I VACCINI E LA FILOSOFIA DEL DIRITTO

In una lezione di storia della fisica, in televisione, ho sentito esporre questo concetto: ai tempi di Galileo Galilei non si sapeva che cosa fosse in sé e per sé la forza di gravità. In particolare come potesse agire a distanza, senza nessun contatto fra i corpi interessati. Del resto mi chiedo se lo sappiano gli scienziati di oggi, anche se hanno scoperto le “onde gravitazionali”. Certo non lo sappiamo noi comuni mortali. Ma – diceva quel professore – Galileo non si occupò della “natura” della gravità, studiò soltanto “come funzionava”, secondo quali regole e quali leggi.
Questa bella distinzione può essere utile anche oggi. A me servì per farmi mandare al diavolo da un assistente universitario di diritto penale al quale, ventenne, chiesi come quel diritto potesse funzionare, non potendosi dimostrare il libero arbitrio. Infatti senza libero arbitrio non si può avere responsabilità e dunque punibilità. Quel giovane spocchioso mi trattò come un seccatore. Come uno che avesse chiesto a un professore di medicina se Dio esiste o no. Eppure la mia domanda non era assurda. Avrebbe dovuto rispondermi: “Il diritto funziona ‘come se’. Come se fosse certo e dimostrato che l’uomo è libero di agire. Che poi l’uomo effettivamente lo sia non è questione giuridica, è questione filosofica. Vai a cercare un professore di filosofia”.
E infatti in filosofia del diritto presi la tesi: rimanendo così tendenzialmente eretico nel campo del giure. Perché indagare i fondamenti di qualunque istituzione corrisponde a metterli in discussione. La storia ci insegna che più si indagano i fondamenti della religione e più è facile divenire eretici. E tuttavia queste ricerche spesso servono a chiarire le idee.
In uno Stato democratico teoricamente è sovrano lo stesso popolo e le leggi mirano alla pace e alla prosperità comune. Cioè, come avrebbe detto Jeremy Bentham, “alla massima felicità del massimo numero di persone”. Principio assolutamente seducente e tuttavia pericoloso. Perché così lo Stato privilegia il “concetto di felicità” della maggioranza e quasi non prende in considerazione il “concetto di felicità” della minoranza. Che ha tutto il diritto di protestare. Ma la sua protesta non porta lontano perché l’unica alternativa al prevalere della maggioranza è che prevalga la minoranza. Oppure che non ci siano leggi e ci si abbandoni al caos: ma il rimedio sarebbe peggiore del male.
Lo Stato dunque vuol far star bene i cittadini, ma in quale ambito? Che esso cerchi di impedire e punisca gli eccessi, come gli omicidi, è plausibile, perché nessuno è felice di essere ucciso. Ma quando l’America impose il proibizionismo (perché “l’alcol fa male”) lo Stato ebbe cura della salute dei cittadini oppure si permise un’intollerabile intrusione nella loro vita privata?
Ecco, abbiamo qui i due poli: quella che punisce l’omicidio è una legge certamente buona e giusta (ed è infatti universale); ma fra essa e una legge come il proibizionismo, che oggi si reputa universalmente sbagliata, qual è il giusto mezzo? Qual è il criterio per stabilire il discrimine? La legge che impone la cintura di sicurezza in automobile è giusta o sbagliata? Tecnicamente è utile, come la legge che proibisce l’alcol; però se oggi la gente ha il diritto di ubriacarsi, non dovrebbe anche avere il diritto di rompersi l’osso del collo in auto? Io non conosco una soluzione teorica del problema. I casi in cui bisognerebbe stabilire che cosa è giusto e che cosa è sbagliato sono pressoché infiniti e sarebbe difficile trovare un criterio chiaro e che valga sempre.
Probabilmente la soluzione è pragmatica e dipende dai “mores”. Da ciò che la società reputa giusto in un dato momento storico: che è poi la genesi delle leggi. Ecco un esempio. Chiunque fa un lavoro pericoloso deve stare attento: è nel suo stesso interesse. Ma se non lo fa, che cosa deve fare, lo Stato? Secondo la mentalità classica, niente: ognuno è responsabile delle sue azioni e ne paga le conseguenze. Secondo la mentalità attuale, invece, lo Stato ha letteralmente il dovere di impedire che il cretino si faccia del male. È il concetto anglosassone di “foolproof”, a prova di cretino. Ed ecco le complicatissime impalcature edili di oggi, rispetto agli autentici “ammazzatoi” di un tempo. Ecco le cinture di sicurezza. L’assicurazione contro l’invalidità e la vecchiaia. La Rca auto e i medicinali che non si riescono ad aprire perché sono fatti in modo che non li possano aprire i bambini, a volte anche i bambini di settant’anni.
La gente non lo sa ma tutte le discussioni sulla legittimità (od opportunità che sia) del contrasto statale alla pandemia, si riducono ad una questione di filosofia del diritto.
I vaccini servono a preservare i singoli dal rischio mortale della pandemia. Dunque sono utili alla maggioranza della popolazione. Per questo lo Stato li offre gratuitamente e la gente va a vaccinarsi in massa, anche due o tre volte in un anno. E tuttavia, se qualcuno non vuole vaccinarsi, lo Stato può imporgli di farlo? Il singolo può sempre dire: “Nemmeno il suicidio è reato. Che importa allo Stato di come proteggo la mia salute?”
Certo, poi i non vaccinati intasano i reparti di terapia intensiva, costano alla Sanità Pubblica somme enormi, creano lutti e disastri, e qualcuno dice: “Il non vaccinato ha il diritto di morire soffocato, ma non di morire a spese nostre”. La discussione si allunga e si attorciglia abbastanza per costituire l’argomento di conversazione di tutte le televisioni da due anni a questa parte, fino all’indigestione. Dunque non parteciperemo alla diatriba.
Nella querelle fra pro vax e no vax qui interessa soltanto distinguere da un lato il punto di vista scientifico, nel quale non è il caso di entrare, e dall’altro il punto di vista giuridico. Per quest’ultimo basta dire che in diritto non esiste il giusto o l’ingiusto: esiste ciò che decide la società, e per essa lo Stato.
Che lo Stato imponga il punto di vista della maggioranza è la regola del funzionamento della democrazia. Chi non ne è contento si cerchi una nazione che la pensa come lui e vada a vivere lì.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
10 febbraio 2022

