LA MOSTRIFICAZIONE

Grazie all’eccellente scelta di Mario Draghi, e grazie all’energia dell’uomo scelto, il generale Francesco Paolo Figliuolo, l’Italia ha intrapreso una coraggiosa e veloce campagna di vaccinazione con la quale ha praticamente sconfitto il Covid-19. Non soltanto la maggioranza degli italiani è stata vaccinata, ma presto lo saranno stati tutti coloro che lo desiderano, fino a giungere ad uno di questi due risultati: o la sconfitta del Covid, o la morte soltanto di coloro che avranno rifiutato di vaccinarsi.
Naturalmente il virus non scomparirà dal nostro orizzonte. A fine anno chi si è vaccinato fra i primi dovrà rivaccinarsi, come facciamo da decenni per l’influenza. Mi chiedo addirittura se non si arriverà ad un vaccino antinfluenzale che conterrà anche il principio attivo contro il Covid. Ma pciò che importa è che della pandemia – non grazie alle discussioni in televisione, non grazie alle preghiere all’Onnipotente, e neppure grazie alle mascherine, ma soltanto alla farmacologia scientifica – presto dalla pandemia usciremo per sempre. Sempreché siamo disposti a vaccinarci contro il Covid come lo siamo stati contro il vaiolo, che abbiamo fatto scomparire dal panorama delle patologie. Ma esistono milioni di persone che non vogliono vaccinarsi. Come mai? E qui mi permetto di avanzare un’ipotesi.
La pandemia del Covid-19 si è manifestata con un quadro da peste bubbonica. Ospedali intasati, posti di terapia intensiva insufficienti, morti a migliaia, la vita sociale assolutamente stravolta e un clima da fine del mondo. Proprio non c’era da scherzare. Non soltanto morivano soprattutto i più anziani, ma era una morte orribile, per soffocamento. E sostanzialmente non c’era risposta. L’unica risposta possibile era la prevenzione. Certo, l’ideale sarebbe stato il vaccino, ma un vaccino non lo si inventa, non lo si sperimenta e non lo si produce in quattro e quattr’otto.
Così l’unica parata, per chi poteva permettersela (per esempio i pensionati) era evitare il contagio stando rintanati in casa. Senza vedere nessuno e continuando a far parte dell’umanità soltanto per via elettronica. E tuttavia quando, battendo record di velocità, il vaccino è stato disponibile, molti non hanno voluto vaccinarsi. Ed è questa la stranezza che bisogna cercare di spiegare.
La pandemia è stata una cosa molto seria. Questo significa che ne hanno parlato da mane a sera tutte le televisioni, ne hanno scritto tutti i giornali, e per tutti è stato l’argomento centrale, fino a divenire talmente importuno da suscitare in alcuni – o almeno in me – una crisi di rigetto. E nella crisi di rigetto c’era una giustificazione.
Che ci disperassimo quando non sapevamo come difenderci, quando non avevamo un rimedio, era comprensibile. Ma dal giorno dopo quello in cui ho ricevuto la seconda dose, io avrei tanto amato che si parlasse d’altro. Bastava scrivere sulla copertina del dossier “Covid”: “Vaccino” e non parlarne più, come per l’influenza. Per l’influenza bisogna vaccinarsi ogni anno, ma non è una ragione per parlarne quotidianamente.
Ma se questa è stata la reazione di tante persone ragionevoli, in altre l’interminabile allarme ha prodotto un effetto inverso. L’infinito dibattito su come agisce il virus, su come muta, su come colpisce, su come lo si può combattere, analizzando minutamente quali rischi si corrono, come andrà fra due o tre stagioni, e via dicendo, ha trasformato la malattia in una sorta di Armageddon. Da che era un minuscolo agente patogeno che provocava una malattia, il virus, vaccino o non vaccino, si è trasformato in un mostro invincibile contro il quale la scienza era impotente e manifestava soltanto la sua confusione mentale e la sua pochezza.
La “mostrificazione” del Covid è stata tale che la gente semplice, ignorante e impressionabile ha fatto di tutta l’erba un fascio. Ha messo sullo stesso piano scienziati e imbecilli, catastrofisti e opinionisti, giornalisti e politici, effetti benefici ed effetti collaterali e, per finire, Covid e vaccino. “Non voglio avere a che fare con niente di tutto questo. Non mi fido di nessuno”. Così, mentre con la vaccinazione di massa l’allarme “scientifico” andava a diminuire e quasi scemare, il fatto di continuare a parlarne, sceverando le minuzie più futili, nelle teste confuse ha fatto crescere la diffidenza. Al punto da credere che fosse più pericoloso il vaccino che la stessa malattia. “Meglio lasciar fare alla Natura”. Quella stessa Natura che ha provocato la peste di Atene, la peste del ‘600, e tante altre, ma tant’è. Ed ora siamo costretti a leggere questo titolo, sull’Ansa: “Covid, morta undicenne. La sua famiglia non era vaccinata”.
La conclusione è mesta. Sarebbe stato stupido non temere il contagio, e non proteggersi con la prevenzione, quando non c’era altro rimedio. Ma altrettanto stupido è oggi non riprendere a vivere col vaccino. Ma questo può avvenire soltanto se si considera il Covid-19 una malattia che il vaccino combatte efficacemente. Se invece lo si considera un gigante mostruoso e invincibile, di cui continuare a parlare dalla mattina alla sera, un gigante alleato con Bigpharma per ammazzarci col vaccino, e questo soltanto per fare arricchire le multinazionali, allora non c’è speranza.
A meno che la spiegazione del fenomeno non sia una sorta di reazione di “Madre Natura”, quella cui i No-vax vorrebbero lasciare mano libera, la quale riprende il filo della selezione naturale, facendo perire i meno “fit” per la vita, e cioè gli imbecilli. Ma la bambina di undici anni?
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
28 giugno 2021

