IL GIA’ VOLUTO IN DEMOCRAZIA

Che la democrazia abbia dei difetti è noto. Che sia, malgrado tutto, il miglior regime, anche questo è noto. E così si è obbligati a piangere eternamente su quei difetti.
Sembrano affermazioni apodittiche, ma sono una conseguenza obbligata delle premesse. Se comanda il popolo – ed esso è ignorante, emotivo, disinformato e facile preda della demagogia – come ci si può aspettare che governi bene? È questa la ragione per la quale Voltaire, pur essendo profondamente ostile ai privilegi della nobiltà, era contro la democrazia. Perché nel suo tempo, nella Francia dell’Illuminismo, l’analfabetismo sfiorava il 100%
Quello che Voltaire non avrebbe potuto immaginare era che, in una società in cui praticamente tutti sanno leggere e scrivere, in cui tutti sono andati a scuola, in cui per giunta tutti sono più o meno informati dalla televisione, le cose non sarebbero molto cambiate. Il fatto è che la guida del Paese, in economia quanto in politica internazionale, è cosa talmente complessa, che fra il competente e la massa la distanza è rimasta più o meno la stessa. La televisione in fondo peggiora le cose dando ai disinformati la sensazione di essere bene informati. Infatti essa è non raramente il megafono della demagogia.
Dunque la democrazia è il governo del popolo: il popolo commette enormi sbagli e poi, inevitabilmente, li paga. Paradigmatica è in questo campo la spedizione ateniese contro Siracusa. Nulla giustificava quell’impresa e Nicia, la persona più saggia e rispettata di Atene, fece di tutto per impedirla. Ma l’assemblea la volle e migliaia di cittadini partirono cantando per questa avventura. Poi morirono in battaglia (e non furono i più sfortunati), perirono di stenti, finirono affogati nell’Asinaro o schiavi nelle orrende latomie siracusane. Un disastro di proporzioni inenarrabili.
La vicenda del M5s, in Italia, per qualche verso non è diversa dalla spedizione ateniese contro Siracusa. Soltanto un popolo disorientato – poco importa se analfabeta, alfabetizzato o laureato – può pensare che degli incompetenti, dei giovanotti senza arte né parte, potrebbero governare meglio dei competenti. Il popolo ha scioccamente creduto che qualunque uomo valga qualunque altro uomo, che per governare basti l’onestà o infine che, per moralizzare la vita pubblica, basti buttare in galera i politici.
Probabilmente chi a suo tempo ha votato per il Movimento 5 Stelle ha pensato che la sua fosse un’innocua e indignata iniziativa individuale, messa in atto soltanto per manifestare l’irritazione dell’elettorato, per infine accorgersi di avere creato il più grande (e scombinato) partito politico d’Italia. Ovviamente il Movimento ha cominciato a governare alla sua maniera, con conseguenze devastanti, tanto che in tutte le successive elezioni ha sempre perduto consensi, fino a divenire residuale.
Il popolo ha cambiato opinione ma, come ha insegnato Antonio Rosmini, la nostra libertà è limitata dal “già voluto”. Se ho sposato la donna sbagliata, posso divorziare ma nel frattempo non posso non essere sposato con lei. E se abbiamo avuto dei figli, checché accada lei rimarrà la madre dei miei figli. Quella condizione l’ho voluta ed ora ciò che ho voluto nel passato limita ciò che posso volere nel presente. Posso certo ottenere il divorzio, ma per arrivare ad una nuova condizione, non quella che avevo prima di conoscerla.
I tempi recenti ci hanno fornito due esempi eclatanti del fastidio di questa palla al piede chiamata “passato”. In Italia molti si sono lamentati del fatto che gli italiani si erano pentiti di aver votato per il M5s, ma nel frattempo esso rimaneva al potere e in Parlamento; e non ci si poteva far nulla. Teoricamente, non corrispondendo più il governo alla volontà del popolo, i pentastellati avrebbero dovuto tornarsene a casa. Ma, se l’avessero fatto, chi gli avrebbe pagato la pensione? Così sono rimasti al potere finché non è scattato il diritto alla pensione (settembre 2022). Anche se, già prima, col governo Draghi, gli si era tolto il pungiglione e governava la maggioranza effettiva del Paese.
Poi – cosa inaudita – il centrodestra è andato al potere ed ecco il secondo esempio. La sinistra strepita indignata, non soltanto perché è il mestiere dell’opposizione, ma anche perché, per essa, ciò che è avvenuto non sarebbe mai dovuto avvenire. Era indecente anche solo ipotizzarlo, ed oggi vederlo realizzato è un film horror. Solo che questo è il gioco democratico. È la conseguenza di avere affidato la sovranità al popolo. Dunque la sinistra dovrebbe rassegnarsi e finirla di stracciarsi ogni giorno le vesti. Rimarrà senza guardaroba. Se – come essa spera – il popolo si pentirà di avere “provato” il centrodestra, lo dirà con le prossime politiche. Perché cominciare a gridare da quattro anni prima?
Il popolo può sfuggire alla tirannia dell’autocrate, con la democrazia, ma non può sfuggire alla tirannia della propria stessa volontà. Ogni tanto bisogna rassegnarsi ed aspettare. Perché non si mettono comodi, a sinistra? Un’Italia prevalentemente di centrodestra ha dovuto sopportare decenni di governi di sinistra, a volte nemmeno giustificati dai voti ottenuti; ora perché un’Italia minoritaria, quella di sinistra, dovrebbe tornare al potere? Per diritto divino? Come mai un Partito Democratico è tanto allergico alla democrazia?

IL GIA’ VOLUTO IN DEMOCRAZIAultima modifica: 2023-06-10T18:04:58+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “IL GIA’ VOLUTO IN DEMOCRAZIA

  1. Tutte le volte che sento qualcuno attribuirsi l’appellativo di “democratico” penso alla Repubblica Democratica Tedesca (ma anche quella del Congo non scherza).

  2. “Come mai un Partito Democratico è tanto allergico alla democrazia?”

    Ma come professore, proprio un liberale e anticomunista a 24 carati come Lei si pone questa domanda? Perché hanno abbandonato lo stalinismo del merito ma non del metodo.
    Elementare Watson (frase che ripeto a pappagallo ma che Sherlock Holmes pare non abbia mai detto)

    Ma tanto lo so che la Sua era una domanda retorica. La conosco, mascherina 🙂

  3. “La televisione in fondo peggiora le cose dando ai disinformati la sensazione di essere bene informati. Infatti essa è non raramente il megafono della demagogia”: solo quella? Certo, con i talk-shows si è raggiunto il fondo della sguaiatezza (chi più strilla ha ragione), ma anche i giornali fanno la loro parte ricavando da quelli il modello comunicativo. Ma un grosso, enorme peggioramento è venuto da un certo modo di usare i “social”, in cui qualunque zebedeo si sente in dovere di comunicare al mondo la sua indignazione, la sua dolenzia, la sua passione per una qualche – scelta a caso nel momento e nella moda – “giusta causa”, usando a sostegno brandelli di “prove” raccattati qua e là secondo comodità (ovviamente, sempre dalla “rete” e possibilmente da “strilloni”). Così si crea il “sentimento comune” delle varie “curve” (o fedi, o pre-concette pre-confezionate).
    Non se ne può più. Starei meditando di ritirarmi sul Monte Athos; oh, beh, anche lì c’è un’ “idea preconcetta”, ma è comoda, male non fa, e “astrae dal mondo” (miserabile e puteolente).

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