I VACCINI E LA FILOSOFIA DEL DIRITTOultima modifica: 2022-02-10T16:01:38+01:00da gianni.pardo
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6 pensieri su “I VACCINI E LA FILOSOFIA DEL DIRITTO

  1. Io francamente non capisco questa “libera scelta”. L’uomo e’ un animale sociale, e come tale deve darsi delle regole. Avete la libera scelta di guidare a sinistra sull’autostrada?

  2. GP, non voglio essere petulante, ma se vi e’ la costrizione, coercizione, ricatto, estorsione, minaccia, … qualunque cosa che infici la libera scelta, che qualcuno sia stato pure contento e’ un dettaglio non significativo, sepolto propria scatola cranica. Testimonianza non di valore perche’ pure questa puo’ non essere libera.

    P.S. Io ancora resisto. Non biasimo chi si e’ adeguato. Capisco che e’ dura.

  3. Siamo onesti: la maggioranza dei vaccinati si è vaccinata volontariamente, una minoranza dei vaccinati è stata costretta, o si è sentita costretta, da una sorta di ricatto. E poi ci sono i non vaccinati.

  4. Si dovrebbe anche smettere di dire che la maggioranza ha scelto di vaccinarsi…..
    in realtà trattasi di ricatto

  5. A volte e’ difficile capire le vere ragioni per cui lo Stato emana certe leggi o provvedimenti. Qui in Sudafrica, all’inizio della pandemia Covid venne deciso, tra l’altro, di proibire l’alcool. La ragione dichiarata era che gli ubriachi vanno in giro senza mascherina, infettando gli altri. E d’accordo, chinammo la testa e smettemmo di bere.
    Ma al proibizionismo alcolico se ne aggiunse ben presto un altro: il divieto di fumare. Le sigarette sparirono dai negozi. “ Ma perche’?” i poveri fumatori chiedevano. Che pericolo c’e’ se a casa mi fumo una sigaretta in pace? E chiaramente, il contrabbando di sigarette fioriva. A prezzi radoppiati o triplicati.
    La ragione di cio’ rimase misteriosa, finche’ non si scopri’ che Nkosasana Dlamini Zuma, la ministra che aveva emanato il provvedimento, aveva una grossa parte nel business del contrabbando di sigarette. E dopo un po’ le sigarette tornarono in circolazione.
    In questo caso lo Stato non imponeva certamente il punto di vista della maggioranza. Ma questa e’ Africa, d’accordo.

  6. …Per questo lo Stato li offre gratuitamente e la gente va a vaccinarsi in massa, anche due o tre volte in un anno. Lo Stato non offre nulla gratuitamente. Mi spiace che anche lei pensi che lo Stato abbia una pianta a Palazzo Chigi che produce danaro.

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