LA MOSTRIFICAZIONEultima modifica: 2021-07-28T12:11:38+02:00da gianni.pardo
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14 pensieri su “LA MOSTRIFICAZIONE

  1. Giusta domanda. Con il Covid. Ma:
    1 Rimane sempre il dubbio che senza questa ulteriore causa non sarebbe morta (e poi che ne sappiamo delle sue condizioni sanitarie?).
    2 Quand’anche in questo caso la notizia, per come l’ha data l’Ansa, fosse “tendenziosa e imcompleta”, nel senso che la ragazzina sarebbe morta lo stesso giorno anche se non avesse contratto il Covid, nulla impedisce di considerare che il fatto si potrebbe benissimo verificare altrove, con altri soggetti. Tenga presente questa catena. Io non mi vaccino. Contraggo il vaccino. Contagio a mia volta mia moglie. Io guarisco. Mia moglie muore. Lei vede un nesso di causalità?
    Grazie del commento, intelligente benché tanto sintetico.

  2. La signora ha ragione da vendere nel non avere fiducia in questa classe politica. Però sembra dimenticare che nel caso del vaccino per il Covid, si parla della classe politica di tutti i paesi del mondo, dalla Cina alla Russia agli USA, passando per la vecchia Europa. Regimi molto diversi ed in conflitto tra loro: tutti d’accordo segretamente per decimare le popolazioni? Oppure tutti che hanno interesse a non essere rieletti alle prossime elezioni, quando gli effetti collaterali dei vaccini avranno rovinato la salute dei loro concittadini?

