Gianni Pardo

UNA CLASSIFICA DELLE NAZIONI

Le nazioni del mondo non hanno tutte lo stesso peso, perché differiscono per livello economico, scientifico, tecnologico; per numero di abitanti e per spirito combattivo; per cultura, per tradizioni, ed anche per alleanze. Sicché per comprenderle, accanto ad una fittizia uguaglianza, si deve stilare una diversa classifica che tenga conto almeno degli elementi principali sopra elencati.
Uno degli elementi distintivi, fra le potenze, è il numero di abita. Infatti, se il Paese è popoloso, può mettere in campo molti uomini; se non lo è può avere delle serie difficoltà, in caso di conflitto. Non stupisce che Israele imponga il servizio militare non solo agli uomini ma anche alle donne. E non per un anno ma, credo di ricordare, per due o tre. Per non parlare dei continui aggiornamenti in tutti gli anni seguenti. Per questo Israele, malgrado i suoi nove milioni di abitanti, ha uno degli eserciti più forti e pronti al combattimento del mondo.
Ma avere molti uomini non basta, bisogna che essi dispongano di un armamento moderno, almeno all’altezza di quello dei possibili nemici. E qui cominciano i problemi. Un tempo un buon fabbro era capace di fabbricare la maggior parte delle armi, oggi le armi sono così complicate e così costose da rappresentare una branca a parte dell’economia. Non soltanto un buon fabbro non saprebbe dove mettere le mani, ma persino una moderna industria, chiamata a produrre un’arma elementare come una pistola, si arrenderebbe dinanzi alle difficoltà. Prova ne sia che la storia delle armi da fuoco è costellata di incidenti mortali, soprattutto al suo inizio. Poteva darsi che il cannone sparasse e facesse strage dei nemici, ma poteva anche darsi che, invece di partire la palla, scoppiasse l’intero cannone facendo ancora una volta una strage, ma di quelli che lo accudivano. E, quanto alle pistole, qualche anno fa la polizia di New York indisse un concorso internazionale, e nel Paese della Colt, della Smith & Wesson, della Glock e della Browning, vinse la Beretta. Ma è vero che la Beretta costruisce armi da fuoco dal 1500.
La fabbrica di armi è un sistema di tale alta tecnologia che possiamo così distinguere i Paesi. Ci sono quelli che non producono affatto armi, e le comprano. Ci sono quelli che sono arrivati a produrre armi leggere, ma non armi pesanti. Infine alcuni arrivano a costruire armi pesanti, come i carri armati, ma sono pochi. Stupisce infatti che li produca anche Israele (i famosi Merkava) ma ciò è avvenuto perché Israele, mentre è pieno di tecnici altamente specializzati, è anche molto preoccupato per la sua sicurezza. Dunque non vuole dipendere da nessuno per la fornitura della più importante arma di un moderno esercito e delle sue parti di ricambio. E tuttavia la stessa Israele non arriva all’Alta Società della produzione di armi: quella degli aerei da guerra. Quelli anche Israele è costretta a comprarli. Tanto costosa e complessa ne è la produzione. L’Europa Occidentale è riuscita a produrre un rispettabile aereo da caccia, l’Eurofighter ma, per portare a termine l’impresa, hanno dovuto consociarsi in quattro: Inghilterra, Germania, Italia e Spagna. Dopo che un pugno di Spitfire aveva vinto la guerra contro la Luftwaffe.
Nella storia dell’aeronautica ci sono anche delle nobildonne decadute. La principale di queste tristi signore è l’Italia, che per prima utilizzò l’arma aerea e si rese conto (Giulio Douhet) della sua importanza bellica. Fra le prime (in particolare insieme con la Francia) produsse aeroplani, ottenne perfino dei record, e infine si arrese.
Un posto a parte in questo campo merita la Russia, che da sempre ha preteso di stare alla pari con le massime potenze del mondo, mentre di fatto ha sempre avuto due palle al piede che nessuno può eliminare: è un Paese povero e la sua tecnologia non è all’altezza di quella occidentale. Dunque produce aeroplani da guerra, ed anche aeroplani passeggeri, ma non è che abbia chissà che successo nelle fiere internazionali. Gli occidentali sono molto preoccupati, quando salgono su un aereo passeggeri russo. La sua produzione bellica non è di alta qualità. Del resto, se non lo è nessun prodotto non bellico – come si nota dall’assenza totale del Made in Russia nei nostri supermercati – come potrebbe poi esserlo il materiale militare?
Infatti, anche se la gente non lo sa, esistono esposizioni e dimostrazioni, in cui i grandi Stati produttori di armi le espongono e le fanno agire in una simulazione di combattimento: nella speranza di venderli. Fu in una di queste che si schiantò al suolo il famoso Konkordosky che la Russia aveva costruito per fare concorrenza al Concorde franco-inglese. E ovviamente tutti i tecnici osservano con estrema attenzione tutte le guerre, perché quelle sono il migliore e incontestabile test di efficacia.
Il caso della Russia è particolarmente triste, se pensiamo che il suo pil pro-capite è meno della metà di quello italiano, che pure non è alto né come quello americano né come quello svizzero, e non arriva neppure al livello di quello francese. Dunque quando la Russia produce uno sforzo di guerra lo fa imponendo al suo popolo una pressione spaventosa: basti pensare che la spesa per armamenti è il 30% del pil (noi nemmeno il 2%) e tuttavia rimane dieci volte inferiore a quella americana. Una pressione che solo una dittatura feroce può mantenere. Ma che non reggerebbe al confronto se si scontrasse con una potenza occidentale come la Francia.
Solo che in questo caso, agli occhi degli ingenui, le parole e le minacce fanno dimenticare le realtà sottostanti.

UNA CLASSIFICA DELLE NAZIONIultima modifica: 2024-04-01T15:41:17+02:00da
Reposta per primo quest’articolo