Gianni Pardo

I COSIDDETTI CAMPI PROFUGHI

I bombardamenti israeliani del cosiddetto “Campo Profughi” di Jabalya sono tutt’altro che un massacro indiscriminato. Perché hanno avuto un antefatto. Come si sa, settimane fa Israele ha invitato tutta la popolazione di Gaza nord a spostarsi verso sud, sotto il Wadi Gaza, un fiumiciattolo che, provenendo da Israele, taglia la Striscia e va a gettarsi nel Mediterraneo. Sempre che non sia in secca. Comunque è un limite chiaro e naturale. Israele ha fatto questo per avvertire la popolazione civile che, dato il tipo di guerra in previsione, cioè all’interno di una città, non poteva garantire la loro incolumità. Un vantaggio che mai concessero gli Alleati, modello di democrazia e umanità, durante la Seconda Guerra Mondiale. E infatti, malgrado gli infiniti disagi, centinaia di migliaia di cittadini si sono spostati a sud. Ciò se sono riusciti ad evitare i blocchi stradali predisposti da Hamas che temeva di perdere degli scudi umani. Oggi vivono sotto una tenda, se gliel’hanno fornita, ma sono vivi.
Sin dal primo momento, due quartieri non hanno aderito all’invito israeliano: il cosiddetto campo profughi di Jabalya, e l’altro denominato Beit Lahia. In realtà chi non ha aderito non sono i cittadini di quei quartieri (che non hanno voce in capitolo) ma i terroristi i quali hanno imposto a tutti, con la forza, di non spostarsi a sud. Ciò perché Jabalya è bucata come un emmenthal da tunnel pieni di terroristi e di depositi di materiale bellico, posti in particolare sotto i grandi palazzi, cioè sotto gli scudi umani. Quei tunnel servono anche da rifugi antiaerei per i terroristi, e sono vietati ai civili. Il piano dei terroristi era semplice: o Israele, per non uccidere degli innocenti, si sarebbe astenuta dal bombardare i tunnel; o, se l’avesse fatto, Hamas avrebbe accusato Israele di crimini di guerra. Che tali non sono: della morte degli innocenti è colpevole chi se ne fa scudo. Almeno, quando non si tratta di Israele.
Quali siano le armi da usare, in guerra, lo dicono le condizioni obiettive. Hamas ha messo Israele dinanzi al dilemma tra risparmiare gli abitanti e i tunnel oppure usare l’unico mezzo efficace: delle bombe tremende in grado di penetrare nel terreno fino ad eliminare i tunnel e polverizzare tutto quello che c’è sopra. Creando i più grandi crateri che io abbia mai visto. I generali israeliani sanno che, se ci si dovesse fermare dinanzi ai ricatti umanitari, nessuno più potrebbe vincere una guerra. È per questo che i Paesi civili non usano mai questi metodi: perché da un lato è chiaro che il nemico non si fermerà, dall’altro è noto che le Convenzioni di Ginevra daranno il torto di quei massacri a chi li ha resi inevitabili. Israele non può fermarsi soltanto per impedire che il governo nemico faccia morire i suoi cittadini.
Il famoso Diritto Internazionale Umanitario, valido solo per i firmatari delle Convenzioni e così spesso citato a sproposito, richiede reciprocità. Nessuno è tenuto a rispettarlo se non lo rispetta la controparte. In questo caso Hamas. Israele prova ad essere umana ma non ha il dovere di concedere indebiti vantaggi militari al nemico. Chi vuole che la guerra migliori, nel Vicino Oriente, cominci col convincere Hamas a rispettare le Convenzioni di Ginevra, per esempio facendo circolare i suoi soldati “in divisa e con le armi bene in vista”, in modo da distinguerli a colpo d’occhio dalla popolazione inerme.
Comunque, tutti questi bei ragionamenti non valgono niente perché quasi tutti (inclusi i giornalisti) hanno la mente annebbiata o ripetono pari pari le sciocchezze che hanno sentito. Se a Gaza la guerra rischia di essere inumana, è perché inumana la vogliono i terroristi. Ciò è talmente evidente che, di fronte alle affermazioni di molti, ci si chiede se siano in malafede. Ma probabilmente non lo sono. La malafede richiede informazione, chiarezza di idee e volontà di mentire. Oggi la stragrande maggioranza degli avversari di Israele non è in malafede. Affermarlo corrisponderebbe a farle un complimento che non merita.

I COSIDDETTI CAMPI PROFUGHIultima modifica: 2023-11-02T12:28:36+01:00da
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