UN GOVERNO TENUTO INSIEME CON LO SPAGO

Di un’automobile che è quasi un rottame si dice che “è tenuta insieme con lo spago”. L’espressione è icastica: significa che la cosa funziona ma è destinata a non durare. Dunque possiamo dire che il nostro governo è tenuto insieme con lo spago.
Un governo è solido quando è sostenuto da un solo partito e questo partito ha la maggioranza: come avviene in Inghilterra col bipartitismo perfetto. Anche un governo di coalizione può essere solido quando è sostenuto da alcuni partiti che realmente sono uniti dallo scopo di condurre in porto una certa politica. Quando invece gli ideali sono divergenti, il governo è fragile e può cadere ogni volta che una delle forze che lo sostengono intraveda un’utilità nelle elezioni anticipate.
Il caso dell’Italia è un’eccezione e non rientra in nessuno di questi schemi. Se l’esecutivo guidato da Mario Draghi è solidissimo, tanto che otterrebbe la fiducia anche se proponesse un provvedimento demenziale, non è perché i parlamentari abbiano a cuore la stabilità dell’Italia o perché approvino la politica del governo: l’indecente verità è che i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno ben chiaro che, se escono dai palazzi del potere, non ci rientreranno più. Non è solido il governo, è solida la volontà di deputati e senatori di tenerlo in piedi per non dovere loro stessi perdere lo stipendio. Lo stipendio e soprattutto la pensione, se il governo cadesse prima del 24 settembre.
È questa la data fatidica. Infatti il futuro si divide in due parti: da ora a fine settembre, tutto calmo; da fine settembre – quando scatta la pensione dei parlamentari dei Cinque Stelle al primo mandato – soltanto punti interrogativi. Sono appena sei-otto mesi, ma otto mesi in cui non ci sarà più lo spago a tenere insieme il governo. Naturalmente anche in quel periodo perdere qualche mese di paga rimarrà sempre una remora: ma valendone la pena, ci si potrebbe comunque permettere una crisi di governo. Al massimo si anticiperà di qualche la fine del mandato.
Insomma c’è motivo di preoccuparsi. Senza l’interesse privato di molti parlamentari di sostenere il governo, che ne sarà della legge finanziaria, dei nostri impegni internazionali, delle riforme, della nostra economia e delle scadenze per continuare a beneficiare del Pnrr? L’Italia potrebbe improvvisamente passare da un governo stabile, competente e rispettato, ad un governo non solo inesistente (salvo che per il disbrigo degli affari correnti) ma addirittura costretto dal Parlamento ad una politica sleale e stracciona. Ipotesi inverosimile? E allora chiediamoci: “C’è qualcosa di inverosimile che il Movimento 5 Stelle, ed anzi tutti i nostri parlamentari, non potrebbero mai fare?”
Un’ancora di salvezza potrebbe essere quella di ricordarsi che i Cinque Stelle non detengono effettivamente le chiavi del governo. Il Movimento nel 2018 ha ottenuto il 32,7% dei voti ma – a parte il fatto che in quanto Movimento ha perduto per strada un bel po’ di eletti – c’è ancora in Parlamento una maggioranza di 67,3% di parlamentari “non grillini”, e costoro ben potrebbero mettersi insieme in un governo di salvezza nazionale. La domanda diviene: questi parlamentari sono interessati in primo luogo al bene dell’Italia o a quello loro personale? O pensano solamente al voto di primavera? Si può contare sul loro patriottismo? Voi quanto ci scommettereste? E ricordiamoci infine la promessa di Mario Draghi secondo cui se i Cinque Stelle parlano seriamente di appoggio esterno, o lasciano il governo, anche lui lo lascia. E sarebbe la crisi.
Insomma, a partire dalla fine di settembre, avremo comunque un altro governo. È vero che si tratta soltanto di alcuni mesi, ma per provocare qualche disastro anche la metà di quel tempo basta e avanza. Se i partiti “responsabili” lo fossero veramente, e se veramente si preoccupassero delle sorti dell’Italia, dovrebbero sin da oggi mettersi (segretamente?) d’accordo sul da farsi, in modo da non essere presi alla sprovvista. In particolare dovrebbero o progettare un governo fotocopia dell’attuale, senza i Cinque Stelle, oppure stringere una sorta di Patto di Ferro col quale si impegnerebbero a sostenere il governo per qualunque voto di fiducia richieda, esattamente come hanno fatto dal febbraio 2021. Se numericamente necessario, anche col contributo dei Fratelli d’Italia. Diversamente, da settembre in poi, il pallino l’avrebbero i Cinque Stelle. E per evitare il peggio non si saprebbe a quale santo votarsi.
Non si vuole con questo esprimere disprezzo nei confronti dei “grillini”. Probabilmente, in quanto individui, non sono peggiori degli altri. Ma sono pericolosi perché disperati. Dunque potrebbero fare qualunque cosa. Già molti di loro non saranno nemmeno ricandidati per la stupida regola dei due mandati; poi, mentre nel 2018 entrò in Parlamento il 32 e passa per cento di eletti pentastellati, ora la percentuale massima prevista è ad una sola cifra, mettiamo il 9%: e togliendo un terzo a questo 9% per il taglio dei parlamentari si scende al 6% di eletti. Meno di uno su cinque degli attuali. Dunque oggi essi sono una pattuglia di aspiranti disoccupati che non ha assolutamente niente da perdere.
Ecco perché gli altri partiti dovrebbero porsi seriamente la domanda: “Vogliamo salvare l’Italia per un semestre o poco più, rinunciando per questo tempo alle nostre divisioni, o vogliamo andare a ramengo solo per il piacere di far crollare la baracca?” Infatti la baracca non ha nemmeno lo spago per tenerla insieme.
giannipardo1@gmail.com

UN GOVERNO TENUTO INSIEME CON LO SPAGOultima modifica: 2022-07-06T08:34:08+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “UN GOVERNO TENUTO INSIEME CON LO SPAGO

  1. lei dimentica, credo, il fatto che quelli che non sono certi di tornare a roma a marzo sono il 90% degli eletti, e forse più (dovessi scommettere oggi affiderei i miei soldi solo all’on. fascina).

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