COME RAGIONANO LE GRANDI POTENZE

Le comari ragionano da comari, le grandi potenze ragionano da grandi potenze. Attenzione, nei libri di geografia anche l’Italia è una grande potenza; ma in questo caso io la escluderei risolutamente, perché essa si occupa del riscaldamento del prossimo inverno, del rincaro della luce e degli alimentari, mentre una grande potenza si occupa del mondo e del proprio posto futuro in esso. E pensa – se appena può – in termini di secoli. Roma non ha combattuto contro Cartagine per ribassare il prezzo delle cipolle ma per il dominio della Spagna e del Mediterraneo. Prova ne sia che alla fine, pur di conseguire il suo intento, ha reputato necessario non soltanto vincere in guerra Cartagine, ma incendiarla, raderla al suolo e cancellarla dalla storia.
Attualmente Vladimir Putin, non per il dominio del mondo, ma per salvare la sua posizione di dittatore e, forse, la sua pelle, fa giocare al suo Paese il tutto per tutto. Ne abbiamo la prova, per così dire. Che senso ha l’annessione di quattro province ucraine? Proprio quello che ha detto lui: renderle parte della Russia. E questo, de iure, avviene non appena la Duma ratifica l’annessione, rendendosene responsabile. E confermando nel contempo la dottrina nucleare russa secondo cui se qualcuno attacca il territorio russo Mosca reagisce con l’atomica. Sicché, ha pensato Putin, se l’Ucraina cerca di riprendersele, e attacca il territorio russo, la Russia si sentirà autorizzata (da sé stessa) a rispondere con l’atomica e il signor Putin non perderà la guerra. Un piano perfetto se dall’altra parte ci fosse soltanto l’Italia. Ma c’è un Paese, anche esso in possesso dell’arma atomica, che già una volta – e quella volta era pressoché disarmato – ha resistito a Hitler. Putin farebbe bene a non dimenticarlo. L’unico punto a suo vantaggio è che il Regno Unito oggi non ha ambizioni imperiali.
Ma le hanno gli Stati Uniti. I quali hanno già avvertito che – indipendentemente da qualunque cosa possa fare l’Ucraina – se i russi useranno anche soltanto le armi atomiche tattiche, la risposta della Nato (e ovviamente degli Stati Uniti) sarà devastante e catastrofica. E non hanno specificato in che cosa consisterà, salvo l’esclusione di una risposta atomica, soltanto per non dare il via all’escalation nucleare. L’ufficialità si ferma qui. Ma il generale David Petraeus, che abbiamo imparato a conoscere nella guerra dell’Iraq, non ha problemi a parlare chiaro. E dimostra che gli Stati Maggiori non tremano dinanzi alle minacce di chi è più debole.
“Solo per darvi un’ipotesi – esordisce con un understatement – risponderemmo guidando uno sforzo della Nato – un sforzo collettivo – che eliminerebbe ogni forza convenzionale russa che possiamo vedere e identificare sul campo di battaglia in Ucraina e anche in Crimea e ogni nave nel Mar Nero”. Anche lui esclude l’escalation nucleare, ma di fatto descrive la delimitarizzazione forzata della Russia meridionale e della flotta del Mar nero. Egli prosegue inoltre, dimostrando di conoscere la storia: “I russi hanno fatto soffrire Napoleone, i nazisti e via dicendo, ma non penso che Vladimir Putin sarà in grado di far soffrire l’Europa. L’Europa avrà un duro inverno, avrà flussi ridotti di gas, ma ce la farà e non penso che si dividerà sulla questione del sostegno all’Ucraina”. E anche questo è razionale. Rispetto alle sofferenze di una guerra, ciò che viviamo in Europa, e potremmo vivere il prossimo inverno, è assolutamente un nulla. Per così dire, la storia dirà che, se l’Europa vincerà questa guerra, l’avrà vinta gratis. Forse la prima della sua storia. Mentre se la Russia la perderà, passerà dai suoi sogni imperiali al suo status di Paese povero, di serie B, che dovrà ringraziare il cielo se riesce a sopravvivere. Il nucleare? Ce l’ha anche il Pakistan. E questo non l’ha reso né un Paese ricco né una potenza imperiale.
L’intervista di Petraeus non è vangelo. Ma dovrebbe essere imparata a memoria dagli occidentali che non sanno più che cos’è una guerra. Diciamo il 99%?
giannipardo1@gmail.com

COME RAGIONANO LE GRANDI POTENZEultima modifica: 2022-10-03T16:48:20+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “COME RAGIONANO LE GRANDI POTENZE

  1. Caro Nicola, sei sicuro che i russi riuscirebbero ad attivare e a rendere operative le 6225 testate nucleari e relativi vettori, per recapitarle a destino ?
    Io ne dubito. Tutto funziona ( o non funziona ) con l’informatica e l’elettronica e nelle contromisure elettroniche gli Usa sono più avanti.

  2. Beh, non e’ cosi’ semplice. Secondo uno studio piuttosto aggiornato, del 2022, il numero di testate nucleari nel mondo e’ il seguente:
    Russia 6255
    USA 5550
    Cina 350
    Francia 290
    UK 225
    Pakistan 165
    India 156
    Israele 90
    Corea N. (45)
    https://worldpopulationreview.com/country-rankings/countries-with-nuclear-weapons
    Ora, immaginiamo che si giunga ad un conflitto nucleare. Chi starebbe con chi? Non credo che Pakistan, India e Corea del Nord interverrebbero, almeno immediatamente.
    Dunque immaginiamo, da un lato: USA, UK, Francia ed Israele. Totale= 6155 testate nucleari;
    E dall’altro lato, Russia e (forse) Cina. Totale= 6605 testate. E anche se ci fosse la Russia da sola, sarebbe ancora superiore all’occidente in termini di testate nucleari.
    Certo non e’ un pensiero che aiuta a dormire la notte…

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