LA LAICITA’ DI ISRAELE

Seguendo la decisione della massima Corte israeliana, l’esercito invierà le chiamate alla leva ad un primo contingente di mille giovani ebrei ortodossi tra i 18 e i 26 anni, perché vadano a fare il servizio militare ed essere poi impegnati anche loro nelle guerre. Ciò dimostra che Israele non è uno stato confessionale.

Naturalmente i giovani ortodossi sono scontenti. Sappiamo tutti che si soffre molto se non ottiene un favore, ma si soffre molto di più se ci si sottrae un favore che ci era già stato concesso e che credevamo ormai un nostro diritto. Dunque gli ortodossi provano a resistere e, come sempre in democrazia, trovano qualcuno che ne sostiene l’azione.

Tuttavia, in questo caso, la decisione dei magistrati è giusta e corrisponde alla natura dello Stato laico e liberale. Anche quando la maggior parte dei cittadini pratica la stessa religione. Israele infatti non è uno Stato ebraico, ma uno Stato con al suo interno oltre un milione di musulmani (il 20% della popolazione) che certo non sono israeliti e tuttavia fruiscono di pari diritti, incluso quello di voto alle politiche.

Il rifiuto delle armi, da parte degli ortodossi, può essere comprensibile in base alla religione (come l’intendono loro) ma non è comprensibile se la Costituzione assegna pari diritti a tutti i cittadini. Perché se assegna pari diritti, poi deve anche assegnare pari doveri. Oltre tutto, pretendere l’esenzione in un Paese in cui fanno anni di servizio militare anche le donne (per poi all’occasione essere anche mandate al fronte) sembra veramente intollerabile. Dunque la loro protesta appare sterile.

E tuttavia il fatto che fino ad oggi gli ortodossi siano stati esentati dal servizio militare (diversamente non sarebbe stato necessario l’intervento della Corte) ha un suo significato. La nuova decisione corrisponde all’avanzata della miscredenza nel mondo e alla sempre minore sensibilità rispetto ai valori della trascendenza. Nell’Occidente cristiano un tempo nessuno avrebbe mai pensato di farsi surgelare per essere un giorno resuscitato, perché quasi tutti credevano all’anima immortale. Dunque la sopravvivenza era assicurata, gratis, dalla salvazione. Oggi invece siamo sopraffatti dai messaggi della realtà, dalla tecnologia, dal costante legame scientifico fra causa ed effetto. Se qualcuno sta male, prima di pregare Dio, si pensa di cercare un bravo medico. E chi muore raramente pensa: «Presto sarò in un mondo migliore».

Naturalmente ci si può chiedere se tutto questo sia un bene o un male. È certamente un bene se si considera un bene percepire la realtà com’è. Ma se qualcuno preferiva e preferisce le illusioni consolatorie, è certamente un male. L’ateismo filosofico e formale è poco praticato ma l’ateismo in concreto furoreggia. E la società ne ricava una sorta di disorientamento. La spiegazione della condizione umana come la dà il Cristianesimo sarà poco credibile ma certo è più conforme alla mentalità antropomorfica. L’uomo nasce piccolo e indifeso, e per questo è una fortuna che abbia dei genitori che gli vogliono bene. Ma crescendo i genitori non ci sono più: con quale coraggio privarlo di un Padre Celeste che lo ami e lo protegga? Che gli dirà come deve vivere e che cosa deve fare o non fare? E qual è il senso della sua presenza sulla Terra?

Ecco perché l’uomo occidentale contemporaneo è essenzialmente un orfano. Se neanche gli ebrei ormai prendono veramente sul serio la loro religione, nel mondo deve essere avvenuto qualcosa che molti non hanno visto arrivare.

LA LAICITA’ DI ISRAELEultima modifica: 2024-07-28T07:40:13+02:00da gianni.pardo
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17 pensieri su “LA LAICITA’ DI ISRAELE

  1. a “nicola-de-veredicis” :
    “Ma come dirlo con certezza?”…”Considerando la nostra ignoranza e limitatezza?”
    Per l’appunto. Su questo arduo tema, la posizione agnostica è la più opportuna e ragionevole.

  2. X Giovanni
    effettivamente, sembra un approccio piuttosto illogico. Le rispondero’ traducendo tre delle note del saggio citato dianzi.

