L’OCCIDENTE È IN RITARDO IN UCRAINA

Riguardo alla guerra in Ucraina, Vladimir Putin sembra non avere obbedito al consiglio di due polemologi lontani nel tempo come Sun Tzu e Carl von Clausewitz: secondo loro, se non ricordo male, volendo vincere non bisogna aspettare che le cose si complichino o i tempi si allunghino. Sin dall’inizio bisogna buttare sul piatto della bilancia tutte le forze di cui si dispone. Putin non l’ha fatto e dunque potrebbe dirsi che ha commesso un grave errore. In realtà non è così. O, più esattamente, lui ha commesso un altro errore: quello di credere che non ci sarebbe stata nessuna guerra. Mentre l’errore di non obbedire a Sun Tzu e Clausewitz lo hanno commesso e lo commettono i sostenitori dell’Ucraina.
La convinzione del Cremlino era che l’Ucraina si sarebbe unita volentieri alla Russia e che, se anche ci fosse stata qualche resistenza, Kiev si sarebbe subito arresa. Né l’Occidente si sarebbe mosso: come non si era mosso per la Crimea. Se Putin avesse previsto che dall’“operazione militare speciale” sarebbe scaturita una vera guerra, con il concorso sostanziale della Nato, non avrebbe neppure provato ad annettersi l’Ucraina. Ne abbiamo la prova. Si ricorderà che, nei primissimi giorni dell’invasione, come argomento di pressione la Russia inviò in direzione di Kiev una colonna di carri armati lunga una sessantina di chilometri. Ma che questi blindati – per giunta obsoleti – non si avviassero a combattere è provato dal fatto che procedevano l’uno dietro l’altro, come in parata. Cosa del tutto assurda, nel corso di una guerra. Infatti gli ucraini, invisibili fra gli alberi, ne hanno fatto a pezzi parecchi, con le armi anticarro.
Oggi sembra assurdo che Putin abbia creduto di avviare i suoi militari ad una passeggiata militare, fra gli applausi degli ucraini “liberati”, ma in quei giorni l’abbiamo creduto tutti. Gli americani si sono addirittura dichiarati disposti a prelevare Volodymyr Zelensky e a farlo fuggire da Kiev. Dunque disposti a salvare un singolo uomo, non certo il più esteso Paese d’Europa.
In seguito però i fatti non si sono svolti secondo le previsioni e si è andati di sorpresa in sorpresa. Non soltanto l’Ucraina non si è arresa ma l’intero Paese, sotto la guida di Zelensky, è insorto contro i russi, dichiarandosi disposto a combattere e morire fino all’ultimo uomo. Popolo eroico, ha pensato l’Occidente, ma contro l’Armata Russa non caverà lo stesso un ragno dal buco. E tuttavia da quel momento i giorni hanno cominciato a scorrere inesorabili, senza che arrivasse la vittoria russa.
E tuttavia l’errore che non ha commesso Putin lo ha commesso e lo commette la coalizione che sostiene l’Ucraina. L’aiuto all’Ucraina è andato aumentando a goccia a goccia, tutto il contrario di ciò che sarebbe necessario. Purtroppo l’Occidente deve rendere sempre conto alla sua opinione pubblica, è insufficientemente armato per difendere sé stesso ed è molto restio ad imbarcarsi in una guerra: anche quando la reputa giusta o addirittura inevitabile.
Ad esempio, l’Inghilterra ebbe il suo momento più pericoloso nell’estate del 1940 ma la guerra era scoppiata quasi un anno prima: da allora era forse corsa a riarmarsi, soprattutto per quanto riguardava l’aeronautica? Certo che no. Anzi Churchill sembrava eccessivamente allarmista. Così Londra ha combattuto di rimessa, quando è stata attaccata, e rischiando di soccombere. Gli stessi Stati Uniti non sono entrati in guerra prima di Pearl Harbour, ed anche loro hanno poi dovuto procedere ad un poderoso ed accelerato riarmo. E la Francia, non si è forse assurdamente fidata della linea Maginot? Ecco, basta dire che il caso ucraino rientra in questa regola.
L’Occidente, per amore della pace, prima ha subito l’annessione della Crimea e poi, quando è cominciata l’invasione, ha dato subito l’Ucraina per perduta: così non si è mosso in nessuno dei due casi, confermando le idee di Putin. Soltanto quando gli ucraini si sono ostinati a non arrendersi gli occidentali si sono svegliati: ma per agire come sempre di rimessa, fra mille perplessità, aumentando la dose degli aiuti militari con ritmo omeopatico. E dando per esempio tempo a Putin di procedere alla mobilitazione dei riservisti. Forse oggi accelererebbero se vedessero che gli ucraini stanno veramente perdendo la guerra. Ma fino ad allora, perché scomodarsi?
In queste condizioni, come mai gli occidentali hanno vinto più guerre di quante ne abbiano perdute? La risposta è semplice: la loro politica è debole, ma la loro economia è forte. Sono lenti e pressoché disarmati ma se forzati a muoversi possono rovesciare nella guerra tutto il loro potenziale finanziario ed industriale. Nel 1943, una volta che gli Stati Uniti si furono svegliati, dettero l’impressione di un Paese straordinariamente ricco ed armato che – badando moltissimo alla vita dei propri soldati – schiacciava un esercito di combattenti eroici ma inadeguati: i tedeschi.
Il passato è incoraggiante ma non si può fare a meno di temere il peggio. Il ritardo è sempre pericoloso. Sun Tzu e Clausewitz avevano ragione: e se per una volta – partendo noi in ritardo – l’avversario arrivasse primo al traguardo? E se Hitler fosse riuscito ad avere la bomba atomica nel 1944?

L’OCCIDENTE È IN RITARDO IN UCRAINAultima modifica: 2023-02-01T18:17:24+01:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo