LA PACE NATA DALLE FRONTIERE INTANGIBILI

Può darsi che la Russia, se vince la guerra, si appropri di una parte dell’Ucraina, ma nondimeno – col tempo ce ne accorgeremo tutti – ha aperto il vaso di Pandora.

Dopo la guerra del 1870 si firmò una pace che attribuiva alla Germania vincitrice l’Alsazia e la Lorena. Una pace che la Francia firmò ma non accettò mai, prova ne sia che aspettò oltre quarant’anni il momento della rivincita, che si ebbe con la Prima Guerra Mondiale. Anche questa si concluse con una pace, che stavolta lasciò scontentissima la Germania, umiliata e sottoposta a condizioni eccessivamente severe. Sicché anch’essa cominciò a sognare la rivincita, con le conseguenze che sappiamo.

Viceversa, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’orrore per la guerra, e la volontà di fare qualunque cosa perché non scoppiasse mai più, spinse tutti i Paesi ad accettare le nuove frontiere, per quanto assurde o ingiuste potessero essere. Si accettò che la Russia si appropriasse di territori polacchi orientali, compensando la Polonia con territori tedeschi orientali. Tanto che i tedeschi parlarono di scivolamento (Verschiebung) della Polonia verso ovest. E questo mentre la Polonia era, caso mai, fra i vincitori, non gli sconfitti della guerra. Né qualcuno osò protestare contro l’annessione, da parte della Russia, della Prussia orientale, capoluogo Königsberg, dove nacque e visse Kant. L’Italia perse l’Istria e la Dalmazia, e poco ci mancò perdesse anche Trieste. Ma tutti avevano la coscienza che questa costruzione, per quanto strampalata, non andava toccata a nessun costo per il bene della pace. Si permise persino che l’Unione Sovietica imponesse il suo potere a tutto l’est dell’Europa, facendone parte obbediente e sottomessa del suo impero. Tanto forte era l’esigenza di pace, che si è persino tollerata l’annessione della Crimea, senza nessuna provocazione e senza nessuna giustificazione. I pro russi dicono: «Gli abitanti della Crimea si sentono russi». Ma questo è un argomento che vale poco, diversamente qualcuno potrebbe dire che a Bolzano e a Merano si sentono austriaci, e dunque quei territori dobbiamo attribuirli all’Austria. Mentre la Svizzera dovrebbe farci il favore di restituirci il Canton Ticino, di lingua e cultura italiana. Non si finirebbe mai.

Comunque gli Occidentali hanno mostrato un’indebita pazienza quando si è trattato della Crimea, ma non hanno potuto fare altrettanto quando la Russia ha tentato di ingoiare l’Ucraina. E proprio questo è il punto.

Nel 2022 la Russia non ha soltanto violato la legge internazionale e le sue stesse promesse all’Ucraina di rispetto delle frontiere: ha distrutto il pilastro fondamentale della pace in Europa. Se la Russia può impunemente appropriarsi l’Ucraina (che si chiama Ucraina e non Russia), perché mai la Germania non potrebbe andare a riprendersi i territori e le città che prima si chiamavano Germania ed ora dovrebbero chiamarsi Polonia? E se scoppiasse una guerra generale, non è ovvio che la Polonia vorrebbe indietro ciò che è suo?

Toccare le frontiere corrisponde a scoperchiare un nido di vipere, perché tutti i Paesi hanno le loro rivendicazioni. Forse è questa la più grande mala azione compiuta dalla Russia nel 2022: nel 2024 le frontiere non dipendono più dalla volontà di pace, come fino a tutto il 2021, ma dipendono dalla forza, e questa logica è proprio quella che una volta o l’altra porta alla guerra.

Ciò è tanto vero che mentre, fino a qualche anno fa, l’Europa ingenua e pacifista sognava di abolire gli eserciti (e le spese per la difesa) ora la Germania ha ripreso a riarmarsi seriamente, e tutti sognano di costituire un esercito europeo per la difesa comune. Mentre prima si commerciava con tutti, ora gli Stati stanno attenti a distinguere i prodotti che possono importare dall’estero e quelli strategici, che bisogna essere in grado di produrre da sé, anche a costi superiori. Parliamo soprattutto degli armamenti. Si potrebbe continuare ma basterà dire che la guerra d’Ucraina ha posto fine alla mentalità irenica e sognante dell’Europa pigra, riportandola con i piedi per terra. Chissà che Ventesimo Secolo non sia finito il 24 febbraio 2022.

LA PACE NATA DALLE FRONTIERE INTANGIBILIultima modifica: 2024-05-17T11:00:47+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “LA PACE NATA DALLE FRONTIERE INTANGIBILI

  1. Corretto, infatti tutti i numerosi e turbolenti sovranisti e “pacifinti” nostrani (di destra e di sinistra) sembrano NON rendersi conto del fatto che tifando più o meno apertamente e sfacciatamente per la Russia si avvitano in un grave corto-circuito logico con la famosa sacralità dei confini nazionali da loro (almeno fino a ieri) costantemente proclamata a gran voce.

  2. Certo. Bombardare un paese che non poteva difendersi, per giunta già lacerato da una guerra appena conclusa, fu un’idea che strategicamente poteva avere un senso.
    Bombardare la Russia non sarebbe la stessa cosa e Lei lo sa bene.

  3. Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008 e da allora ha ottenuto il riconoscimento diplomatico come stato sovrano da parte di 104 stati membri delle Nazioni Unite .
    Bombardare Belgrado nel 1999 (governo D’Alema, vice PdC Mattarella) fu una bella idea

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