra, mentre da un lato si tratta di innocenti sequestrati e dall’altro anche di condannati per omicidio. Come se i colpevoli valessero quanto gli innocenti. Solo l’antisemitismo sfacciato può far accettare una simile obbrobriosa equivalenza.
In conclusione non è successo niente di stupefacente, malgrado gli applausi. L’Onu si è sempre pronunciata contro Israele. Da anni le sue innumerevoli risoluzioni, gli inviti, gli ordini, e via dicendo, sono stati regolarmente disattesi. Perché da sempre l’Onu è antisemita e, se non ha mai potuto fare nulla di concreto a favore dei palestinesi, gli ha dato almeno la soddisfazione di dare loro ragione anche quando hanno torto, e torto ad Israele anche quando ha ragione.
La parola più importante di quel comunicato è tuttavia il verbo usato: chiede. Chi chiede non può ordinare. Può ordinare chi, in caso di disobbedienza, può imporre sanzioni. O fare da sé quello che l’altro non ha fatto. L’Onu non può nulla, su Israele. Quando non si ha il potere di dare ordini, ma al massimo si ha qualche ragione perché l’altro dica di sì, di solito la formula che si usa è «In nome di Dio», «In nome della nostra amicizia», «In nome della nostra antica alleanza». Ma l’Onu non può citare nessuna ragione del genere. E infatti non ne cita nessuna. Se fosse stata sincera avrebbe dovuto scrivere: «…chiede che, per far piacere ai palestinesi, faccia questo e quest’altro». Ma non ha osato tanto.
L’Onu nella sua dichiarazione ha dimenticato chi ha voluto la guerra e l’ha fatta cominciare con un tremendo massacro. Non si è accorta che la sua richiesta favorisce soltanto i terroristi, che non hanno nulla da offrire, perché la detenzione dei sequestrati è una loro ulteriore colpa, e farla cessare è, per così dire, un dovere dei Carabinieri. Si preoccupa anzi di offrire a Hamas una tregua, con la possibilità di rimanere a tempo indeterminato a Rafah, e da lì continuare la guerra contro Israele.
Per tornare al verbo chiedere, si può pensare che l’Onu avrebbe potuto cercare di ottenere da Israele ciò che desidera per i palestinesi in nome dell’umanità. Ma, se l’avesse osato, Israele avrebbe avuto gioco facile a provare che proprio i gazawi hanno dimostrato di non avere (e dunque di non meritare) alcuna umanità. L’Onu è così vicina a Hamas che, mentre chiede questo e quello, non cita nemmeno di passaggio due cose: che la guerra l’ha voluta e provocata Hamas, e che l’ha voluta e provocata con una indimenticabile, vile e mostruosa mattanza che solo i più fanatici antisemiti potevano perdonare o, ancora peggio, dimenticare.
Oggi Israele si indigna e protesta, ma lo fa perché fa parte del gioco. Nella sostanza sa che l’antisemitismo è eterno e indomabile come la stupidità. Dunque deve continuare, come sempre ha fatto fino ad ora, sin dal 1948, a contare su sé stessa e sulle proprie armi. Non può invocare la giustizia, perché essa non esiste per gli ebrei; non può invocare l’amicizia, perché essa svanisce non appena il cielo si annuvola. Gli ebrei non hanno amici, non hanno neanche un giudice a Berlino. Gli argomenti che può usare a sua difesa non ottengono ascolto e neanche l’onore di un serio tentativo di confutazione: Israele ha torto a prescindere da qualunque argomentazione. E se non se ne trovasse nessuna, ha ancora il torto di essere occidentale, e risoluta a sopravvivere. Mentre la filosofia prevalente, in Occidente, è quella della resa, della pace al prezzo della libertà.
Israele ha sempre fatto da sola e farà da sola anche questa volta. Ha sempre vinto le guerre e, salvo sorprese, vincerà anche questa.

LA MONTAGNA ONU HA ANCORA PARTORITOultima modifica: 2024-03-26T15:51:11+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “LA MONTAGNA ONU HA ANCORA PARTORITO

  1. E magari anche un rapido sguardo a https://www.internazionale.it/video/2023/11/29/gaza-prima-guerra .
    Certo, i palestinesi che vivevano in Palestina prima dell’arrivo sgomitante dei dolenti ebrei dall’Europa ed oltre potevano ben accoglierli con abbracci e dolcetti, e invece la presero male, da veri imbecilli. E che vogliamo farci, mica tutti hanno politici equilibrati, razionali e beneducati come noi, o gli Stati Uniti, o perfino la Russia. Si misero in mano ad Arafat, personaggio pittoresco e istrionico (sono “meridionali”, d’altra parte). Certo, se a Gaza si trovasse un politico come, chessò, Prodi, o Monti, o un altro Netanyau, magari si potrebbe, dopo un’ordinata campagna elettorale, procedere ad un nuovo governo. Ma ormai è tardi, fra poco cominciano le vacanze ed io ho il risotto sul fuoco.

  2. Against Erasure
    The Hundred Years’ War on Palestine
    Gaza: An Inquest into Its Martyrdom
    si trovano tutti su Amazon, e non costano molto, e comunque ogni tanto leggere qualche nuovo libro non fa male.
    Certo, tutti pieni di assolute falsità; il primo in particolare è stato certamente prodotto da IA.

  3. Quando c’è l’odio di mezzo, l’odio razzista irrazionale, rimane solo la guerra per sopravvivere e oggi Israele ha quello che non aveva 80 anni fa, un potente esercito di popolo (IDF, Tzahal).
    La generosità dell’alleato/egemone USA sembra un po’ interessata, condizionata, ipocrita … ci sono le elezioni e la sinistra DEM non ama gli ebrei.
    Nella mia personalissima opinione, condivisa da pochi, la stessa cosa sta avvenendo anche in altri teatri di guerra, dove l’odio (insieme agli interessi economici) è sovrano. Occidente collettivo contro Russia.
    Anche lì devono arrangiarsi e i russi lo stanno facendo bene, militarmente.
    Gli eserciti organizzati (IDF e FA russe) hanno regole di ingaggio e strategie date dal potere politico, anche se la propaganda di guerra degli avversari solleva polveroni: stesse accuse, strage di civili (i bambini, i bambini!!)
    Nel bombardamento di Tokio morirono più civili che a Hiroshima.
    Le guerre si vincono sul campo. e in tanti muoiono. militari e civili.
    Goebbels era il migliore nella propaganda ma alla fine l’Armata Rossa è arrivata a Berlino. i fatti hanno la testa dura.
    Chi è più forte vince e fa le regole, gli USA hanno l’egemonia da 80 anni;
    a molti questo piace (dominus del blog compreso), a molti altri non piace.
    qualcosa sta cambiando, nel mondo.
    unipolare, multipolare, chi vincerà? difficile fare previsioni.
    Spero solo di vivere abbastanza a lungo per vedere come andrà a finire.
    o di morire in un lampo (vivo vicino a Ghedi): meglio che morire di cancro.

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