LE SCIOCCHEZZE DI BRUNETTA

Ferdinando Zucconi Galli Fonseca (è il suo nome,  non la storia della sua vita), ex-primo presidente della Corte di Cassazione, e dunque persona altissimamente qualificata, ha scritto una lettera al Corriere della Sera (30/10/’08) in cui fa notare come l’intenzione del ministro Brunetta di imporre i “tornelli” anche per i magistrati sia assurda. “Non crede lei, chiede a Sergio Romano, che i ministri del nostro governo, per rispetto del loro ruolo istituzionale e anche della loro immagine, dovrebbero bene informarsi prima di rilasciare dichiarazioni programmatiche svincolate dalla realtà?”

Bisogna dargliene atto, la proposta di Brunetta per i “tornelli” è effettivamente assurda, per motivi tecnici. Ma bisogna guardarsi dal prestare all’avversario intenzioni che non ha, per poi trattarlo da sciocco. Soprattutto quando sia nota la sua competenza e ciò che ha detto in altre occasioni.

Brunetta è un uomo che parla fuori dai denti. Va spesso avanti a braccio e con impeto. Ecco perché gli capita di dire cose che, espresse in un certo modo, sembrano sciocchezze. In realtà il ministro ha detto e ripetuto molte volte, in parecchie apparizioni televisive, che sa benissimo di che parla, e in particolare che si commette un errore pensando che non si possa valutare il rendimento del lavoro, qualunque genere di lavoro. Si può valutare il rendimento di un primario ospedaliero, di un professore di filosofia, di un pubblico ministero come di un cantante lirico. Ché anzi, se la misurazione del tempo dedicato al lavoro può servire da alibi all’impiegato inefficiente (che può farci, se è lento?), negli altri casi si giudica dai risultati e per molti potrebbe essere peggio. Il viaggiatore di commercio sarebbe ben contento di avere uno stipendio assicurato, in base alle ore passate lavorando. Ma al datore di lavoro in questo caso importa il risultato, le commesse, non la sofferenza del lavoratore.

I magistrati non sono tutti uguali. Ce ne sono che operano con passione e si ammazzano letteralmente di lavoro: è così che è morto mio cugino C.Sciuto (quasi mio fratello) Presidente di Sezione della Corte di Cassazione. Ma moltissimi (lo dicono sia gli avvocati sia i loro colleghi) sono lungi dallo strapazzarsi. Avendo un carico di lavoro assurdo ed essendo giustificati a priori se non possono smaltirlo, ne approfittano per non fare neanche ciò che potrebbero fare.

Non si tratta di “tornelli”. Il ministro Brunetta sa benissimo che si può valutare l’efficienza dei magistrati solo in base ai risultati prodotti. Nessuno chiede una misurazione al millimetro: ma se un giudice produce il doppio di sentenze di un altro, non può essere che al primo siano capitati tutti i casi facili e al secondo tutti i casi difficili.

L’ex-primo presidente della Corte di Cassazione, invece di prendere per cretino Renato Brunetta, avrebbe fatto meglio a dare una mano per perfezionare gli strumenti di misurazione dell’efficienza. Sempre che il suo intervento non avesse il duplice scopo di irridere il ministro e dichiarare ogni controllo inammissibile.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

Chi vuol essere sicuro che il suo commento mi giunga, oltre ad inserirlo nel blog, me lo spedisca al superiore indirizzo e-mail.

31 ottobre 2008

LE SCIOCCHEZZE DI BRUNETTAultima modifica: 2008-10-31T18:20:40+01:00da Giannipardo
Reposta per primo quest’articolo