IL PRAGMATISMO, IL CARATTERE, L’INTELLIGENZA

IL PRAGMATISMO, IL CARATTERE, L’INTELLIGENZA

Criticare Walter Veltroni è come sparare sulla Croce Rossa. Per questo va subito detto che quest’uomo non potrebbe avere il passato che ha, e non potrebbe avere il posto che occupa oggi, se fosse soltanto uno sprovveduto.

Le principali qualità di un politico sono il pragmatismo, il carattere e l’intelligenza. La prima qualità è essenziale perché la politica è l’arte del possibile e chi manca del senso della realtà ha difficoltà a distinguere ciò che è attuabile da ciò che non lo è. Il carattere è essenziale per incidere sulla realtà: infatti è la qualità per la quale un uomo, a volte rischiando di essere annientato, determina gli avvenimenti piuttosto che subirli. L’intelligenza infine, sulla base delle caratteristiche precedenti, può dire qual è la mossa più opportuna. Il tutto, naturalmente, senza tenere in alcun conto la morale.

Gli esempi storici sono abbondanti. Romano Prodi è stato un campione del pragmatismo. A capo di una coalizione incoerente e rissosa, chiamato a governare in una situazione impossibile, si è sempre piegato a ciò che, in quel momento, poteva assicurargli la sopravvivenza. Per questo è stato capace di durare dove altri non avrebbe saputo. Il carattere gli è servito a mediare, ad inghiottire rospi, a frenare la propria suscettibilità. Ha seguito l’aureo principio per cui si dice: “Sono il loro capo e dunque li seguo”.

Charles De Gaulle invece è stato un campione del carattere. Mentre il suo intero mondo e la Francia crollavano, è rimasto diritto, lungo i suoi quasi due metri, ed ha pensato solo a come far ritrovare alla sua patria un futuro e l’onore. Si è comportato come se i messaggi sconfortanti della realtà non lo raggiungessero ed ha mirato – con uno straordinario carattere da visionario – a ciò che ha realizzato quattro anni dopo: entrare a Parigi alla testa della Seconda Divisione Blindata francese.

Dell’intelligenza in politica è più difficile parlare: sia perché di solito i grandi non ne difettano seriamente, sia perché, da sola, è più uno svantaggio che un vantaggio. È in combinazione con le altre due qualità che dà il meglio di sé.

Walter Veltroni è un politico puro. Nella vita non ha mai fatto altro. Non ha nemmeno studiato abbastanza seriamente per ottenere un diploma di liceo classico o scientifico. E dal momento che è arrivato molto in alto – Direttore dell’Unità, Vice Primo Ministro, Segretario del Partito Democratico – sicuramente non gli manca il pragmatismo: ha per esempio capito che oggi le punte polemiche, l’asprezza dei modi e l’arroganza alla lunga non pagano. D’Alema ne sa qualcosa. Meglio dunque apparire come l’uomo del dialogo, del comportamento civile e garbato.  Queste caratteristiche – pure se fanno rischiare il giudizio di inconsistenza – servono egregiamente per guidare una squadra in tempo di pace: ma purtroppo questo tempo è finito. Il Pd è all’opposizione e se è vero che Prodi ricuciva ogni giorno la tela di Penelope della sua coalizione, è pure vero che tutti i partiti che la componevano erano seduti su una bomba, sapevano che se avessero perso il potere, chissà quando l’avrebbero rivisto e dunque c’era modo di farli ragionare. Veltroni invece è costretto ad un esercizio senza rete. I suoi oppositori non hanno nulla da perdere. Lui stesso capeggia un partito che non è un partito ma due partiti. Ha un alleato che è un concorrente e un nemico. Infine ha di fronte una maggioranza che gode di un insolito credito nel Paese. In una situazione così difficile è comprensibile che si annaspi e per ribaltarla contro venti e maree sarebbe necessario il carattere di De Gaulle: ma è esattamente ciò che manca al Segretario del Pd.

Si è eletto questo eterno adolescente come il re travicello che si sperava non avrebbe dato fastidio a nessuno e ci si è accorti d’avere bisogno di un Alessandro il Grande, di un Hernán Cortés, di un guerriero capace di trascinare i suoi uomini perfino in una battaglia senza speranza. Forse Veltroni avrebbe saputo fare tutto quello che ha fatto Prodi: oggi invece non è nemmeno capace di gestire un alleato come Di Pietro, se necessario facendone un nemico.

Non è un campione del carattere e, secondo le previsioni attuali, sarà messo da parte come un esecutore incapace.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

24 gennaio 2009

IL PRAGMATISMO, IL CARATTERE, L’INTELLIGENZAultima modifica: 2009-01-25T11:01:43+01:00da Giannipardo
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