  3. x Roberto; Mmm, ma statisticamente il suo personale esempio ha poco significato. L’esito felice è valutato ex post e risulta inutile per basarvi una “decisione universale di politica sanitaria preventiva”, basata sul principio che lo Stato DEVE prendersi cura, gratuitamente, della salute di tutti i cittadini, in via non solo eventuale ma anche preventiva. Ovvio quindi che, avendo offerto questa ineludibile “garanzia assicurativa”, lo Stato si trovi autorizzato a pretendere il rispetto di tutte le cautele che, “secondo scienza e ragionevolezza”, appaiono – allo stato attuale – idonee a “minimizzare il rischio” anche per l’ “ambiente sociale”, rischio che, statisticamente, è notevole. (Per assicurare la casa contro il furto, ho dovuto installare antifurto e inferriate; mi hanno risparmiato il fossato intorno con coccodrilli…).
    Ma nulla esclude che, anche in gravi malattie, vi possa essere “guarigione spontanea e inspiegabile”: Magnani, in “Spiegare i miracoli” illustra bene come, a petto del 99,999% delle “preghiere” senza successo, vi sia – e la scienza lo sa bene – uno 0,001% di guarigioni “spontanee”. Ma ciò non giustifica affidarsi alle preghiere respingendo gli antitumorali. Certo il suo non è “miracolo” ma una particolare “fortuna” nel comportamento di certi meccanismi del suo corpo; e la biologia non è fisica newtoniana. Ma si può proiettare questo sull’intera collettività?
    Un’alternativa razionale potrebbe essere “fate come vi pare, io curo solo chi si è vaccinato, gli altri si arrangino e paghino pure i danni a chi si ammala per causa loro”. Che forse sarebbe non proprio gradito.
    Naturalmente, la paura (della morte, della malattia) da un lato e la responsabilità attribuita allo Stato (anche per caduta di meteoriti e terremoti: “che cosa avete fatto per impedire l’evento e le conseguenze, eh?”), tenuta in funzione a lungo ai due estremi, porta poi a sbroccamenti di Donatelle e di Massimi (vedi articolo sopra), “umanamente comprensibili”, ma con questo limite.
    E sul presupposto che lo Stato funzioni! Perché, per esempio, mia moglie con doppia dose allo Spallanzani di Roma a metà aprile, risulta “sconosciuta” al Ministero e quindi impossibilitata ad avere il celeberrimo green pass. Ma queste sono altre storie.

  4. Le voci in dissenso, argomentate e cortesi, sono sempre le benvenute. Se la pensassimo tutti esattamente nello stesso modo, di che parleremmo?

  5. OK, lo ammetto. La definizione di NOVAX mi calza. Non credo che il vaccino stia funzionando. Vedo la stampa appiattita su unica posizione servile a sostenere senza alcuna vergogna tesi inverosimili, contraddittorie e mutevoli anche in pochi giorni, voci critiche bandite dalla comunicazione mainstream (ritengo che un processo intelligente debba avvalersi di tali voci), mi dicono che noi guariti (io sono guarito e non vaccinato) siamo meno al sicuro del vaccinato (che io sappia un vaccino ha come obiettivo stimolare il mio sistema immunitario, al massimo un vaccino funzionante puo’ ottenere una sicurezza paragonabile alla mia…)

    E mi riaggrappo a Feyerabend: la scienza e’ una nuova mitologia. Il vaccino un atto di battesimo. Quando ero malato non mi hanno curato. Ho chisto un anticoagulante, ma il mio medico di famiglia ha detto di aspettare (protocollo Speranza), cosi’ ho preso l’ unico farmaco con tale effetto procurabile senza prescrizione, che avevo abbandonato lda decenni: l’ aspirina.

    Naturalmente come sempre si vede cio’ che si vuol vedere ed io un abnorme uso di potere lo vedo. Ormai il Covid sarebbe contenibile, lasciar andare i contagi e curare la gente prima che la tempesta di citochine devasti i polmoni, ma i malati sono abbandonati e i padroni della nostra paura e della nostra speranza ci propongono solo in loro atto di battesimo: il vaccino (a scatola chiusa….)

    E cosa c’ e’ poi di scientifico? Lei stesso GP ha ribadito i superamento dell’ Ipse Dixit. Un esperimento va replicato. Sappiamo noi valutare il vaccino? Io sono guarito. Se fossi guarito da vaccinato mi avrebbero detto “meno male che eri vaccinato altrimenti ora non saresti piu’ tra noi” (anche i vaccinati si ammalano..), mentre ora mi dicono “se fossi stato vaccinato non lo avresti neanche sentito”. Ovviamente tutto cio’ non e’ popperianamente falsificabile, quindi non scientifico.

