LA VERA RICCHEZZA

LA VERA RICCHEZZA
Quando si pone l’aggettivo “vero” dinanzi ad un concetto si rischia di apparire pedanti prima ancora di cominciare. Quell’aggettivo infatti significa: “Fino ad ora avete pensato questo o quello ma non ne avete capito niente. Ora arrivo io…”.
Per giunta, se appena appena si conoscono di dialoghi di Socrate, si sa che nulla è più rischioso del lanciarsi a dare definizioni senza riflettere. Si rischiano in questi casi tutte le cattive figure che, a proposito di ciò che è “sacro”, fanno gli interlocutori di quel filosofo nell’“Eutifrone”.
È dunque opportuno scendere dalle vette della filosofia e dell’etica per fermarsi all’umile piano del lessico. La ricchezza è il contrario della povertà. In un mondo primitivo e pastorale è ricco chi ha molte bestie, povero chi ne ha una o due. Naturalmente, in un mondo sviluppato è ricco chi ha molto denaro e molti beni. Si può discutere sul significato di “molto”, ma è certo che chi possiede dieci milioni di euro è ricco. E chi ne possiede magari solo uno è ancora benestante. Ricco è uno che ha una quantità di beni largamente superiore alla media del Paese in cui vive.
Naturalmente, qualcuno in questo caso potrebbe obiettare che non si chiedeva una statistica economica ma, appunto, di sapere qual è la vera ricchezza. Se proprio si volesse accettare questa discutibile sfida, si potrebbe dire che bisogna distinguere due campi, quello economico e quello non economico. Economicamente, si potrebbe definire vera ricchezza quella che continua a ricostituirsi, perché quella immobile ha la brutta tendenza a dissolversi. E dunque la vera ricchezza sarebbe quella che deriva da un eccellente reddito. Il ricco in questo caso può spendere a volontà perché, tanto, non intacca il capitale. Ma questa precisazione non ha il potere di dichiarare falsa la ricchezza di colui che ha dieci milioni di euro. Ché anzi, se si insistesse, si otterrebbe l’esclamazione dell’uomo di buon senso: “Vorrei avere anch’io quella che voi chiamate falsa ricchezza!”
Bisogna rassegnarsi. La vera ricchezza economica è avere molto denaro e molti beni.
Viceversa, uscendo dall’ambito economico, la “vera ricchezza” diviene quanto di più opinabile. La Bibbia dice che chi trova un amico trova un tesoro; un proverbio meridionale dice che “chi è ricco d’amici è libero da guai”; Cornelia chiamava i suoi figli “i suoi gioielli”; gli innamorati si chiamano l’un l’altro “tesoro” e i vecchi dicono che la più grande ricchezza è la salute. Ognuno pone la ricchezza in ciò che lo fa felice. E dunque il tema diviene non: “Che cos’è la vera ricchezza?” ma: “Che cos’è la vera felicità?”
Il discorso diviene finalmente in discesa. La felicità è qualcosa di soggettivo. Se uno è felice, anche solo perché si illude, questo non impedisce che felice sia. E dunque, dopo aver detto che “la felicità è sentirsi felici” si può solo aggiungere che bisogna fare in modo che non si tratti di qualcosa di passeggero ma al contrario di uno stato che si è raggiunto e che ormai è stabile. E questo può darlo solo la saggezza.
Visto che ognuno può pensarla come vuole, almeno in questa pagina si conclude che la vera ricchezza è la saggezza. Fra l’altro, essa rende quasi inutile la stessa ricchezza economica.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
11 ottobre 2008

LA VERA RICCHEZZAultima modifica: 2008-10-23T15:20:05+02:00da Giannipardo
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