I PROFESSORI DEL SUD

Forse perché da ragazzi a scuola ci siamo annoiati, anche da adulti, ogni volta che si parla di scuola, la prima reazione è di rigetto. Ma l’argomento è importante: dalla scuola nasce l’Italia di domani.

 

Il Ministro Gelmini afferma che da indagini effettuate risulta che il livello della scuola italiana è abbassato dai risultati del Meridione e vorrebbe mettere rimedio a questo fatto. E ancora una volta si parla di corsi per i professori.

 

La prima osservazione da fare è che, come spesso avviene, i giornalisti sono nello stesso tempo superficiali e tendenziosi. Molti di loro hanno parlato non delle scuole meridionali ma dei professori meridionali. E questo è profondamente stupido. Stupida è anche, sia detto al passaggio, la protesta di Umberto Bossi, il quale lamenta che i ragazzi del Nord possano essere “martoriati” da docenti meridionali. Se al Nord ci sono molti docenti del Sud, ciò significa che o hanno risultati migliori nei concorsi oppure che sono più poveri ed accettano paghe che i laureati del Nord rifiutano. Nessuno si sposta con piacere a centinaia di chilometri da casa.

 

È invece possibile che un’intera regione abbia una scuola di qualità inferiore ad un’altra. Del resto l’Italia intera ha una scuola di livello inferiore a quello di molti paesi europei. Dunque è giusto cercare di vedere che cosa si possa fare, per il Sud e per l’Italia intera. La signora Gelmini propone dei corsi per i docenti e questo dovrebbe significare che il livello è basso perché è basso il livello dei docenti: ma è un’affermazione peggio che ingenua.

 

Come è noto, uno dei massimi deficit della scuola italiana è quello dell’apprendimento della matematica: tuttavia, proprio in questo campo, il divario tra ciò che deve sapere un giovane per laurearsi e ciò che poi deve insegnare ai ragazzi della Scuola Media (o anche alle Superiori), è immenso. Dunque, a parte i problemi di didattica, gli alunni ignoranti in matematica non sono tali perché non gliel’abbiano insegnata (si tratta di dati elementari), ma perché li hanno promossi senza che l’abbiano imparata. Dunque il Ministro non dovrebbe chiedersi se i docenti abbiano una cultura adeguata a ciò che devono insegnare, ma se la Scuola ferma i ragazzi che non studiano. Cosa che, per molto tempo, non è avvenuta.

 

Per decenni, soprattutto nella Scuola Media, si è ripetuto che quella era “scuola dell’obbligo”, intendendo “scuola con l’obbligo di promozione”. Tanto che alla fine c’è stata in giro gente con la Licenza Media molto meno alfabetizzata di quelli che una volta avevano solo la Licenza Elementare. È una politica che è durata molti lustri. Un lungo periodo in cui il professore che voleva bocciare è stato considerato reazionario, anzi fascista. Un reprobo attaccato un po’ da tutti i colleghi e frequentemente messo in minoranza per voto di consiglio. È stato necessario che questa tendenza fosse imperante per decenni; è stato necessario che si vedessero i guasti che provocava nella scuola e nella società, perché si arrivasse ad un Ministro come la Gelmini. Ma è stata colpa dei docenti o della politica?

 

Se è vero ciò che afferma il Ministro Brunetta, e cioè che “tutto si può misurare”, la soluzione non sono i corsi per i professori, sono i controlli sui risultati.

 

In una sezione del Liceo Scientifico c’era un collega di matematica – si chiamava Morgante – che metteva voti di grave insufficienza ai ragazzi delle prime classi. Il suo nome finì sui giornali e la pubblica opinione lo demolì. I colleghi e il Preside ovviamente non lo difesero e a questo punto lui si vendicò a suo modo: non mise più, a nessuno, meno di sei. Mi incontrava nei corridoi, mi mostrava dei compiti scritti pieni di fregacci blu, poi girava il foglio e indicava il voto: “Hai visto? Sei! Così sono tutti contenti.”

 

Il prof.Morgante dovrebbe seguire un corso? O è la signora Gelmini che dovrebbe andare da lui ad informarsi sui mali della scuola italiana?

 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

 

24 agosto 2008

 

I PROFESSORI DEL SUDultima modifica: 2008-08-24T15:56:30+02:00da Giannipardo
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