Gianni Pardo

A CHI APPARTIENE LA PALESTINA

Anche se avesse tendenza a disprezzare i palestinesi, una persona di buon senso non potrebbe mai negare che fra loro ci sarà anche molta gente perbene. Persone colte, moderate e ragionevoli, anche se perdute in un mare di ignoranza e di fanatismo. Ed è in nome loro che bisogna assolutamente astenersi dal giudicare in blocco tutti gli arabi di Palestina. Purtroppo il destino di una nazione non è determinato dalla qualità dei suoi uomini migliori, ma dalle qualità e dal comportamento degli uomini comuni; che sono la maggioranza. Per fare un esempio a noi vicino, nessuno può sostenere che i meridionali italiani siano più stupidi dei veneti; ma – lo stesso – chi può negare che abbiano meno spirito imprenditoriale, meno capacità di creare ricchezza, meno spirito civico, e proprio per questo siano più poveri? Sullo stesso territorio una popolazione attiva come quella olandese o israeliana chissà che livello di vita avrebbe raggiunto. Se dunque ora si dice che il caso della Palestina è disperato non è per pregiudizio, ma perché è ciò che si deduce dai fatti: come l’arretramento del Sud italiano rispetto al Nord.
La sfortuna dei palestinesi, in larga misura auto-inflitta, si coglie innanzi tutto ripercorrendo la loro storia. Come si sa, l’Impero Ottomano è stato estremamente esteso ed è nato ben prima che nascessero le coscienze nazionali. In quel tempo era molto più importante che si fosse cristiani o musulmani, cattolici o ortodossi, che si parlasse l’una o l’altra lingua e per il resto era secondario che politicamente si facesse capo all’una o all’altra potenza. Non esisteva ancora il concetto di nazione. E questo stato di cose era anche in parte l’eredità dell’Impero Romano che riuniva sotto di sé tante regioni, anche molto diverse ma con pari dignità, purché sottoposte a Roma. Prova ne sia che durante l’Impero gli imperatori spesso sono stati di nazionalità (diremmo oggi) diversa da quella romana. Non solo ce ne furono più d’uno spagnoli, ma ce ne fu persino uno arabo. Nello stesso modo, nell’immenso Impero Ottomano contava più la comune religione musulmana che l’essere nati in Albania, in Iraq o in Palestina. E questo cosmopolitismo estendeva la sua tolleranza anche alle altre religioni: prova ne sia che quando los Reyes Católicos scacciarono gli ebrei dalla Spagna, più o meno al tempo della scoperta dell’America, è nell’Impero Ottomano che essi trovarono rifugio. Divennero così quelli che oggi chiamiamo sefarditi, e che in quelle terre sono vissuti serenamente per quasi cinque secoli. Solo recentemente sono stati costretti a lasciare il Maghreb per rifugiarsi in Israele.
Per tutte queste ragioni, salvo che nei decenni recenti, sarebbe stato ozioso chiedersi a chi appartiene – o deve appartenere – la Palestina. Per un tempo lunghissimo la risposta è stata: a Istanbul. E per il resto c’era posto per chiunque volesse abitarci. E così è stato anche dopo che l’Impero Ottomano si è dissolto, alla fine della Prima Guerra Mondiale. La grande novità che ha creato il nodo gordiano che oggi abbiamo sotto gli occhi si è avuta durante il secondo dopoguerra. Cioè dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ciò che ha cambiato radicalmente la posizione dei pezzi sulla scacchiera è stato un rivolgimento religioso di cui non sono in grado di dare una spiegazione. Erano più tolleranti i mori (allora probabilmente più evoluti di noi) che invasero la Sicilia e la Spagna, governandole per secoli, di quanto non siano oggi dei beduini senza arte né parte. Questo dramma che sembra eterno, questo fanatismo religioso, e questo odio che sembra così radicato, sono fenomeni così recenti, immotivati e feroci, che non si riesce affatto a capirli. Ma bisogna prenderne atto. È come se, mentre il mondo sviluppato progrediva sempre più, l’orbe musulmano da un certo momento in poi avesse visto le lancette dell’orologio muoversi all’indietro.
Dunque, chi ha diritto sulla Palestina? Tutti e nessuno. Quel territorio è così antico che ha avuto mille padroni, dagli ebrei ai faraoni, dai romani alle nazioni vicine e soprattutto all’Impero Ottomano. Infatti la questione non è giuridica: è religiosa. E non dal lato cristiano o ebraico, ma esclusivamente musulmano. Da quelle parti l’intolleranza è di gran moda. E se gli arabi non la smetteranno con la pretesa infondata di avere un diritto esclusivo sulla Palestina, se chiederanno uno Stato indipendente soltanto per avere un territorio da cui partire per attaccare Israele, non avranno mai né quello Stato né la pace. E neppure la prosperità che avrebbero potuto ottenere da una proficua collaborazione economica con Gerusalemme. Ma ognuno – come diceva quell’antico romano – è l’artefice della propria sorte.

A CHI APPARTIENE LA PALESTINAultima modifica: 2023-11-25T11:42:03+01:00da
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