Gianni Pardo

UN ERRORE DI BERLUSCONI? L’UMORISMO

Chi ha stimato Silvio Berlusconi non per questo lo ha trovato esente da difetti ed errori, come qualunque essere umano. E uno dei più grandi, per il Cavaliere, è stato quello di voler essere divertente, lieve e spiritoso. Ma su questo punto bisogna intendersi.
Per squalificare un uomo gli inglesi dicono che “lacks the sense or humour”, non ha il senso dell’umorismo. Dunque si tratta di una eccellente qualità, addirittura essenziale per l’uomo equilibrato. E tuttavia, se essa è consigliabile per tutti, non a tutti conviene esibirla in pubblico. Le persone dalle funzioni per così dire “sacrali” faranno sempre bene ad astenersene. Se il Presidente della Repubblica o il Papa raccontassero una barzelletta farebbero anche ridere, ma perderebbero autorità. Le barzellette è bene che le lascino raccontare ad altri.
Sull’umorismo esiste un evidente “double standard”, un doppio sistema di misura. L’uomo colto sa che l’umorismo è una delle vette intellettuali dell’umanità: come ha detto François Rabelais, “Le rire est le propre de l’homme”, la risata è ciò che è caratteristico dell’uomo e lo distingue dagli animali. Malgrado questi quarti di nobiltà, resiste il pregiudizio che chi fa ridere sia inferiore a coloro che ridono, e sia per così dire al loro servizio, come il buffone lo era del re. Colui che simpaticamente racconta barzellette per dimostrare agli astanti che, malgrado la sua alta carica o le sue superiori qualità, egli è uno di loro, commette un grave errore: i cretini potrebbero credergli.
E tuttavia non sono soltanto i cretini a costituire un rischio. Costituiscono un rischio gli ipocriti, i moralisti, i nemici politici, e tutti coloro che hanno un interesse a mostrarsi scandalizzati. Costoro o sono realmente impermeabili al humour o fanno finta di non sapere che l’umorismo vive della mancanza di rispetto. Anche se, a volte, ciò malgrado rimane benevolo. Ma non c’è niente da fare: contro la malafede non ci sono parate. Una volta Berlusconi, credendo di sparare una cannonata mortale, disse ad un gruppo di contestatori: “Non avete il senso dell’umorismo”. Senza accorgersi che il suo cannone era caricato a salve. Gli altri forse il senso dell’umorismo lo avevano, o forse no, certo avevano ancora più grande e chiaro l’interesse di danneggiare un rivale, anche se con la malafede e il moralismo d’accatto.
Berlusconi ha pagato caro il suo pregiudizio secondo cui tutti dovrebbero considerare l’umorismo come una grande qualità. La sua barzelletta sul “Bunga bunga”, non più scandalosa di tante altre, lo ha danneggiato a livello mondiale. Molti alla fine non conoscevano la storiella, ma quelle due parolette costituivano la prova della sua confessata immoralità sessuale. Analogamente, non si fanno le corna dietro la testa di qualcuno, in una foto ufficiale. A parte il fatto che stavolta l’umorismo è proprio di bassa lega, Berlusconi in quell’occasione avrebbe dovuto ricordare di avere superato da tempo i dieci anni di età. Analogamente non avrebbe dovuto frequentare pubblicamente ragazzine troppo vistose ed escort di vario livello. Lui che conosceva tante barzellette sicuramente conosceva anche questa. Dice la moglie: “Sai, hanno escluso Pierino dalla piscina perché ha fatto la pipì nella vasca“. “Quanta severità. Chissà quanti altri l’avranno fatta”. “Sì, ma dal trampolino?”
A certi livelli si impone la discrezione. Anche il re fa le corna a sua moglie, al punto che in Sicilia c’era il detto: “Il re non fa corna”, nel senso che il marito della prescelta eventualmente non doveva adontarsi. Le corna erano un privilegio della corona. Né tutti i Papi sono stati casti. Ma non esistono quadri rinascimentali di Papi abbracciati alla loro bella.
Berlusconi non ha capito che l’autorità vive di formalità, di distanza e perfino, se proprio avesse voluto metterla così, di ipocrisia. Questo errore, dopo tutto di piccola importanza, lo ha danneggiato più di quanto i crimini commessi non abbiano danneggiato certi zar. Infatti in Italia di Putin – che ha scatenato una guerra d’aggressione, facendo morire centinaia di migliaia di innocenti – nessuno ha mai detto tanto male quanto ne è stato detto di Berlusconi.
Senza dire che contro di lui è stato anche lanciato un fermacarte di marmo che gli ha rotto un dente ed avrebbe potuto provocargli anche di peggio. Questo perché? Perché era in mezzo alla folla e non pensava che una cosa del genere potesse accadergli. Come se non avesse mai sentito parlare di Umberto I o di Sarajevo. E come se non sapesse che la “distanza” è la condizione essenziale dell’intangibilità e della sacralità del governante. Ve lo immaginate Mattarella che va a passeggiare da solo, al Pincio?
Volere essere amati è una qualità, soprattutto quando si fa tutto il possibile – con l’impegno sociale, il sorriso e la generosità – per meritarlo. Ma con le iene è tempo perso.

UN ERRORE DI BERLUSCONI? L’UMORISMOultima modifica: 2023-06-17T08:36:26+02:00da
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