Gianni Pardo

IL SENSO DELLA GUERRA, ATTUALMENTE

Gli obiettivi di Hamas che l’esercito israeliano ha colpito a Gaza nelle ultime 24 ore sono stati oltre 200. Chiaro. Ma che cosa si intendono per obiettivi? Inoltre, se Israele ha distrutto con i bombardamenti tanta parte della città (le fotografie sono desolanti) come mai ci sono ancora “obiettivi” e come mai Israele, se li conosce, non li ha già colpiti? L’esercito di Israele agisce e tiene il becco chiuso. Fa benissimo. Quando si ha da fare con un nemico mortale (inclusa una buona parte dell’Occidente, sotterraneamente antisemita) è meglio non dire niente: ché tanto gli altri stravolgeranno in peggio qualunque cosa si dica. Ma purtroppo tutto ciò rende difficile capire ciò che Gerusalemme fa e ancor più ciò che intende fare.
In mancanza di informazioni siamo costretti ad andare a naso: ed è ciò che provo a fare, partendo dall’ultima domanda: come mai, dopo avere colpito tanti obiettivi, Israele continua a bombardare? La mia risposta è che ci sono sempre nuovi obiettivi. Infatti Hamas vuole la guerra. E poiché (malauguratamente per essa) non è in grado di muovere la guerra normale – quella che si fa con i mezzi blindati, gli aeroplani e le navi – usa gli strumenti di un’organizzazione terroristica: attentati e razzi. Per quanto riguarda gli attentati, i terroristi hanno molta difficoltà a colpire perché i fanti israeliani non sono ancora entrati a Gaza; dunque rimangono i razzi e quelli continuano a spararli. Da dove? Questo è il punto.
Con la sua tecnologia e col sistema anti-missile Iron Dome, Israele non soltanto riesce nel giro di secondi a distruggere in volo la maggior parte dei razzi nemici, ma è anche capace di determinare il punto da cui il razzo è partito. In passato, col sistema degli scudi umani, Hamas è riuscita a sfuggire alla risposa immediata, ed è come se Israele si sia difesa con un braccio legato dietro la schiena. Ora invece, con la guerra in corso, Israele considera un obiettivo legittimo qualunque luogo, condominio incluso, da cui sia stato sparato un razzo. E nel giro di minuti lo bombarda. Hamas nel frattempo sposta la rampa o ne monta un’altra su un altro edificio e Israele distrugge anche quello. E questo un giorno dopo l’altro. Col risultato che, con l’attiva collaborazione di Hamas, si sta procedendo alla completa distruzione di Gaza.
I terroristi non se ne curano, perché hanno la cultura della morte, inclusa la propria e quella dei palestinesi. Tutto ciò potrebbe spiegare perché i bombardamenti israeliani non finiscono, e perché muoiono tanti palestinesi. In queste condizioni, se Hamas non detenesse degli ostaggi, i belligeranti potrebbero continuare indefinitamente, fino a fare di Gaza soltanto un cumulo di rovine. Ma la presenza degli ostaggi, finché si può presumere che siano vivi, impone l’invasione di Gaza via terra. Ecco perché se ne parla.
Ma – non dimentichiamolo – se domani Hamas liberasse gli ostaggi o li uccidesse tutti, a Gerusalemme potrebbe andare benissimo il tipo di guerra attuale. Gaza spara missili (che spesso Iron Dome intercetta) e l’aviazione israeliana, senza perdere un uomo, distrugge a rate Gaza. In altri termini, se si continuerà secondo le modalità attuali, la guerra durerà finché a non ci sarà più un edificio in piedi. Inoltre, mancando di acqua e di cibo, tutti i gazawi moriranno. Tanto, della loro vita a Hamas non importa assolutamente nulla. Questa sorta di suicidio di Gaza sarebbe un atto eroico se l’avessero deciso i gazawi: invece gli viene imposto da dei fanatici. Hamas preferisce la morte alla resa, e impone la stessa morte a tutti i palestinesi. La loro ferocia si dimostra senza limiti non solo contro Israele, non solo contro gli infedeli, ma contro l’umanità. E infatti i romani definivano questo genere di delinquenti inimici humani generis, nemici del genere umano.
Parliamo di una soluzione tragica, ma rimane vero che, per Israele, essa costituirebbe comunque una vittoria. Questo modo di ragionare può sembrare barbaro, ma bisogna considerare che sono i palestinesi e Hamas, che lo impongono. Se si arrendessero e se tutti i membri di Hamas si consegnassero o fuggissero, la guerra finirebbe domani. Invece bisogna considerare che ogni razzo che Hamas spara è un tentativo di assassinare dei civili israeliani. Dunque un atto di guerra. Per giunta discutibile dal punto di vista del diritto internazionale umanitario. E un tale atto autorizza una risposta simmetrica dell’aggredita (Israele). Se, per continuare la sua guerra, Hamas si fa scudo dei civili, se cioè non tiene in nessun conto la loro vita, perché dovrebbero tenerne conto gli alti comandi israeliani? Questi ufficiali non saranno dei macellai, ma certo non sono neppure Damine della San Vincenzo. Se Hamas vuole continuare lo scontro finché tutto e tutti saranno annientati, perché gli israeliani si dovrebbero occupare della sopravvivenza di Gaza, loro che da essa sono stati aggrediti?
Chissà che questo non spieghi l’attuale fase della guerra. Gerusalemme probabilmente dà per morti o irrecuperabili gli ostaggi, e nel frattempo vede l’attuale fase per sé profittevole. Mentre Hamas esaurisce le sue scorte, i gazawi muoiono di stenti e tutti gli immobili della Striscia sono demoliti, si può negare che il tempo scorre a favore di Israele? Forse da questo genere di conflitto Gerusalemme erediterà soltanto un enorme mucchio di macerie e di cadaveri. Ma meglio macerie e cadaveri che terroristi vivi

IL SENSO DELLA GUERRA, ATTUALMENTEultima modifica: 2023-10-17T14:15:51+02:00da
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