Gianni Pardo

GLI AIUTI

In corrispondenza del valico di Kerem Shalom ci sono chilometri di tir in fila, in attesa del loro turno per entrare a Gaza. L’esercito di Israele sottomette quei veicoli e il loro carico a controlli accuratissimi (raggi X, cani e ogni sorta di sistema) per essere sicuro che non contengano armi o comunque oggetti atti ad offendere.
Anni fa, alla frontiera turco-greca, mia moglie ed io siamo stati costretti a scaricare tutto l’enorme bagaglio da campeggiatori della nostra automobile. Gli incaricati hanno spulciato tutto, oggetto per oggetto, poi hanno perfino passato la macchina (ormai vuota) ai raggi X e dopo non so quante ore ci hanno rilasciati, senza aver trovato niente, ovviamente. Alla fine gli abbiamo fatto tanta pena che ci hanno perfino aiutati a ricaricare la macchina. Semplici controlli casuali. Infine siamo ripartiti con la certezza che mai più, assolutamente mai più saremmo tornati in Turchia. Non in auto, comunque. E se questo può avvenire nei confronti di due innocenti turisti, possiamo capire gli israeliani.
Ma questo non è il problema principale. Dopo la mattanza di qualche giorno fa, Israele potrebbe essersi accorta che il problema del soccorso ai gazawi è insolubile, perché lì non c’è più nessuna forza pubblica locale che possa distribuire gli aiuti. Se dell’ordine si occupano gli israeliani, anche essendo innocenti sono accusati di crimini imperdonabili; se lasciano passare i camion da soli, la folla li assalta fino a morire nella calca; e se infine non li lasciano passare sono accusati di aver fatto morire di fame i gazawi. «Forse – riflette Israele – dopo tutto ci conviene non cercare una soluzione».
Al riguardo fa sorridere la proposta di Biden, di creare un molo artificiale in modo da fare arrivare gli aiuti via mare. Proposta applaudita da molti. Il Presidente e gli altri non hanno capito che il problema non è far arrivare gli aiuti: è distribuirli.

GLI AIUTIultima modifica: 2024-03-09T09:27:06+01:00da
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