ANARCHICI

L’anarchia, come indica la sua etimologia, è un concetto negativo. Non si propone come qualcosa che deve essere, ma come qualcosa che deve non-essere. E ciò che non dovrebbe esserci è il “governo”, “il potere dominante”. Questa sua tara di nascita rende l’ideale dell’anarchia un assurdo.
Non tutto ciò che comincia con quel genere di ’“ana” è insostenibile. Analfabetismo significa più o meno “non conoscenza dell’alfabeto”, e anche da analfabeti si può godere ottima salute e persino entrare nella storia, a quanto dicono di Carlo Magno. Ma si vive meglio senza potere dominante?
Molti credono che il potere di uno sui molti derivi da una sopraffazione, da una violenza, o comunque da qualcosa di negativo, mentre in realtà è un fenomeno naturale degli animali sociali. Tra tutti coloro che operano insieme, anche se teoricamente uguali, nasce sempre un caporione. Perfino nelle carceri, per esempio, c’è sempre il capo dei detenuti. Pericle, nella sua vita, fu prevalentemente uno stratego fra gli altri, ma di fatto era colui che comandava ad Atene. Non era un dittatore: il suo potere si fondava sul fatto che quando parlava lui, nell’assemblea, convinceva i molti, e questi alla fine seguivano il suo parere. E infatti noi, ancora oggi, parliamo dell’“età di Pericle”.
In realtà, quando attualmente si parla di anarchia, si parte da un presupposto sbagliato: quello morale o quello politico, mentre il punto di vista giusto sarebbe quello zoologico, o almeno etologico. Presso tutti gli animali che vivono in gruppo esiste l’animale alfa: quello che vince tutti i duelli per il diritto all’accoppiamento con le femmine, quello che si sente in dovere di proteggere il gruppo contro i nemici esterni, quello che lo guida nei momenti di difficoltà. L’elefantessa che comanda il gruppo è anche quella che decide il momento e il percorso della marcia verso l’acqua, quando arriva la siccità.
Il capo, il potere, “il governo” non è un dato specificamente umano, e men che meno un nostro “difetto”: è il risultato di una necessità di ordine, di pacifica convivenza. Il lupo alfa, se un altro lupo non rispetta la gerarchia o commette un’altra infrazione al “regolamento”, prima lo avverte e poi, se necessario, lo morde, in modo da rimetterlo in riga. Se non ci fosse il potere del capo si avrebbe la rissa generalizzata. E in fondo questa è la funzione del potere: perfino nel caso delle carceri. Se comanda uno, comanderà certo nel proprio interesse ma, essendo disinteressato riguardo alle controversie degli altri, potrà essere un giudice accettabile fra loro. Se non ci fosse un potere centrale, e per così dire “una legge”, si avrebbe quello che Hobbes chiamò il “bellum omnium contra omnes”, la guerra di tutti contro tutti.
Se questo è vero, l’anarchia è un controsenso. Se non si ama il potere costituito, il massimo che si possa desiderare è che esso sia sostituito da un altro potere, non dal caos. Dunque prima di muoversi sarebbe necessario essere ragionevolmente sicuri che il nuovo governo sarà migliore del vecchio. Invece le tendenze violente, estremistiche, e alla fine utopiche, degli anarchici finiscono col favorire la dittatura rispetto alla democrazia. Dalla padella alla brace. Perché la democrazia tollera gli anarchici non violenti, mentre il tiranno, che vive nella costante paura di essere abbattuto, è preventivamente spietato nei confronti di chiunque abbia l’aria di contestarlo. L’anarchia può prosperare in un Paese come l’Italia in cui il governo trepida per la salute di Alfredo Cospito, personaggio che sogna di rovesciarlo, mentre in Russia mandano in galera la gente per anni per accuse che i nostri giornali riportano con un miscuglio di divertimento e – soprattutto – di costernazione. A Mosca oggi non si trovano né anarchici né pacifisti, e nessuno che (a piede libero) si dichiari contro Putin.
Chi mal sopporta il potere ma conserva il buon senso, lotta contro gli eccessi dello statalismo, gli eccessi del dirigismo, dell’interventismo e del moralismo di Stato. Ma senza sbagliare la misura. Gli scienziati dicono che la dose giusta di alcol è “nessuna” ma poi anche loro bevono un bicchiere di vino a tavola. Il potere è come l’alcol, con la differenza che dell’alcol si può fare totalmente a meno, del potere no.
Dunque gli anarchici sono soltanto degli ignoranti, dei disadattati e in qualche caso dei malati di mente. Per non dire che a volte sono dei delinquenti e dei terroristi. Contro questi ultimi lo Stato deve essere inflessibile, ma per il resto si possono tollerare gli anarchici, se non fanno più danno dei terrapiattisti.

ANARCHICIultima modifica: 2023-02-02T14:27:56+01:00da gianni.pardo
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