TIFIAMO PER IL PEGGIORE

Se dovessi dare una definizione di “tifoso” in senso calcistico, direi: “Il tifoso è un appassionato sostenitore della propria squadra, che si dispera quando perde e si entusiasma quando vince”.
Questo genere di “sportivo” ha dunque la caratteristica di essere programmaticamente fazioso. Se anche la sua squadra del cuore è la Pro Bagnacavallo, nel caso questa squadra incontri la Juventus di Torino, non importa quanto sia blasonata la squadra piemontese, il tifoso bagnacavallese spera che la Juventus sia battuta, anche per infortunio del suo migliore campione, anche per errore dell’arbitro, anche su autogol, anche se per mera sfortuna. Il tifoso non scende a compromessi, right or wrong, my team.
Questo schema si riproduce anche in campo politico, dove sarebbe lecito sperare in una maggiore razionalità. Ma rimane il fatto che ognuno spera nelle fortune del proprio partito (anche perché ne condivide i programmi) e nelle sfortune di tutti gli altri (anche perché non ne condivide i programmi).
Rimane da stabilire, in campo politico, come “tifare” quando il match non include il nostro partito. Normalmente, in questo campo, si tifa per “il male minore”. “Sono comunista, odio i socialisti, ma se i socialisti scendono in campo contro i fascisti, tifo per i socialisti”. E tuttavia anche questo elementare ragionamento soffre delle obiezioni.
“Il Partito Amaranto non è il mio partito e delle sue sorti non mi importa un accidente. Ma ora si battono per la sua segreteria il signor Bianchi, che è un emerito cretino, e il signor Rossi, che sarà un figlio di puttana, ma almeno non è cretino. Chi devo desiderare che vinca?” Ecco un modo chiaro di porre il problema.
Normalmente, essendo disinteressati, si dovrebbe dire: “Vinca il migliore”. Ma se stiamo parlando dell’esercito nemico, e in quel Paese stanno scegliendo il Capo di Stato Maggiore, dobbiamo dire: “Vinca il migliore”? Non ci conviene meglio che abbiano un capo incompetente, incapace, insomma un cretino? Perché contro un simile disastro di Capo ci sarà più facile vincere che contro “il migliore”.
In questo momento, in Italia, chiunque non sia “grillino” si sta ponendo un problema simile. Non ho alcuna influenza sulle sorti del Movimento, ma nel mio cuore che cosa devo desiderare, che vinca Grillo, che vinca Conte? Ed è qui che mi sono trovato in crisi.
In primo luogo, so perfettamente che dovrei augurarmi la vittoria del peggiore, ma questo è così contrario alle mie abitudini, che soffro soltanto all’idea di doverlo fare. E c’è di peggio: francamente, fra Grillo e Conte, non so chi sia il peggiore.
Provo a fare mente locale. Grillo è un predicatore demente. Un profeta apocalittico. Una sorta di Giovanni Battista, di Savonarola, ed anche un po’ di Robespierre. È anche un campione di coprolalia. Ma è figlio di sé stesso, e se è folle, è un folle trascinatore. Era forse più sano di mente Pierre l’Ermite? E tuttavia è rimasto nella storia. Dunque Grillo potrà essere un personaggio negativo, ma è un personaggio fuori misura, king size, si direbbe oggi. Ha avuto parecchi precursori (fra cui Guglielmo Giannini, Poujade e tanti altri) ma nessuno ha avuto il suo successo. Dunque è un personaggio storico su cui i fari non si spegneranno mai. E col tempo si dimenticheranno anche i lati imperdonabili del suo carattere e del suo comportamento, per badare al significato storico della sua irruzione nella realtà italiana.
Chi è Conte, invece? Conte è un nessuno che si è trovato al momento giusto nel posto giusto. Come quando, volendo festeggiare il milionesimo utente che passa su un ponte a pedaggio, si ferma un ignaro automobilista, gli si rivela di essere appunto quel milionesimo, e lo si ricolma di onori e regali. Conte di suo ha rivelato di essere senza scrupoli, capace di mentire senza il minimo rimorso e senza il minimo pudore, capace di cambiare bandiera non secondo come cambia il vento, ma come cambia la minima brezza. Capace di obbedire a Salvini, finché Salvini è al governo, e di insultarlo non appena si dimette. Inoltre non dimostra neppure altre qualità. Non appare particolarmente colto, particolarmente dotato per la politica, particolarmente dotato per qualcosa che non sia il vestiario. No, Conte è decisamente peggiore di Grillo.
Tifiamo perché riesca ad esautorare il Padre Fondatore.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com

TIFIAMO PER IL PEGGIOREultima modifica: 2021-07-01T14:41:13+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “TIFIAMO PER IL PEGGIORE

  1. Insomma, vedo che per lei, come per gli altri amici che mi hanno scritto, l’idea di tifare per Conte, anche se sarebbe il più dannoso per il M5S (e dunque il migliore per chi non ha simpatia per quel Movimento) è troppo indigesta. Quanto alla digestione, mi associo. Ma rimane che è meglio avere un avversario inetto che un avversario valido. Sempre ammesso che Grillo sia valido. E niente è meno sicuro.

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