    Planck afferma: “Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che porta la particella di un atomo a vibrare e tiene insieme questo minuscolo sistema solare dell’atomo. Dobbiamo supporre dietro questa forza l’esistenza di una mente cosciente e intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia” (Planck 1944, Abt. Va, Rep. 11, Nr. 1797).

    Heisenberg afferma: “Se desideriamo avvicinarci all'”uno” in termini di un linguaggio scientifico preciso, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a quel centro della scienza descritto da Platone, in cui si trovano le simmetrie matematiche fondamentali. Nei concetti di questo linguaggio dobbiamo accontentarci dell’affermazione che “Dio è un matematico”; perché abbiamo liberamente scelto di limitare la nostra visione a quel regno dell’essere che può essere compreso nel senso matematico della parola “comprensione”, che può essere descritto in termini razionali” (Werner Heisenberg 1985, p. 54).

    Einstein notoriamente ha resistito per anni alle implicazioni più controintuitive della fisica quantistica. Tuttavia, Einstein capisce, meglio di molti altri, che la scienza seria presuppone la coscienza. Einstein dice “[…] chiunque sia seriamente coinvolto nella ricerca della scienza si convince che uno spirito si manifesta nelle leggi dell’universo, uno spirito di gran lunga superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi con i nostri modesti poteri dobbiamo sentirci umili” (Einstein [1926] 1971, p. 33).

    E qui si parla di Planck, Heisenberg e Einstein, scienziati che si occuparono di fisica quantistica un centinaio di anni fa. Le ultime scoperte in questo campo hanno dato adito a conclusioni incredibili.

    D’altra parte, c’e’ ancora una buona parte di scienziati che la pensano assai diversamente:
    https://www.scientificamerican.com/article/what-god-quantum-mechanics-and-consciousness-have-in-common/

    Tutto questo, unicamente per dire che niente oggi si puo’ affermare di sicuro sull’esistenza o meno di un Creatore, o di un’ “anima universale”. La mia visione personale della realta’ mi porta ad affermare il contrario. Ma come dirlo con certezza? Considerando la nostra ignoranza e limitatezza? Con che coraggio si puo’ smettere di cercare?

  3. Credo che il dott. Pardo, con l’esempio dell’Amleto, abbia centrato la questione. La fisica teorica mi è abbastanza famigliare; certamente più di quanto non lo possa essere ad un filosofo. Quanto poi al tradurre in formule matematiche “creazione, unicita’, onniscienza, onnipotenza, purezza”, mi fa ricordare che molti hanno scritto formule matematiche dell’amore! Attendo che il sig. Nicola mi citi una recensione del libro scritta da un fisico vero.

  4. Potrei sbagliarmi, ma c’è un errore di fondo. Occuparsi di Dio mediante la fisica quantistica mi fa pensare ad uno che voglia misurare il livello artistico dell’Amlelo di Shakespeare con un termometro.

  5. Questo e’ il libro/saggio in questione.

    https://www.mdpi.com/2077-1444/15/1/78

    Non di facile lettura, devo ammettere, ma tutti gli aspetti della natura di Dio vengono considerati matematicamente (creazione, unicita’, onniscienza, onnipotenza, purezza, eccetera). Interessantissime anche le note, tra l’altro piu’ facili da capire.
    Spero che l’inglese le sia familiare, e cosi’ la fisica. Buon divertimento.

    Per concludere, questo non e’ il solo esempio di associazione della fisica quantistica all’idea di Dio. Certo, c’e’ sempre la possibilita’ che coloro che mostrano tali interessi nei loro scritti siano tutti matti. Pero’ ne dubito.

  6. “Si sostiene che la coscienza globale abbia tutte e solo le proprietà essenziali di Dio. La realtà quantistica dipende dalla coscienza di Dio e il mondo fisico dipende dalla realtà quantistica. Pertanto, il mondo fisico dipende dalla coscienza di Dio.”
    A mio modesto avviso, non è niente più che un sillogismo. Peccato che la prima proposizione dichiarativa sia solo un postulato o, peggio, un’idea astratta: “Si sostiene che la coscienza globale abbia tutte e solo le proprietà essenziali di Dio”. Chi lo sostiene? Si sostiene da sé? (Aristotele invece partiva da un dato di realtà). La seconda proposizione dichiarativa è ancora più arzigogolata.

