APICELLA E IANNELLI


Ieri sera il Csm ha ieri deciso di avviare la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità funzionale e/o ambientale a carico del procuratore capo di Salerno, Luigi Apicella, e del procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli. La decisione è stata assunta all’unanimità.

La notizia non è di natura tale da rendere felici gli italiani.

1.     In un caso di reciproche accuse, salvo eccezioni, o è colpevole A o è colpevole B. Se il parroco dà uno scappellotto tanto ad A quanto a B si è indotti a pensare che non sa chi è il colpevole ma vuole soltanto affermare la propria autorità. Autorità che nessuno nega . È l’autorevolezza che è in discussione.

2.     Lo scontro, per come l’hanno riferito i giornali, non riguarda Apicella e Iannelli, ma molti magistrati dell’una e dell’altra città. E appunto, che ne è degli altri? O basta “punirne” due per calmare la collera degli dei?

3.     Se per quanto riguarda tutti gli altri non si è adottato nessun provvedimento, è naturale pensare che il Csm non disponga ancora di adeguata documentazione per decisioni motivate. Ma se non ne dispone, come mai adotta provvedimenti disciplinari a carico di Apicella e di Iannelli? I problemi sollevati dal caso sono talmente gravi che non basta un trasferimento. Se degli alti magistrati violano coscientemente la legge, arrivano all’abuso di potere, alla frode processuale, alla calunnia e a chissà che altro, non è che basti inviarli a compiere i loro misfatti altrove. Se sono innocenti di queste gravissime accuse, che rimangano al loro posto. Se sono colpevoli, che li si sospenda dal servizio. In questo modo è come se si dicesse all’accusato: non sono sicuro che tu sia colpevole e per questo ti condanno ad una pena lieve. Questo è un atteggiamento di cui si vergognerebbe uno studente di legge.

4.     Come mai il Csm, dopo aver sentito per un’intera giornata molti magistrati, non si è formato un’idea su chi sia colpevole di qualcosa? Per dirne una: i magistrati di Salerno si lamentano del fatto che i colleghi di Catanzaro, benché ripetutamente richiesti di inviare una certa documentazione, si siano rifiutati di farlo. Fino ad arrivare al provvedimento di perquisizione e sequestro di quegli stessi fascicoli. E qui il problema è veramente semplice: i magistrati hanno sì o ho richiesto quella documentazione? Se sì, avevano diritto ad averla? E se avevano questo diritto, perché i magistrati di Catanzaro non l’hanno inviata? È del tutto evidente che a Salerno oppure a Catanzaro qualcuno non ha tenuto conto della legge. Ma il Csm ha trovato questo quesito troppo complesso.

5.     Alcuni magistrati di Catanzaro si lamentano a gran voce per le modalità con le quali è stata effettuata la perquisizione a casa sua. Protesta che lascia totalmente indifferenti. L’unico quesito è: la perquisizione è stata effettuata secondo le attuali disposizioni di legge o no? Perché se è stata conforme alla legge di che cosa si lamentano, i giudici, del fatto che la legge sia stata applicata anche a loro?

Tutto sta confermando il detto secondo cui certe materie più uno le smuove, più puzzano.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

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7 dicembre 2008

APICELLA E IANNELLIultima modifica: 2008-12-07T12:02:59+01:00da Giannipardo
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