L’AMPIEZZA DI UN ERRORE

L’ampiezza di un errore non si misura tanto osservando l’errore stesso quanto le sue conseguenze. Un esempio dolorosamente classico, per noi italiani: quando Mussolini dichiarò guerra alla Francia (tecnicamente già sconfitta) commise un’imperdonabile vigliaccata che ci disonorò e ci disonora ancora oggi. E un errore fu pure l’azzardo di entrare in una guerra per cui non si era preparati, militarmente. Ma questi sono gli errori teorici. Se invece vogliamo sapere quali furono le conseguenze pratiche dobbiamo guardare ai morti in guerra, alla fame che patirono gli italiani, alle città distrutte, alle nostre donne a volte costrette a prostituirsi per nutrire i figli. Al disprezzo di cui fummo fatti oggetto da tutti, ex nemici ed ex alleati. Eravamo dei maramaldi per la Francia e dei traditori per la Germania. L’Italia toccò con mano che significa sprofondare nell’abisso.
Qualcosa di simile è accaduto ora. Hamas ha commesso intenzionalmente un orribile, indimenticabile e imperdonabile massacro per obbligare Israele a muoverle guerra. E, nelle sue intenzioni, tutti gli Stati arabi sarebbero dovuti intervenire non soltanto per salvare Gaza ma per uccidere gli ebrei ed eliminare lo Stato d’Israele. L’intera Palestina solo ai palestinesi musulmani, dal fiume al mare. Com’è andata s’è visto e si vede. Oggi la televisione ha annunciato che tot camion di aiuti hanno attraversato il valico di Gaza, in provenienza dall’Egitto, portando fra l’altro acqua. Sissignori, acqua. Ora non si pretende che i leader politici e soprattutto coloro che hanno la responsabilità delle massime decisioni siano competenti di storia o di polemologia. Ma almeno qualche proverbio potrebbero conoscerlo, e uno dei più importanti per loro dovrebbe essere l’argent fait la guerre, bisogna avere denaro per muovere guerra. E come potrebbe muoverla un Paese che non soltanto non ha denaro, ma neanche acqua da bere?

L’AMPIEZZA DI UN ERROREultima modifica: 2023-12-10T18:42:22+01:00da gianni.pardo
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