Gianni Pardo

BANALITA’ INSOPPORTABILI

di Dino Panigra

Sapete perché non sono direttore di un giornale? Perché licenzierei su due piedi chiunque scrivesse o dicesse che “le spiagge sono state prese d’assalto” e “l’hot spot di Lampedusa è al collasso”. E sapete perché i dirigenti della Rai o di Mediaset non licenziano i colpevoli di simili crimini? Perché loro, e quei giornalisti, sono degni gli uni degli altri.
Come il buon gusto non basta a farci guadagnare il paradiso, la banalità non è un crimine. Ma il buon gusto può rendere immortali. Come immortale è rimasto quel nobile francese che, durante il Terrore, stava per essere ghigliottinato dopo sua moglie, e le disse: “Souffrez, Madame, que pour une fois je passe devant vous”, “Mi permetta, signora, che per una volta non le ceda il passo”, e si fece ghigliottinare per primo.
Viceversa la banalità è rivoltante non solo perché le cose infinitamente ripetute divengono noiosissime, ma perché, troppo spesso, chi le usa lo fa per essere alla moda e – nientemeno! – per essere brillante. Qualcuno una volta, per scherzare, ha detto: “Da quando? Da subito”. E la cosa è tanto piaciuta che da allora si sente ripetere a destra e a manca, continuamente, “Fin da subito”. Essendosi perduto il sapore dello scherzo (non si può ridere indefinitamente della stessa battuta) oggi la gente non si accorge di dire: “Da immediatamente”. E l’errore passerà nella lingua.
Non è il caso di andare a cercare gli esempi di questa banalità criminale (“Peggio mi sento” “Un attimino”, “Diciamo”, “Anche no”) di questa orribile tendenza a mettersi sul sedere le penne cadute del pavone, di questa tendenza a seguire gli stilemi, le battute e perfino gli errori (l’intollerabile “piuttosto che” col significato di “come anche”) degli imbecilli. Sono infiniti, e chi ha buon gusto ne soffre già per proprio conto.
Ci si può viceversa chiedere come funzionano i cervelli dei colpevoli, in altri termini il perché di un simile peccato mortale contro la propria dignità. Una volta nell’interesse di una grande impresa un amico mi propose una traduzione ed io gli chiesi quanto tempo avessi, quale fosse il termine di consegna. “Il solito”, mi rispose. “Cioè?” “Ieri”. Ovviamente risi, ma mai mi sarei permesso di usare quella stessa battuta come mia. Al massimo, come omaggio a quel caro amico oggi scomparso, dotato di uno straordinario humour, direi: “Ieri, come diceva il mio amico Mimì”.
Invece molte persone sembrano non avere nessuna preoccupazione riguardo alla propria dignità. Forse non sanno nemmeno che cos’è, forse reputano un onore persino essere ammessi nella retroguardia insignificante, temendo di non essere ammessi nemmeno in quella. Per loro la moda è un imperativo, per la semplice ragione che il loro imperativo categorico è “seguire”, non “guidare”. Una mentalità ovina. E forse è anche peggio, perché in questa ricerca del consenso nel gruppo, vanno in giro come i cani randagi, nella speranza che a qualcuno cada di bocca una spiritosaggine per potersela rivendere l’indomani come roba propria. O, peggio, quando ormai è troppo nota, come dimostrazione di essere “up to date”, “à la page”, “connesso”, come dicevano anni fa i ragazzi.
Un’indegnità analoga è quella di chi usa molte parole inglesi senza conoscerne il significato o in un modo che per un inglese sarebbe impensabile. Che cos’è la “European Champion Club’s Cup”? È quella che noi chiamiavamo “Coppa dei Campioni”. E fin qui. Il guaio comincia quando i giornalisti devono fare i disinvolti e la chiamano “La Champion”. Perché lì non ci siamo più. Ad ammettere che si voglia abbreviare si può arrivare a “Champion Cup” o a “Cup” soltanto. Ma dire “La Champion” corrisponde a dire: “La dei campioni”. La che cosa?
Ogni volta che c’è un binomio con un genitivo all’inglese, come “Independence Day”, si può saltare l’aggettivo (Independence) ma non il nome (Day). Non lo sanno? Passi. Ma non sanno anche di non sapere l’inglese? E allora perché lo usano? Perché lo hanno sentito usare e sono in fregola di dire “me too”, anch’io so dirlo, anch’io sono à la page, anch’io sono up to date?
Cervelli di serie esprimono concetti di serie a destinatari di serie che nemmeno si accorgono di ricevere prodotti di scarto.

BANALITA’ INSOPPORTABILIultima modifica: 2023-07-27T07:29:15+02:00da
Reposta per primo quest’articolo