IL NADIR DELLA STORIA

La situazione della popolazione di Gaza (2.300.000 persone circa) è una delle più tragiche della storia e ci si può chiedere: quel popolo è innocente o responsabile dei mali di cui soffre? In altri termini: del comportamento di uno Stato è responsabile il governo oppure il popolo?
Partendo da un caso estremo, non ha nessuna responsabilità il popolo sottoposto al dominio di una potenza straniera, per esempio perché ha perduto una guerra. Viceversa questa responsabilità diviene via via più grande quanto più il governo rispecchia la volontà del popolo. Come avviene nelle democrazie.
Il popolo ha tendenza a governare quando i suoi singoli cittadini si sentono danti causa del potere, fino ad avere il diritto di mandare a casa i governanti. Si pensi alla democrazia britannica. Se invece i cittadini hanno tendenza a disinteressarsi del potere e a subirlo passivamente, si arriva presto alla dittatura.
Alla dittatura si arriva o perché il potere è assunto con la forza da un uomo, o perché il popolo si affida ad un uomo carismatico che crede rappresenti al meglio i suoi valori (Erdogan). Spesso fino a rendere la carica ereditaria. Questo secondo caso è talmente corrente nel Medio Oriente che, a parte Israele, ne rappresenta più o meno la regola.
Viceversa molto interessante è il caso dell’uomo che, giunto al potere democraticamente (Hitler, Mussolini), subisca poi un’involuzione che lo trasforma in dittatore. In questo caso il compito del popolo, per scrollarsi di dosso questo malanno, è talmente difficile che bisogna mostrare comprensione per la sua passività (Putin). Forse l’unica distinzione che rimane, fra popoli colpevoli e incolpevoli, è in base alla chiarezza dei programmi iniziali (le idee di Hitler erano chiare prima ancora che manifestasse interamente la sua natura di criminale paranoico) e in base alla capacità di reazione del gruppo dirigente, prima che sia troppo tardi (Bruto e Cassio). Dunque il popolo tedesco è più responsabile dei crimini di Hitler, che li aveva programmati, che il popolo italiano per i crimini di Mussolini. Nulla, nel 1922, lasciava presagire le nostre leggi razziali.
Così si può venire al caso di Gaza. Nel 2005 a questo mini-Stato Israele ha octroyé (regalato) l’indipendenza su un piatto d’argento. Probabilmente questa mossa nasceva, più che dalla generosità, dal rifiuto di amministrare quella Striscia, stante il carattere riottoso dei gazawi. E infatti Israele non è stato il primo a fare questa mossa: già il Cairo aveva rinunciato alla sovranità su Gaza. Non diversamente da come la Giordania aveva rinunciato alla sovranità sulla West Bank, il territorio ad ovest del Giordano.
Comunque la popolazione di Gaza, avuta l’indipendenza, e chiamata a votare, dopo un primo tentativo di affidarsi all’Autorità Nazionale Palestinese, si è affidata a Hamas che ha preso l’intero potere con la forza e non l’ha più abbandonato. E questo attribuisce alla popolazione di Gaza una ineludibile responsabilità per tutte le disgrazie che ne sono conseguite. Perché chi elegge a capo un lupo poi non può stupirsi che morda e sia spietato.
Se i tedeschi hanno avuto la responsabilità di non avere letto accuratamente Mein Kampf, o di non avere creduto che Hitler parlasse seriamente, i gazawi hanno avuto il torto di non leggere lo Statuto di Hamas e i programmi di questa organizzazione. Hamas è un’organizzazione dichiaratamente e fanaticamente criminale. La sua sostanza fondamentale è l’odio. Non vuole tanto il benessere dei gazawi quanto lo sterminio degli ebrei. Non la pace ma la guerra contro Israele. E poiché questo programma ha una base religiosa (la Palestina, tutta la Palestina è un territorio che Allah ha assegnato ai musulmani, Dar al-Islam), va subito detto che esso vale più della vita degli stessi gazawi. Per questo l’intero popolo può essere giocato ai dadi. Col massacro del 7 ottobre Hamas pensava di costringere Israele alla reazione e gli altri Paesi musulmani ad entrare in guerra a favore di Gaza. Le cose sono andate diversamente, e la popolazione di Gaza ha perduto le sue case, distrutte dall’esercito di Israele, i suoi ospedali (usati come covi di terroristi), e non ha quasi niente da mangiare. Del resto già prima viveva prevalentemente di carità. Oggi cerca di sopravvivere all’addiaccio, sotto le tende, ed ha migliaia di morti. Il mondo intero si commuove sulla loro sorte, il mondo libero (quello che Hamas odia) non sa come fare per soccorrerli; persino il governo egiziano (che di tutto può essere accusato, salvo di amare i gazawi) fa di tutto per soccorrerli: e soltanto Hamas rimane impassibile. Per lei quanto più quei disgraziati soffrono, tanto meglio è. Il mondo vedrà quanto è cattiva Israele e la causa di Dar al-Islam ne uscirà rafforzata.
La riprova è che, quando la guerra è stata perduta, come era inevitabile, Hamas non per questo si è arresa. Mentre Israele uccide metodicamente tutti i miliziani, perfino seppellendoli vivi nei loro tunnel; mentre il popolo di Gaza sopporta tribolazioni indicibili, i capi di Hamas, ben lontani dalla prima linea, non cedono. Che la guerra continui. Più è dolorosa, più la causa ne guadagna.
Purtroppo, come detto, i gazawi non sono innocenti. Hamas è stata espressione della loro volontà dal 2007 al 2023. Prova ne sia che, quando si è saputo del massacro del 7 ottobre, la popolazione ha esultato per le strade: perché quello era da sempre il programma del governo da loro voluto, quello era da sempre il programma di Hamas e finalmente si avverava. In conclusione no, i gazawi non sono innocenti. Del resto ancora oggi, a quanto ne sappiamo, non sconfessano Hamas e non le attribuiscono la colpa delle loro sofferenze. Dunque ne avallano il comportamento. E allora, come avrebbero detto i romani, imputent sibi, se la prendano con sé stessi.
In questo senso la tragedia di Gaza rappresenta uno dei punti più bassi della storia: il massimo delle sofferenze col massimo di responsabilità per quelle sofferenze.

