IL RICONOSCIMENTO DELLA PALESTINA

La notizia è che Spagna, Norvegia e Irlanda si apprestano a riconoscere lo Stato di Palestina. Israele ha già ritirato gli ambasciatori da quei Paesi, ma in fondo non è successo nulla di veramente nuovo, dal momento che ben 142 Paesi, e cioè il 70% dei membri dell’Onu, hanno già fatto quel passo diplomatico. Si tratta in pratica di quasi tutta l’Asia, l’Africa e l’America Latina. Sicché Spagna, Norvegia e Irlanda si limitano soltanto ad imitare quanto hanno già fatto gli altri, trovandosi più comodamente nella maggioranza che nella minoranza.

Ci si deve innanzi tutto chiedere non se sia opportuno ma se sia giuridicamente possibile riconoscere la Palestina.

Tutto nasce dal verbo riconoscere e dal nome riconoscimento. Ambedue questi lemmi si riportano al concetto di solenne accettazione di un fatto come vero. Per esempio quando qualcuno afferma: «Riconosco che è stata colpa mia», accetta con dolore una realtà. Ed anche quando si dice: «Riconosco che Milano è più grande di Pavia». «Riconosco che Buenos Aires è la capitale dell’Argentina». Ma il riconoscimento in tanto vale, in quanto corrisponda alla realtà, al fatto. Se qualcuno riconosce che Rosario è la capitale dell’Argentina riuscirà soltanto a farsi ridere dietro. Infatti la Treccani definisce il riconoscimento: «Ammissione, presa d’atto o accettazione dell’esistenza e della validità di una situazione o di un fatto».

Ciò posto, in tanto si potrà riconoscere uno Stato di Palestina in quanto uno Stato di Palestina esista. Diversamente si potrebbero riconoscere come Stati anche Camelot e Shangri La. E che cos’è uno Stato? Secondo l’Enciclopedia Treccani è «un ente dotato di potestà territoriale, che esercita tale potestà a titolo originario, in modo stabile ed effettivo, in piena indipendenza da altri» e la Palestina non corrisponde affatto a questo modello. Il territorio ad ovest del Giordano è sotto l’esclusiva potestà di Israele, in modo stabile ed effettivo e in piena indipendenza da altri Stati. Detto territorio poi si distingue in regioni che Israele considera parti del suolo nazionale, ed altre parti – risultanti dalle guerre dichiarate ad Israele – che considera giuridicamente Territori Occupati. Essi possono avere una propria Amministrazione (l’Autorità Nazionale Palestinese) ma è ovvio che l’ultima parola appartiene a Israele. La Palestina l’indipendenza neanche se la sogna. Israele conserva ed esercita il diritto di notevoli operazioni di polizia (in particolare a Jenin). Ma basterebbe porsi una semplice domanda: perché la Palestina non ha un proprio esercito? È chiaro: perché Israele non lo permetterebbe. Dunque non è indipendente e non può essere riconosciuta, nemmeno come Stato occupato. Infatti gran parte della Riva Ovest del Giordano non è che, prima dell’invasione israeliana, appartenesse allo Stato di Palestina: apparteneva alla Giordania, la quale ha volontariamente rinunciato alla sovranità su quei territori.

Né basta che una parte del territorio di uno Stato preferirebbe essere indipendente (Catalogna, Paesi Baschi), oppure appartenere ad un altro Stato (Alto Adige italiano): finché non ottiene l’indipendenza non si è costituito nessun nuovo Stato.

IL RICONOSCIMENTO DELLA PALESTINAultima modifica: 2024-05-27T08:44:34+02:00da gianni.pardo
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