Tanti anni fa un vecchio barbuto si alzò e disse nel silenzio attento: «Fratelli, parlo a nome della Democrazia Cristiana, e dovete ascoltarmi perché dirò la verità. Questo è, e dovrà rimanere per sempre, il vostro partito. Qui c’è da mangiare per tutti nella più completa libertà. Potete essere più o meno segretamente comunisti o bigotti, liberali o atei, puramente affamati di soldi e poltrone oppure cavalieri dell’ideale, dovete soltanto proclamarvi democristiani e – almeno apparentemente – obbedire al partito». Naturalmente nessuno mai ha tenuto un simile franco discorso, perché è lecito essere figli di buona donna, ma non è lecito vantarsene.
Del resto anche il capo del partito comunista avrebbe potuto svolgere un’analoga teoria: «Compagni, parlo a nome del Partito Comunista, e vi annuncio che non andremo mai al governo, perché le grandi potenze non sarebbero d’accordo. Vi annuncio che la rivoluzione che promettiamo al popolo non si avrà mai, per la stessa ragione. Vi comunico inoltre che l’economia marxista, tutto il potere al proletariato e ai soviet e compagnia bella sono soltanto teorie farlocche che provocano soltanto la miseria e la schiavitù del Paese. Nondimeno voi dovrete sempre continuare a predicare queste cose e le altre menzogne che via via il Partito vi imporrà, perché di questa illusione vive il nostro partito, e ognuno di voi ne avrà sempre grandi vantaggi. Il nostro partito – o la sua anima – sono eterni perché vivono di utopia, e gli uomini hanno un bisogno vitale dell’utopia. Basti dire che credono in maggioranza a una vita dopo la morte, di cui non s’è mai vista traccia. Nella concretezza invece noi siamo una consorteria rocciosamente unita contro venti e maree”.
Ma lo spettacolo più patetico si ebbe quando parlò il rappresentante liberale, il quale disse soltanto: «Amici, cerchiamo di vivere in un mondo libero in cui sia consentito ad ognuno di ricercare la felicità a modo suo». Non riuscì a dire altro, perché fu subissato dai fischi e dal grido ritmico: fa-sci-sta, fa-sci-sta!