IL NADIR DELLA STORIAultima modifica: 2024-03-14T08:29:06+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “IL NADIR DELLA STORIA

  1. Certamente i popoli sono le vittime delle guerre, non gli artefici. Ma se mai, storicamente, c’e’ stato un popolo che ha meritato la propria punizione, questo e’ quello dei Gazawi, purtroppo.

  2. Del popolo colpevole fanno parte anche tanti innocenti o se non altro incolpevoli…
    Non dimentichiamoci che per anni da numerose tribune si è levata la denuncia dell’istinto barbaro e omicida dei tedeschi, dei loro figli, nipoti e pronipoti, nati e ancora da nascere.
    Ad ognuno il suo “marchio di Caino”. A noi italiani, Hollywood ha riservato per decenni il marchio del Caino malavitoso. Ai tedeschi tutti quello di un bestiale Caino guerriero.
    Nessuno si sogna di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici, ma è il principio stesso della colpa collettiva che è inaccettabile, poiché fa leva sull’idea delle stigmate genetiche, ed è quindi basato su una concezione razzistica.
    Secondo lo storico Paul Johnson, l’eliminazione della responsabilità individuale e l’accettazione della colpa collettiva sono espressione di un istinto primitivo e barbaro. Non si può non essere d’accordo con lui. Bisognerebbe allora essere capaci di denunciare l’istinto “primitivo e barbaro” in chiunque esso si manifesti.

  3. “Quando arriverà la pace forse col tempo saremo in grado di perdonare gli arabi per aver ucciso i nostri figli, ma sarà più difficile per noi perdonarli per averci costretti a uccidere i loro figli. La pace arriverà quando gli arabi ameranno i loro figli più di quanto odieranno noi.”
    Golda Meir, 1973

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