    Ed ancora una volta GP siamo di convinzioni diametralmente opposte (anche sulla stima per Draghi e Figliuolo) 🙂 🙂

  6. Guardi, se avessi il tempo da perdere che ha Lei, le potrei fare una lunga lista delle cose di cui è vittima. Ma poichè non ho tempo da perdere, mi limito a dire che Lei è vittima di statolatria.

  7. Vede, Pardo, Donatella Iannone è vittima inconsapevole di marchiani errori di comunicazione, ormai riconosciuti, sul Covid e sui vaccini:
    1) sottovalutazione iniziale del Covid (scusabile con la “novità”);
    2) mitizzazione del vaccino come “arma totale e definitiva” (ora, con l’esperienza sul campo, sappiamo che sono nate varianti e che comunque non protegge “dalla tosse”, ma dalle conseguenze ben più gravi);
    3) previsioni ottimistiche sullo “spegnimento automatico” col semplice decorso del tempo, in analogia con altre esperienze; possibile, ma all’epoca nessuna certezza;
    4) eccesso di rassicurazioni su possibili effetti collaterali, ma basato su esperienze non massive;
    5) eccesso di fiducia sulla “esattezza della scienza”, che va bene per i viaggi verso Marte di oggetti inanimati ma da trattare con prudenza quando si tratta di medicina e biologia su quegli oggetti strani che sono gli umani.
    A ciò aggiungiamo il panico delle prime settimane quando fu evidente l’impreparazione, l’eccesso di fiducia sulla “forza degli italiani” (cori, canzoni e bandiere) e sui tempi brevi della soluzione. Purtroppo l’esperienza della vita si fa vivendo e non basta l’ottimismo e la fiducia contro la realtà di un “nemico” che non si conosce ancora bene.
    Su questo si sono gettati avidamente i media, stimolando e accogliendo il primadonnismo di scienziati o presunti tali che evidenziano le “incertezze” proprio di quella scienza, senza mai dire “non ne conosciamo abbastanza”.
    E naturalmente anche il governo ne è influenzato, perché non sta spedendo un trabiccolo su Marte ma ha a che fare con umani/elettori che sentono campane diverse.
    E se non bastasse, ci sono i “distorti” (https://www.linkiesta.it/2021/07/storia-ideologica-stracciona-movimento-no-vax/) . Quindi, non c’è da stupirsi delle Donatelle o dei Giovannini, e non c’è neanche da pensare di fargli cambiare idea neanche con i numeri: sarebbe una sconfitta della propria individualità particolare; un’offesa.

  8. No Pardo. Per non fidarsi di questo vaccino non occorrono competenze, occorre non avere la minima fiducia in questa classe politica. Tutto qui.
    Non è questione di essere pro o contro vaccini, è che io di questa classe politica – che ha mentito su tutto quel che poteva – non ho alcuna fiducia.
    Ma poi dico io, proprio Lei? Proprio l’uomo che in questi anni ci ha messo in guardia dai rischi di idolatrare il Leviatano?
    Che delusione…

  9. Ma, signora Iannone, per distinguere “questo” vaccino da “altri” vaccini bisogna avere una competenza che non ha né un medico normale né un farmacista normale. E .lei vorrebbe attribuire questa competenza alla gente non qualificata, a quelli che si abbeverano alla televisione?
    Forse Lei avrebbe potuto esprimersi in maniera più dubitativa. Grazie comunque del commento.

  10. Ma l’ipotesi che molti non vogliano vaccinarsi perchè non si fidano non dei vaccini in generale ma di questo vaccino, vogliamo considerarla o no?
    Ma mi meraviglio di Lei. Che tante cose ha scritto sul Leviatano e invece ha appena scritto un post denso di statolatria.

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