  7. D’accordo, allora rispondero’ con l’Abstract di un libro scritto assai di recente:

    Fisica quantistica ed esistenza di Dio
    di Stephen Priest
    Facoltà di filosofia, Università di Oxford
    Pubblicato: 9 gennaio 2024

    Abstract
    Si dimostra che le interpretazioni della fisica quantistica presuppongono la realtà della coscienza. Ma se un realismo minimo sul mondo esterno è vero, allora la coscienza presupposta dalla realtà quantistica non può essere solo quella dell’osservatore scientifico, non può essere solo “locale” ma deve essere “globale”. Si sostiene che la coscienza globale abbia tutte e solo le proprietà essenziali di Dio. La realtà quantistica dipende dalla coscienza di Dio e il mondo fisico dipende dalla realtà quantistica. Pertanto, il mondo fisico dipende dalla coscienza di Dio.
    ———————————
    Ripeto, io mi reputo un ateo. Ma ammetto che la mia mente e’ limitata, dunque non in grado di decidere con certezza su un tema di questa portata. Faccio solo rilevare che la Fisica moderna si sta riavvicinando a Dio. La meccanica quantistica prova, al di la’ di ogni dubbio, che noi influenziamo la realta’ semplicemente osservandola.

  8. Une boutade, caro Nicola, une boutade. Voltaire amava scherzare. Quanto alle certezze, poteva forse smentire Descartes quando ha detto: “Je pense, donc je suis”?
    Non bisogna avere né le certezze infondate né i dubbi ingiustificati. E che Allah ci aiuti a distinguerle dalle certezze fondate e dai dubbi giustificati :-).

  9. Le doute n’est pas une condition agréable, mais la certitude est absurde.
    (Il dubbio è uno stato mentale spiacevole, ma la certezza è uno stato assurdo).

    Voltaire, lettera a Federico il Grande, 28 novembre 1770

  10. A “fabrizio” :
    “secondo me avete ragione entrambi” = a chi si riferisce ?
    Affermo che l’istinto religioso -lungi dall’essere difficilmente eliminabile- può essere superato da una buona, rigorosa e moderna educazione razionale.
    Che le religioni siano destinate a sparire insieme alle metafisiche, non è apodittico storicismo :
    è semplicemente buon senso
    (cfr S. Freud : “l’avvenire di un’ illusione”).

  11. Secondo me avete ragione entrambi.
    E’ vero che quello religioso è un istinto difficilmente eliminabile e che può trovare molteplici espressioni anche laiche (ieri comunismo e nazismo, la patria, oggi l’ambientalismo e altri dogmi del politicamente corretto); altrettanto vero è che, attualmente, almeno in occidente le religioni vere e proprie sono in caduta libera e sembrano destinate a sparire insieme ad ogni metafisica.
    E’ innegabile che il Cristianesimo ha svolto e svolge tuttora delle funzioni positive; tuttavia, secondo me sul piatto della bilancia il male che ha comportato sovrasta il bene.
    Se le persone imparano a pensare con la propria testa al posto di quella del prete è senz’altro un progresso non da poco: il problema è che oggi si riflette sempre meno e il prete è stato sostituito dall’influencer e dal pensiero unico.
    Dio è morto ma l’uomo non è stato liberato, al di là delle apparenze.

  12. “Seguendo la decisione della massima Corte israeliana, l’esercito invierà le chiamate alla leva ad un primo contingente di mille giovani ebrei ortodossi tra i 18 e i 26 anni, perché vadano a fare il servizio militare ed essere poi impegnati anche loro nelle guerre. Ciò dimostra che Israele non è uno stato confessionale.”

