ABOLIRE I SENATORI A VITA

Il Senato ha approvato l’art.1 del ddl sul premierato elettivo, che abolisce il potere del Presidente della Repubblica di nominare dei senatori a vita.

Su questa modifica ognuno può avere le sue opinioni e, probabilmente, interrogati, tutti o quasi avrebbero una risposta immediata: sì, no. In realtà non bisognerebbe tanto discutere i poteri del PdR, quanto quelli degli stessi senatori a vita. Se la loro carica fosse puramente onorifica, non ci potrebbero essere obiezioni. Se, a nome della nazione, il Presidente vuole certificare e solennizzare la gratitudine del Paese nei confronti di un cittadino che ha onorato l’Italia, nessuno – credo – avrebbe obiezioni da fare. Se invece un grande anziano che ha competenza nei campi più strani, esclusa la politica, viene chiamato a influenzare le sorti del Paese, allora non ci siamo più. Perché nulla qualifica un anziano famoso, e che nessuno ha eletto, ad avere influenza sul governo del Paese. In Italia siamo addirittura arrivati all’assurdo per cui un governo di centrosinistra sopravvisse (non avendo voti sufficienti) col voto dei senatori a vita. Uno sgorbio istituzionale. Infatti quello fu un governo legale, perché conforme alle leggi, ma non democratico, perché non conforme alla volontà del popolo.

Inoltre sui grandi vecchi c’è molta retorica. Georges Brassens, che non la mandava a dire a nessuno, ha scritto in una sua canzone: «L’âge ne fait rien à l’affaire: quand on est con, on est con»: l’età non ha nessuna importanza, in questo campo: quando si è fessi si è fessi. Ed è proprio così. Fino alla maturità si accumulano nozioni ed esperienza, e per questo non si possono mandare in parlamento ragazzi di vent’anni. Ma raggiunta la maturità, si è quello che si è: gli anni, da soli, non danno né intelligenza, né cultura, né competenza. Un grande biologo premio Nobel non è detto che capisca, della politica italiana, molto di più di quello che capisce il portiere del suo stabile.

Quanto qui viene detto ha valore generale: la competenza non si estende ad altri campi. L’entomologo che sa tutto sulle formiche può non capire un’acca di astronomia e in politica può essere un ingenuo facile da raggirare. Così come un grande politico può essere incapace di usare un cacciavite. L’età, da sola, fa insorgere il sospetto di una callosa rigidità. In Italia solo dei grandi vecchi si proclamano orgogliosamente comunisti. Perché comunisti sono stati da giovani e vogliono rimanere fedeli al loro passato. Ma per quanto riguarda la realtà, è come se si ostinassero a seguire il sistema tolemaico dopo che Copernico, Keplero e gli altri scienziati hanno dimostrato le loro teorie. Non è nobile la fedeltà all’errore, è nobile il riconoscimento dei propri errori.

Poi ovviamente si potrebbe scendere nei particolari, per esempio consentendo ai senatori a vita di presenziare, senza diritto di voto, alle sedute del Senato: ma l’esclusione dal potere reale deve rimanere l’architrave di questa istituzione, se la si vuol mantenere. E non importa quanto pochi siano questi senatori a vita: molte grandi decisioni sono state adottate con pochissimi voti di scarto.

Un ultimo commento riguarda la nota accusa della sinistra secondo cui, con la riforma, si restringono i poteri del PdR. In materia si deve rispondere che in questo caso è vero, ma è vero anche che quei poteri non avrebbe dovuto averli perché, come dimostrato prima, non essendo stati eletti dal popolo, i senatori a vita rispecchiano caso mai le opinioni del PdR, che istituzionalmente deve invece essere al di sopra delle parti. In Italia, senza andar lontano, i senatori a vita col cuore a sinistra sono sempre stati la maggioranza, se non la totalità. Mentre l’art.1 della Costituzione proclama che il potere appartiene al popolo.

ABOLIRE I SENATORI A VITAultima modifica: 2024-06-03T15:58:07+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “ABOLIRE I SENATORI A VITA

  1. “Non è nobile la fedeltà all’errore, è nobile il riconoscimento dei propri errori.”

    Karl Popper: “Se qualcuno mi dimostra che ho torto sono il primo a rallegrarmene.”

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