IL BALLETTO DELL’INCONCLUDENZA

Oggi 28 gennaio, alle ore 17,25, leggo questo titolo a tutta pagina dell’Ansa: “Il centrodestra si astiene nel sesto voto. Pd, M5S e Leu voteranno scheda bianca”. Ora, se non ricordo male, è stamattina, nella votazione cominciata alle undici, che si sono astenuti Pd, M5S e Leu. Ma almeno il centrodestra un nome l’ha indicato e l’ha votato. Nella votazione di questo pomeriggio, secondo il programma, avremo metà Parlamento che si astiene e l’altra metà che vota scheda bianca. Certificando la propria impotenza, la propria insignificanza, la propria inconcludenza confinante con l’Alzheimer. Come leggere questo disastro?
Se il prosieguo dipendesse dai cittadini italiani, manderebbero a casa questa accozzaglia di incapaci di tutto, salvo che di rancore, e chiederebbero le urne per avere un nuovo Parlamento, se possibile con diversi deputati e diversi senatori. Ma, in questa tornata, i cittadini non hanno diritto di parola. Ed è una fortuna, perché il turpiloquio non è mai stato un spettacolo commendevole.
Se invece il seguito dipendesse dai leader, sarebbero capaci di litigare per l’eternità, perché a molti di loro non stanno a cuore le sorti del Paese, la sua governabilità, e perfino la dignità della politica agli occhi dei cittadini, ma soltanto il loro particulare, come avrebbe detto Guicciardini. Nel senso deteriore del termine. Per esempio, con lo spettacolo di oggi, rischiano di irritare i cittadini e contribuire alla disistima del mondo politico che già prima aveva ben poco da perdere, ma che ora ha aggiunto al dramma il ridicolo.
Ma c’è un terzo attore, in questa tragedia, di cui coloro che si credono importanti farebbero bene a tenere conto. Infatti, i leader non dovrebbero dimenticare che non hanno nessun potere, sui grandi elettori, neppure quello di imporgli di astenersi o votare scheda bianca. Dunque, se costoro si spazientiscono, possono ricordarsi che le indicazioni di voto sono soltanto tollerate. È umano che chi può promettere un beneficio o minacciare una sanzione, avendo conoscenza del contenuto del voto, ben può influire sul comportamento del votante. Ma tutto questo, come detto, è tollerato: teoricamente qualunque voto di un parlamentare deve essere dato “secondo coscienza”. Ed è proprio per questo che la Costituzione, all’art.67, specifica che il parlamentare esercita la sue funzioni “senza vincolo di mandato”.
I grandi elettori potrebbero dunque dirsi: “Mettiamoci d’accordo fra noi e votiamo un candidato”. O, più semplicemente, dire: “Andiamo in aula e, se un nome ci sembra accettabile, non facciamo storie, non ascoltiamo nessuno, votiamolo e facciamola finita”. E c’è perfino una terza soluzione, da tenere ben presente: senza nessun accordo, per semplice stanchezza, i grandi elettori potrebbero adottare la seconda soluzione. Anche perché i leader non potranno certo osare continuare a chiedere l’astensione, e nel segreto dell’urna, come diceva Guareschi, “Dio ti vede, Stalin no”. Almeno da noi, dove un voto segreto è veramente segreto.
Qualcuno si potrebbe chiedere: ma i grandi elettori avranno il coraggio di andare oltre l’insipienza dei capi? E la risposta è sì, è possibile, ma non perché abbiano coraggio o perché la cosa richieda coraggio: ma proprio per la ragione opposta, che possono votare come vogliono senza correre nessun rischio. E credo proprio che, se continua così, non se ne priveranno.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
28 gennaio 2022

IL BALLETTO DELL’INCONCLUDENZAultima modifica: 2022-01-28T18:04:12+01:00da gianni.pardo
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