BAMBINO IPERATTIVO

Bambino di sei anni sospeso per 21 giorni dalla scuola perché iperattivo. Il bambino rendeva impossibile il normale corso delle lezioni. I genitori ricorrono e la legge gli dà ragione: il bambino deve essere riammesso in classe. Eventualmente gli si assegnerà un insegnante di sostegno.
La ratio legis della decisione è nel concetto che il bambino che sia per qualche verso anormale, se posto in una classe differenziale, cioè con altri bambini simili a lui, sarà discriminato sin da piccolo, e non si integrerà nell’umanità normale. Il principio è bellissimo, ma che si risponde al maestro il quale dimostra che con la presenza in classe di quel bambino incontenibile non si può far lezione? E sarebbe insopportabile che i soliti superficiali cominciassero a dire: «Ma bisogna parlargli con dolcezza, bisogna convincerlo a star buono, bisogna spiegargli che non si può comportare in quel modo». Perché tutto questo presuppone che la maestra o il maestro, il Direttore o la Direttrice, e comunque tutti coloro che si sono interessati del caso, da principio non abbiano provato con i mezzi indicati. Quello è il sistema che a volte riesce con i bambini normali: ma con un bambino la sui sindrome è certificata come patologica dai medici? Insomma, se è vero che con quel bambino non si può far lezione, che cosa si deve fare?
La legge non lo dice. Perché è una legge modello Basaglia. Si chiudono i manicomi perché tenere i matti segregati è un’ingiustizia, ma poi, una volta chiusi i manicomi, dove vanno quegli infelici? A rendere infelice una famiglia, se ce l’hanno: a perdersi per le strade; a creare enormi problemi alla società. Qualcuno dirà che la legge Basaglia prevedeva questo e quello e che questo e quello non si è fatto: per questo anche gli schizofrenici violenti finiscono nelle loro famiglie. Ma la risposta è semplice: se in caso d’incendio vogliamo che la gente si butti giù dal terzo piano che facciamo, provvediamo prima a installare un grande telone per accoglierli, o li facciamo saltare sul selciato? Con la legge Basaglia di fatto lo Stato ha adottato quest’ultima soluzione.
Per quanto riguarda la scuola, personalmente il problema l’ho risolto nel modo che segue. Vincitore di concorso sono andato ad insegnare in un liceo scientifico, ed avevo anche una quinta. Ragazzi più o meno di diciott’anni, abituati all’indisciplina e che non avevano nulla da temere da me, dal momento che gli studi si sarebbero conclusi con l’esame di Stato. Cosa che pensavano soprattutto alcuni, tanto che un giorno scoprii che un paio di loro, durante la lezione, giocavano a carte all’ultimo banco. Cosa eccezionale, feci rapporto. Il Preside, un po’ perché vigliacco, un po’ perché di sinistra, e un po’ perché ce l’aveva con me che, esigendo la disciplina, ero un fascista, non prese nessun provvedimento. Né potevo prenderlo io. Situazione disperata? Forse no. Da quel giorno, ogni volta che avevo lezione in quinta, mi portavo un libro e mi mettevo a leggere. Finché i ragazzi andarono dal preside a protestare che non li preparavo per gli esami. Giusto: ma io posi l’alternativa. O io insegnavo, e loro mi rispettavano (e il Preside li puniva se non lo facevano) oppure io avrei insegnato solo nelle altre classi. Cedettero tutti.
Anche nel caso della maestra del bambino iperattivo forse era questa, la soluzione. Riammetterlo in classe? E come no. Ma smettere di insegnare non appena egli avesse cominciato a rendere impossibile la lezione. La soluzione finale? Rivolgetevi al Tar. Ricordando che, essendo uomini di legge, i magistrati conoscono benissimo il principio romano per cui ad impossibilia nemo tenetur, nessuno ha l’obbligo di fare ciò che è impossibile.

BAMBINO IPERATTIVOultima modifica: 2024-03-13T08:42:27+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “BAMBINO IPERATTIVO

  1. Senza contare il fatto che per mettere al centro di tutto i bambini e i ragazzi con problemi (reali o presunti che siano), o semplicemente meno dotati, chi ci va di mezzo sono i migliori che vengono costretti a sedersi per aspettare gli altri (che non arriveranno mai, se non sulla carta con voti e promozioni regalate).
    Del resto è tutto il sistema sociale che privilegia i meno dotati a danno dei migliori: lo Stato regala soldi a pioggia a nullafacenti e persone a bassa produzione di reddito, mentre toglie il sangue a chi produce la ricchezza. È il trionfo della “morale degli schiavi” di cui parlava Nietzsche. Ma e’ anche un trionfo apparente e temporaneo, perché prima o poi è il sistema implodera’.

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