IL TG2 COME IL TG4

Un grande giornale d’opposizione denuncia il clima di censura che regna nella redazione di Rai2, gridando sin dal titolo: “Clima da caserma la redazione si ribella ‘Siamo diventati il Tg4’”. E poi narra le dolorose vicende di alcuni giornalisti martiri, i cui articoli hanno subito dei tagli.
Lasciamo perdere l’eccesso di “colore”: sappiamo già che, per un giornale d’opposizione, ogni occasione è buona per lasciarsi andare ad un turbine di anatemi e annunci d’apocalisse. Ognuno fa il suo mestiere. Poniamoci piuttosto la domanda: è vero che a Rai2 c’è un clima da caserma? E che cosa dedurne, se fosse vero?
Alla prima domanda non posso certo rispondere io, e poco importa. Più interessante è la seconda, perché bisogna chiedersi: un giornale ha la possibilità di essere obiettivo? Il caso emblematico è quello dell’agenzia di stampa che, istituzionalmente, deve essere neutrale e proprio per questo dà notizie scarne ed essenziali. Ma una notizia senza commento e senza interpretazione è una notizia monca e per ciò stesso insufficiente. Ammettiamo che in guerra un Paese strappi al nemico un certo valico montano. Questa è la notizia. Ma a che serve saperla? La sostanza dell’evento non è la conquista in sé e per sé ma la sua influenza sul corso del conflitto: quella conquista ha un valore strategico o episodico? È questo ciò che importa. Insieme con la notizia il vero giornalista è obbligato ad offrire il suo significato, e per questo i giornalisti e i giornali si dividono fra coloro che confessano di avere un proprio punto di vista e coloro che non lo confessano: ma sono anche più faziosi degli altri.
Anche se, in materia di punto di vista, non bisogna esagerare. Infatti ci sono dei quotidiani che viaggiano spesso sul bordo della calunnia, dimostrando una callosità morale da sgherri. Se hanno la volontà di danneggiare qualcuno, enfatizzano qualunque sospetto, qualunque avviso di garanzia, qualunque indagine e – non ne parliamo – qualunque rinvio a giudizio. Fino alla character assassination. E poco gli importa se alla fine del processo la vicenda si conclude con un’assoluzione. Dopo avere sparato un’infinità di titoli in prima pagina quando ancora non c’era niente di sicuro, quando infine qualcosa di sicuro c’è – l’assoluzione – l’annunciano con un paio di righe in dodicesima pagina. Pessimo giornalismo, certo, ma correntissimo. Non dimentichiamolo: a forza di calunnie si è persino costretto un Presidente della Repubblica a dimettersi.
Tutto ciò dimostra perché il malessere dei giornalisti di Rai2 fa sorridere. Il loro lamento, più che dimostrare un attuale clima di oppressione della libertà di stampa, dimostra che questi signori non si accorgono di essere stati sempre e impunemente faziosi, fino ad ora. Tanto che se oggi, in Rai, qualcuno desse un colpo di timone a destra, i casi sono due: o il servizio pubblico si avvicinerebbe un po’ più all’obiettività o, male che andasse, l’informazione sarebbe faziosa di destra come prima è stata faziosa di sinistra. Dove sarebbe lo scandalo? La faziosità di destra sarebbe scandalosa mentre quella di sinistra non lo è?
Questa domanda, non che essere una battuta, è proprio dirimente. Coloro che sono in buona fede di sinistra manifestano una sorta di idealismo. Cercano una formula per superare l’egoismo, la sopraffazione, l’interesse e, in una parola, la natura umana. Ovviamente, i miscredenti che hanno una visione realistica delle cose trovano una simile teoria una forma di demenza o di religione, ma i suoi adepti sono certi della sua validità al di là di ogni possibile smentita. Dunque, anche se dovessero ammettere la loro faziosità preciserebbero che essa opera per il bene, mentre quella della destra opera per il male. Né importa che l’Unione Sovietica sia nata proprio con i loro ideali ed abbia prodotto la realtà più miserabile, oppressiva e al limite criminale (Stalin) che si ricordi.
Il comunismo è stato sconfitto dalla storia e tuttavia il suo messaggio – per coloro che mancano di senso critico – è rimasto così seducente che nessuna smentita concreta riesce ad intaccarlo; nessuna stampa libera può smentirlo; nessuna perplessità è tollerata. Nel loro cuore i comunisti sono rimasti tali e non hanno deposto i paraocchi.
I giornalisti che oggi si ribellano a qualche correzione del nuovo direttore dimenticano che, per molto tempo, al posto di comando non hanno tollerato nessuno che non fosse di sinistra. Se veniva nominato un Direttore sgradito, per esempio un bieco liberale, il Comitato di Redazione saliva sulle barricate e proclamava uno sciopero. Mentre se un giornale borghese come il Corriere della Sera veniva affidato ad un uomo di provata fede di sinistra come Piero Ottone, nessuno protestava.
Sicché si può star certi che i giornalisti di Raidue siano in buona fede perché non si sono mai accorti di essere in malafede. Pur lavorando in un organo d’informazione che dovrebbe essere di servizio pubblico, non si sono mai resi conto di avere per anni portato acqua soltanto al loro mulino ideologico.
Non capiscono che il servizio pubblico non può andare contro il suo editore, che è lo Stato. E comunque dovrebbero essere lieti del fatto che probabilmente l’attuale maggioranza non imporrà un conformismo di destra perché i liberali non hanno tendenze totalitarie. Ma se ciò si verificasse, gli ultimi a poter protestare sarebbero i giornali, i giornalisti e i politici di sinistra.

IL TG2 COME IL TG4ultima modifica: 2023-07-13T11:35:12+02:00da gianni.pardo
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