GLI ATTARDATI

Una persona ragionevole sorride di chi crede di poter predire il futuro ma poi smette di sorridere se pensa che personalmente ha molte difficoltà anche a capire il presente. A volte il massimo che si possa fare, rischiando il gioco di società, è proporre un’ipotesi. Gli altri – ammesso che l’accettino – possono poi svilupparla a loro modo.
In questo caso tutto nasce da un minuto episodio di cronaca. Il regista Giuseppe Bertolucci doveva presentare il film La Rabbia, su testo di Pier Paolo Pasolini e Giovanni Guareschi. L’opera intendeva offrire due punti di vista assolutamente opposti ma proprio per questo Bertolucci, che non sopporta il testo di Guareschi (sbrigativamente definito “razzista”), ha presentato solo la parte firmata da Pasolini e gli eredi di Giovannino – si celebrava nientemeno il suo centenario! – hanno protestato. Bertolucci si è dunque dimesso dal comitato, ecc. I particolari non importano. Quello che importa è capire il regista e chi si comporta come lui.
Gli esseri umani vivono una vita breve. Venuti al mondo privi di senso critico – è cosa che si acquista con l’età –  considerano ovvio tutto ciò che vengono a conoscere. L’infibulazione se nascono nell’Africa nera e islamica, i sacrifici umani se sono Aztechi, il nazismo in Germania o lo stalinismo in U.R.S.S. Se sono intelligenti e capaci di riflessione, crescendo possono certo cambiare opinione. Possono accorgersi dei guasti provocati da ciò che reputavano giusto ed ovvio ma è necessario che il ripensamento avvenga in età sufficientemente giovanile. Oltre una certa età la maggioranza si incista nelle sue idee e non c’è più modo di smuoverla. Le stesse smentite della realtà non la sfiorano più. I comunisti sono riusciti a credere che la rivolta ungherese del 1956 fosse borghese e finanziata dagli americani; che in U.R.S.S. si vivesse meglio che in Francia o in Inghilterra; che il muro di Berlino dovesse impedire agli Occidentali di entrare piuttosto che agli Orientali di uscire. Se necessario, avrebbero creduto che Mao camminava sull’acqua.
Queste generazioni sono irrecuperabili. Certe idee e certe convinzioni le hanno amate troppo, per abbandonarle. Sono talmente intrecciate alla loro personale storia, che staccarsene sarebbe come tradire la gioventù, il passato, gli ideali. Ed ecco si vedono in giro questi mammut anacronistici e spaesati. Persone che, come diceva Talleyrand, “n’ont rien appris, ni rien oublié”, non hanno imparato niente e non hanno dimenticato niente. Cervelli anchilosati. Ultimi giapponesi di una guerra perduta. Sacerdoti di un Dio defunto si dimostrano del tutto impermeabili al passaggio del tempo e agli insegnamenti della storia. Sono ciechi dinanzi ai fenomeni sociali e incapaci non solo di riconoscere i propri errori ma anche di metabolizzare una novità. Come si diceva di certi generali stupidi, non si arrendono neanche dinanzi all’evidenza. E si può solo aspettare che quell’infame destino che alla lunga non perdona nessuno li tolga di mezzo.
Noi non auguriamo niente di male a Bertolucci. Sentiamo un grande rispetto per gli anziani, anche perché ne facciamo parte. Ma viene da sorridere vedendo gente che si comporta nel 2008 come nel 1948. Ce ne vuole, per non accorgersi che sono passati sessant’anni! Per continuare a combattere contro il fantasma del fascismo e menare orribili fendenti nell’aria placida.
Al sorriso si accoppia il rimpianto di vedere che forse non sono i soli. Un intero partito – il Pd – cerca disperatamente di non ammettere che il comunismo è stato causa di miseria e morte e nel frattempo non osa dichiararsi comunista. Ma non osa neppure dichiararsi socialista. In totale, pur cosciente che certi atteggiamenti passati sono perenti, vaga smarrito. È orfano di una linea politica. Critica la maggioranza ma non riesce a comunicare perché. Capisce che la scomunica di Berlusconi non conduce da nessuna parte, e che inseguire Di Pietro è come inseguire il primo montone che Panurgo gettò fuori bordo , ma non trova un altro grido di guerra dietro il quale riunire le sue truppe. Va avanti a tentoni. Al buio. Inciampando in sedie, spigoli, gaffe.
Che si sia di destra o di sinistra, tutto questo è spiacevole. Si può solo sperare che, almeno in questo caso, non sia necessario aspettare un totale ricambio generazionale, perché l’Italia abbia una sinistra credibile. Anche ad adorare Berlusconi e il berlusconismo, la prospettiva di quarant’anni di Berlusconi e di berlusconismo sono troppi per chiunque.
Gianni Pardo,
giannipardo@libero.it
31 agosto 2008

GLI ATTARDATIultima modifica: 2008-09-01T11:34:57+02:00da Giannipardo
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