CAMBIARE CAVALLO?

Il dibattito Biden/Trump si è svolto il 27 giugno sera (ora della Costa Est degli Stati Uniti) e già il 28 mattina i commentatori hanno detto praticamente in coro che la prestazione di Joe Biden è stata disastrosa. È apparso vecchio, debole, confuso e quasi caricato a molla dai consulenti. Voce roca, occhi piccoli, movimenti cautelosi da uomo malfermo. Tutti dati che operano contro di lui ma di cui non ha nessuna colpa: nessuno sceglie di invecchiare male. E in fondo Trump non è un ragazzino: ha soltanto quattro anni meno di lui. Purtroppo, quel che conta è l’impressione sull’elettorato. Se Trump fa paura, Biden fa un po’ pena. Anche i nostri giornali, forse enfatizzando la situazione, parlano di panico fra i democratici, i quali addirittura arriverebbero a chiedersi seriamente se, pur essendo a cinque mesi dal voto, non sia il caso di cambiare cavallo.

Le ultime notizie, da fonte democratica, dicono che il partito non sta prendendo in seria considerazione questa ipotesi. Non soltanto il tempo rimanente, prima di novembre, è troppo breve per reimpostare totalmente una campagna elettorale, ma probabilmente lo staff elettorale di Biden pensa che non è tanto l’attuale presidente il polo d’attrazione, quanto Trump il polo di repulsione. Biden potrebbe ancora vincere semplicemente perché non è the Donald, come quattro anni fa. Perché è meno imprevedibile, più tendente ad una politica collegiale e prudente. Insomma è più grigio, ma più rassicurante. Sicché a novembre potremmo avere non un’America che si sceglie un nuovo presidente, ma mezza America che vota contro un candidato e mezza America che vota contro l’altro candidato.

Altra cosa di cui dovrebbero molto preoccuparsi i democratici è il nome e la qualità del secondo nome del ticket democratico, e cioè il Vice-Presidente. Quando è stato eletto J.F.Kennedy, giovane e in buona salute, nessuno pensava che non avrebbe completato il mandato e che avremmo avuto alla carica suprema il suo vice, Lyndon B. Johnson. Ma stavolta, con un presidente che appare perfino più anziano di quanto non sia, ci sarebbe da meravigliarsi se morisse o divenisse incapace di esercitare le sue funzioni fra appena qualche anno? Verso la fine mandato, nel 2029, avrebbe 87 anni, che non sono pochi. E a quel punto l’America si potrebbe permettere una figura scialba e insignificante? Dunque il nome del Vice-Presidente, nel team democratico, è importantissimo.

Quanto alla possibile elezione di Trump, si può dire in nota che preoccupazioni sono legittime, ma forse su di esse prevalgono le incertezze. Quell’uomo infatti appare talmente furbo e talmente cinico che domani potrebbe rivelarsi l’opposto di ciò che ha mostrato di essere fino ad oggi. Il suo fondo di brutalità e volgarità sembra autentico, ma domani sarebbe capace di servirsene per fare la cosa giusta, dopo aver promesso ai suoi elettori di fare il contrario. Insomma la sua mancanza di scrupoli, il suo pragmatismo, il suo realismo senza cielo, ne fanno un’incognita. Sembra essere dominato – come da noi lo è Giuseppe Conte – dal suo personale interesse. E non rimane che sperare che, se domani fosse di nuovo Presidente – sia dominato anche dall’interesse degli Stati Uniti: dal momento che per sé stesso non avrebbe altre vette da conquistare. Il popolo forse voterà per Trump credendo di sapere qual è il suo programma, in realtà Trump è una mina vagante. Per fortuna il Presidente degli Stati Uniti non è un dittatore e il sistema prevede check and balance, controlli e bilanciamenti di potere, tanto che neanche il Presidente può fare in tutto e per tutto di testa sua.

Tutta questa situazione fa rimpiangere il momento in cui Ronald Reagan si candidò alla presidenza con un programma chiaro e rivoluzionario, che gli avversari battezzarono ironicamente reaganomics. Quel programma di fatto non soltanto portò l’ex attore alla presidenza, ma anche gli Stati Uniti ad una indimenticata ripresa economica. Ed oggi siamo ridotti alla zuffa di due personaggi che avremmo preferito dimenticare.

CAMBIARE CAVALLO?ultima modifica: 2024-06-29T07:41:56+02:00da gianni.pardo
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