IL DEFIBRILLATORE RUSSO

La guerra in Ucraina è la più inattesa di sempre. Fino al giorno prima tutti gli esperti escludevano che potesse scoppiare. Certe farneticazioni pseudo-storiche di Putin – una delle quali era che, dal momento che la Russia è figlia dell’Ucraina, la figlia deve mangiare la madre – non erano un motivo sufficiente per aggredire un altro Paese e correre dei rischi.
Putin pensava che gli ucraini si sarebbero arresi subito, o perché entusiasti all’idea di ricongiungersi alla Grande Madre, o perché impauriti. Infatti all’inizio, dimenticando che nessuna guerra mai si svolge come previsto, si è parlato di una “operazione” di due o tre giorni. Poi, quando le cose si sono complicate, si è cominciato a dire che no, nessuno aveva mai parlato di tre giorni: e allora è opportuno fornire una prova oggettiva di quell’iniziale ottimismo.
La guerra è arrivata al mese di aprile e siamo al disgelo. Invece di essere duro e ghiacciato il terreno è molle e fangoso e un T90, che pesa 46 tonnellate, o si sposta sull’asfalto o affonda nella melma. Ma la strada è un percorso prevedibile e un missile Javelin (costo circa 60.000 €) può far fuori un carro che costa quattro milioni e mezzo di dollari. Mi pare ovvio che se Putin avesse temuto il disgelo avrebbe dato il via all’operazione uno o due mesi prima. Invece ha pensato di sbrigare la faccenda in pochi giorni e ora perde più carri del previsto, i suoi fanti – mandati a morire col solito disprezzo russo per la vita dei soldati – combattono casa per casa e il conflitto è in stallo. I russi possono prendersela con gli edifici ma le loro macerie divengono barricate e le finestre feritoie per l’appostamento dei cecchini. Un esercito partito per una parata si è ritrovato a Stalingrado. Col ruolo dei nazisti.
In questa guerra uno dei due contendenti dovrebbe essere Davide (l’Ucraina) e uno Golia (la Russia). Ma Davide ha un Alleato fuori campo, l’Occidente ricco e tecnologicamente progredito, e questo cambia le cose. Certo, ognuno ha i suoi svantaggi. Golia ha mandato avanti un esercito obsoleto, una quantità di uomini insufficiente e per giunta poco esperti e poco motivati; l’Alleato combatte con un braccio legato dietro la schiena, non potendo mandare all’Ucraina aeroplani, carri armati e via dicendo. Ma la potenza del denaro, tradotta in armi, finisce con l’avere il suo peso. I francesi non avevano torto quando dicevano che l’argent fait la guerre. Così, l’abbondanza di armi fornite dall’Occidente, combinata col coraggio e la volontà di combattere degli ucraini, fa sì che la lotta non appaia più impari. Mosca ha di che preoccuparsi.
Putin ha dimenticato che la Russia non ha la “potenza” demografica dell’U.R.S.S.; che ha un pil che è come quello italiano e soprattutto che non ci si può annettere un grande Paese se questo non lo desidera. Se i Romani ci riuscivano è perché non si facevano odiare. Viceversa si può opprimere la Polonia per mezzo secolo, ed oggi essa odia i russi come soltanto dei divorziati possono odiarsi.
È strano che Putin – appassionato di storia – la dimentichi. Non sono stati proprio i russi che hanno occupato l’Afghanistan per dieci anni ed hanno dovuto andarsene? E lì non hanno fatto quello che Stalin ha fatto patire agli ucraini nei primi Anni Trenta. Dopo l’Holodomor e le distruzioni di questi giorni, quanti secoli ci vorranno perché Ucraina e Russia siano amiche? Se l’Ucraina divenisse una provincia della Russia, per quanto tempo dovrebbe fronteggiare una guerriglia spietata e interminabile?
Il conflitto in Ucraina è “asimmetrico” anche per un’altra ragione. Putin ha scatenato un’operazione quasi formale pensando ad un’accoglienza entusiastica, ma non ha calcolato che, se la guerra si fosse protratta, economicamente tra la Russia e l’Occidente non c’è partita. Gli Stati Uniti da soli spendono per la difesa dieci volte quello che spende la Russia. Sul terreno Davide è l’Ucraina e Golia la Russia; ma nel mondo Davide è la Russia e l’Occidente è Golia.
Putin in realtà ha ritenuto che nessuno gli avrebbe sbarrato la strada. E non aveva tutti i torti. Da decenni l’Occidente non fa che predicare il disarmo, si dà tutte le colpe e, quando si presenta l’occasione di subire una prevaricazione, non la manca. L’ultima volta con la Crimea. Ma non si gioca a poker con la guerra. Putin non ha considerato che gli dei puniscono la hybris. Si possono invadere i Sudeti, fare un solo boccone della Cecoslovacchia e quasi dell’intera Europa, ma poi appare la Nemesi.
L’autocrate di Mosca ha tuttavia realizzato un miracolo. È riuscito a risvegliare il buon senso nell’Europa occidentale. Si sentono dire in giro cose desuete, come il fatto che la pace si preserva essendo armati; che non bisogna dipendere da terzi per le forniture strategiche; che bisogna porre un freno all’aggressività dei tiranni, perché se non reagiamo oggi, domani attaccheranno noi. Ed è Putin che ha applicato il defibrillatore sul petto dell’Europa.
giannipardo1@gmail.com

IL DEFIBRILLATORE RUSSOultima modifica: 2022-04-02T20:13:21+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “IL DEFIBRILLATORE RUSSO

  1. Qualche dubbio sul riferimento a Davide e Golia: “Sul terreno Davide è l’Ucraina e Golia la Russia; ma nel mondo Davide è la Russia e l’Occidente è Golia.”
    Nel racconto biblico il vincitore è Davide.

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