    Si potrebbe tutt’al piu’ dire che ” non è piu’ uno stato constituzionale” visti i precedenti.
    La legge del ritorno (in inglese: Right of aliyah fa si’ che tutti gli ebrei – compresi quelli di Sicilia – siano, solo che lo vogliano, cittadini di Israele. Ma questo non permetterà ai morti di essere sepolti nel cimitero dei veri ebrei, se i loro familiari non produrranno alle autorità feligiose ortodosse, un certificato attestante la purezza del loro sangue, trasmesso loro dalla madre ebrea.
    Quando si parla degli ebrei, vi è un termine che non viene mai pronunciato: nazionalismo. E dire che al centro, e si potrebbe anche dire “sull’altare”, della religione ebraica vi è la storia di un popolo, di una nazione e del suo viscerale patriottismo intriso di religiosità. È un patriottismo, uno sciovinismo etnoreligioso permeato di miti che soprattutto nel passato, prima della creazione d’Israele stato sovrano confessionale, prescindeva dai confini nazionali fisici in cui gli ebrei vivevano, dal momento che la loro patria, Israele, era, e lo è ancora per tanti ebrei della diaspora, patria metafisica.
    I solenni avvenimenti che il popolo ebraico, sparso per il mondo, celebra continuamente con grande intensità e commozione, sono i miti e le leggende costituenti la storia della loro Nazione. È un po’ come se noi a Roma, sul Campidoglio o a San Pietro, noi celebrassimo la Lupa, e Romolo e Remo, ed Enea approdato in Italia, o anche Garibaldi… La religione ebraica è la celebrazione del nazionalismo di un popolo prediletto da un Dio guerriero, esclusivista, geloso e vendicativo: Yahweh; che permise loro di passare a filo di spada uomini, donne e bambini perché di un’altra razza, inferiore beninteso alla loro. Del resto, il primo dei comandamenti biblici è: “Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me”. Comandamento rimaneggiato dai cristiani in “Non avrai altro Dio fuori di me”. E quanto al desiderio di vendetta di questo Dio capo tribù, prono alla gelosia, i suoi propositi sono molto chiari: “Non ti prostrare davanti a loro [idoli] e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti”.
    Eppure, quando si parla di ebraismo non si parla mai di etno-nazionalismo o di patriottismo, bensì di religione. Sì, è una religione, ma celebrante il nazionalismo. O se proprio non vogliamo usare il termine nazionalismo, venuto in auge dopo, possiamo ricorrere a patriottismo, sciovinismo, etnicismo, appartenenza; un’appartenenza esclusiva etnica, religiosa, genealogica, di sangue.

  13. x Giancarlo Matta

    La verita’ o meno di una religione per me ha poca importanza. E’ il suo effetto, che sia benefico o meno, che importa.
    Personalmente sono ateo.

  14. a “giovanni” e a “nicola” : le religioni =
    per il saggio sono tutte false,
    per lo stolto sono tutte vere,
    per il politicante sono tutte utili.
    così è, e potreste farvene una ragione.
    [ su un punto posso -piu o meno- concordare : il comunismo = non già sistema efficace di regolare rapporti sociali, né buona tecnica economica, fu sostanzialmente una tirannia di menti borghesi dispotiche volta alla conquista ed al mantenimento del potere attraverso l’uso spregiudicato della coercizione e mediante una suggestione massificata di tipo religioso. ]

  15. Il guaio dell’ateismo e’ che toglie i freni. E la gente fa ormai solo cio’ che gli fa comodo. La vita e’ breve, godiamocela il piu possible. E come ti godi piu’ facilmente la vita? Con il denaro. Dunque la sua deificazione. Chi sono i semidei di oggi? Musk, Zuckerberg, Bezos.

    Mi viene in mente una canzone di Chico Buarque de Hollanda:

    Fare in fretta, fare in fretta, ché nessuno aspetta
    Fare 5, fare 10, fare sempre più
    L’importante è fare affare che così si impara
    Che la vita costa cara, cara, cara, cara…

    Fare il gatto, fare il topo, fare il doppio gioco
    Far l’amico del nemico, se ti servirà
    L’importante è fare affare che così si impara
    Che la vita costa cara, cara, cara, cara,
    che ti piace o no.

  16. Non credo proprio. Chi non adora Gesù è capace di venerare Padre Pio.
    La religione è connaturata all’uomo comune. Anche il comunismo è stata una religione. E il fatto che oggi non esista una religione dominante (a parte l’ecologia) disorienta molta gente.

  17. Forse si tratta semplicemente del fatto che le religioni (tutte le religioni) essendo anche (o forse soltanto) la risposta irrazionale a domande razionali, appartengono alla infanzia intellettuale del genere umano. In quanto tali sono destinate a scomparire, per lasciare il posto a un auspicabile, sano, maturo agnosticismo…

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