LA VERA SCONFITTA DI PUTIN

Gianni Pardo

LA VERA SCONFITTA DI PUTIN

Ai bambini si insegna a non giocare con i fiammiferi; agli adulti (incluso il sottoscritto) bisognerebbe insegnare a non giocare col futuro. Ciononostante, i fiammiferi rappresentano una tentazione pressoché irresistibile. Soprattutto quando il gioco non è puramente teorico, ma riguarda le nostre vite e risponde alla domanda: “Che cosa dobbiamo aspettarci, come sviluppo della situazione attuale?”

La guerra in Ucraina avrà un termine perché tutte le guerre hanno termine. Ma quali conseguenze lascerà? Ovviamente – cosa che non era scontata alla fine di febbraio – anche in futuro ci sarà un Paese chiamato Ucraina. Non sappiamo se i suoi confini orientali e meridionali saranno quelli del gennaio di quest’anno, ma già questa è una consolante certezza. Inoltre questa Ucraina sarà ferocemente anti-russa, convintamente nazionalista (perché avrà pagato col sangue, con molto sangue, e infinite distruzioni il diritto di ritenersi una nazione) e appassionatamente “occidentale”. Non sarà l’unica conseguenza.

La lunga pace seguita alla fine della Seconda Guerra Mondiale ha sconvolto le menti facendo credere a troppi che la storia “vecchio modello” fosse tramontata per sempre. Che la pace fosse l’unica situazione concepibile. Che l’apertura di tutti gli Stati al libero commercio e all’interscambio anche dei beni strategici fosse un “asset” per tutti i partecipanti. Tanto che nessuno mai avrebbe avuto interesse a violarlo. Che l’orso fosse un bonaccione che potremmo calmare con una carezza. Non Wild Bear ma Teddy Bear. Insomma un mare di fanfaluche che facevano torcere le budella ai vecchi nutriti di storia.

La guerra in Ucraina ha posto un termine a questa ubriacatura di ottimismo buonista. Chi ha creduto che il proprio neutralismo – realizzato (Finlandia, Svezia) o promesso (Ucraina) – fosse una protezione sufficiente, ha cambiato opinione. Chi reputava eccessivi gli allarmi dei Paesi Baltici o della Polonia ha visto che quelle ex Repubbliche sovietiche non esageravano affatto. Chi pensava che le spese militari fossero uno spreco ha finalmente capito che quello spreco si chiama “protezione del proprio Paese” e, addirittura, “protezione della pace”. E finalmente la Germania si affretta a riarmarsi, proprio a partire da queste settimane, stanziando per questo una montagna di euro. Non sono cambiamenti dappoco. Forse avremo addirittura anche un “esercito europeo”, anche se io non ci credo.

Come dicono molti, questa guerra in Ucraina rappresenta veramente un tornante della storia. Nulla sarà più come prima. In primo luogo si sarà visto che la Russia, armamento nucleare a parte, è una tigre di carta. Si è visto che uno Stato come l’Ucraina, male armato e che non si aspettava una guerra, può tenere in scacco il grande Orso Russo e la sua Armata Rossa, ubriaca di troppe sfilate a Mosca.

In secondo luogo, se il conflitto, prima di arrivare alla sua conclusione, richiederà qualche mese, avranno tempo di funzionare le sanzioni per la Russia (che già rischia il default in queste settimane, prima della fine di maggio) e per quel Paese saranno problemi. Infine, se la guerra dovesse prolungarsi ancora di più, l’Europa Occidentale potrebbe riuscire a diversificare talmente le proprie forniture energetiche, da togliere alla Russia l’ossigeno del miliardo di euro al giorno che riceve ancora attualmente.

Ma il grande sconfitto sarà Vladimir Putin. E non perché la Russia non si sarà annessa l’intera Ucraina ma perché sarà definitivamente venuta meno la possibilità di realizzare, in tempi prevedibili, il suo progetto di egemonia su larga parte dell’Europa centro-orientale. La linea di confine che da nord a sud, dagli Stati Baltici, alla Polonia e all’Ucraina, dividerà l’Europa Occidentale dall’Europa Orientale diverrà un’autentica frontiera, con guardie armate col dito sul grilletto. L’Occidente avrà paura del suo imprevedibile vicino orientale e non gli crederà più, nemmeno se tenderà la mano, per molti decenni ancora. Sarà palpabile l’isolamento di una Russia ridivenuta quel Paese primitivo che era prima dell’illusione comunista. Non si salveranno né i militari, né l’Armata Rossa, né l’oppressione comunista che si attestò per lunghi anni sulla linea Oder-Neisse, ma soltanto quegli intellettuali che si aggrapperanno a Tolstoi, a Dostoëvskij, a Ciaikovskij, e perfino a Mendeleiev. Cioè al contributo culturale e artistico che la Russia eterna ha dato all’Europa. Per il resto, l’inverno russo rischierà di durare undici mesi l’anno.

giannipardo1@gmail.com

LA VERA SCONFITTA DI PUTINultima modifica: 2022-04-14T10:58:28+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo