LA STORIA È TUTTO

La storia non è quella cosa che abbiamo studiato a scuola. La storia ha come oggetto il passato – non solo le invasioni, le guerre, le paci – e il passato è “tutto, salvo questo stesso momento”. E questo basta a dimostrare quanto essa sia fraintesa. La storia non è la storiografia, e soprattutto non è la storiografia in pillole per i ragazzini.
E tuttavia, qualunque quindicenne, se gli si chiedesse che cos’è la storia, risponderebbe che è una materia da studiare, a scuola: il suo pensiero andrebbe cioè a quel dannato libro in cui, secondo lui, è contenuta. E se poneste la stessa domanda a donne e uomini fatti, avreste risposte simili. Le associazioni mentali più correnti, per la storia, sono “libro”, “passato”, “polvere”, “noia”.
Bisogna essere onesti: bambini e adulti avrebbero in gran parte ragione perché la storia, come viene raccontata a scuola, è più o meno quella cosa lì. Una compressione dei fatti che risulta una distorsione dei fatti. Un po’ come se, per spiegare l’arte di Shakespeare in “Giulietta e Romeo”, si riassumesse l’opera con queste parole: “Un amore contrastato di adolescenti si conclude in tragedia”.
Quanto questo modo di vedere la storia sia erroneo è anche dimostrato dal fatto che più si studia e meno si crede di sapere. Da anni mi dedico a questo genere di libri e tuttavia, se mi si facesse una domanda di tipo “scolastico”, sarei bocciato. Perché per la vera conoscenza di un evento i particolari minuti sono tanti, che è impossibile ricordarseli. Certo, ricordo che Cesare è stato assassinato. Ma gli eventi degli anni successivi sono così complessi, che pur avendoli letti tre o quattro volte, su tre o quattro monografie diverse, non saprei rispondere. Potrei al massimo dire che alla fine ne uscì vittorioso Ottaviano. Ma la conoscenza della storia non è ricordare “chi ha vinto alla fine”, è sapere come sono andate le cose giorno per giorno, con tutte le svolte, le casualità, gli imprevisti della vita reale. La storia “vera” non è quella sintetica, è quella analitica. Quella per cui Cesare ha rischiato tante volte la vita, che nulla indicava che sarebbe giunto, vivo, ad essere il padrone di Roma.
La storia degli incompetenti è una strada diritta e senza ombre, una vicenda in cui nulla sarebbe potuto andare diversamente da come è andato. La storia dei competenti è invece un guazzabuglio inestricabile, più o meno come il presente in cui siamo immersi. Ma la conoscenza di quel guazzabuglio è essenziale per orientarsi nella realtà, forse a cominciare proprio dal sapere che orientarsi nella realtà è spesso impossibile, tante sono le variabili, le casualità e gli imprevisti. E se Cesare è stato quel genio militare che è stato, è perché è stato capace di cambiare tattica in corso d’opera più velocemente e intelligentemente degli altri.
Non bastasse ciò che si è detto della grande storia politica, va anche ricordato che “storia” non è soltanto quella : la storia è tutto il passato. Ecco perché esistono le storie specialistiche, come la storia della medicina, delle armi da fuoco, della biologia o del gioco del calcio: tutto ciò che è avvenuto salvo questo stesso momento. E se la storia è tutto il passato, la storia è tutta la realtà: come potremmo non voler conoscere la realtà, se abbiamo voglia di capirla?
A volte mi viene in mente una possibile “storia per esempi”. Una storia di questo genere: casi in cui un patto è stato mantenuto e casi in cui un patto è stato violato; casi in cui si è prevista una vittoria e si è vinto, casi in cui si è prevista una vittoria e si è perso; casi in cui i più hanno vinto sui meno, e casi in cui i meno hanno vinto sui più; quale è stato, nella maggior parte dei casi, l’elemento fondamentale della vittoria, e quale quello della sconfitta; se dia migliori risultati la magnanimità o la crudeltà… Potrei continuare per pagine. E, come si vede, il senso finale di un simile libro sarebbe una immensa lezione di umiltà e di prudenza.
L’amore per la storia è anche un modo per evadere dalla tirannia del presente. Lo storico infatti considera il tempo nel quale vive con una certa sufficienza. Mentre per l’ignorante il suo secolo è “tutta la realtà”, per chi si è nutrito di storia quel secolo è uno fra gli altri, da non prendere particolarmente in considerazione. È notizia di oggi che la Russia di Putin si sta comportando nel modo più ostile e repressivo possibile nei confronti degli omosessuali, dei transessuali, dei matrimoni fra persone dello stesso sesso e via dicendo. Tutto il contrario di ciò che si fa nell’Europa Occidentale o negli Stati Uniti (che infatti i russi giudicano pervertiti). Ecco dunque due punti di vista opposti e si ha subito voglia di prendere posizione: “Questi hanno ragione e quelli hanno torto”. Ma questo è un punto di vista “sincronico”, cioè limitato al presente. Lo storico vede invece il fenomeno in chiave “diacronica”, e riconosce che l’attuale punto di vista russo è stato europeo occidentale per moltissimo tempo. Dunque per lui, piuttosto che scandalizzarci per il punto di vista dei “russi selvaggi”, dovremmo dire: “Toh, loro sono selvaggi oggi come noi lo siamo stati fino a ieri”. E potremmo esserlo di nuovo, un giorno, talmente la storia è imprevedibile. Ricordiamoci sempre che l’Ottocento ha avuto molti, molti più pregiudizi del secolo precedente.
La conoscenza della storia fa perdere molte certezze, ma se dimostra che quelle certezze erano infondate, sia benedetta. Conoscendo meglio l’elusività della realtà, almeno sappiamo con chi abbiamo a che fare.

LA STORIA È TUTTOultima modifica: 2023-07-19T16:26:28+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LA STORIA È TUTTO

  1. Oggigiorno, se in occidente uno esprime dei giudizi sull’omosessualità non conformi alla nuova dottrina, viene considerato ridicolo dai benpensanti. Una pittoresca anomalia fuori dal mondo, nel migliore dei casi.
    Così facendo, questi benpensanti dimostrano paradossalmente la loro ristrettezza di vedute: non si rendono conto che in realtà sono proprio loro l’anomalia, nel tempo e nello spazio. Per tutta la storia dell’umanità e anche oggi, nella maggior parte del mondo, è stato ed è inimmaginabile ed improponibile che gli omosessuali possano avere dei figli, per dirne una.

    Le sarei grato se potesse scrivere un articolo sui passi indietro dell’Ottocento rispetto al secolo precedente. E’ un tema molto interessante.

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