Gianni Pardo

CORNACCHIE E USIGNUOLI

di Dino Panigra

Mi arriva la pubblicità di un libro e scopro che è firmato da Laura Boldrini. Reprimo un sorriso e leggo il titolo: “Questo non è normale”. E penso: no, è proprio normale; tutti hanno scritto un libro; tutti sperano di avere un’occasione di presentarsi in televisione con in mano il loro libro così come i santi martiri del Medio Evo erano rappresentati sempre con in mano il simbolo del loro martirio: la graticola per San Lorenzo o la croce ad X per S.Andrea.
Questa del libro è un’alluvione. I lettori sono pochissimi e gli scrittori tantissimi; al punto che potrebbero utilmente scambiarsi le parti. E qui veniamo al dramma del singolo scrittore. L’unica garanzia che si può avere di veder pubblicato il proprio libro e di essere letti non deriva dalla qualità del libro, ma dalla notorietà dell’autore. Boldrini può aver scritto un libro perfettamente stupido (o molto intelligente, qui fa lo stesso) certo è che se è stato pubblicato a spese dell’editore è perché lei è nota. Se una parrucchiera avesse scritto un capolavoro, anche a pubblicare il libro a sue spese, nessuno l’avrebbe mai letto. E men che meno comprato. Già ho qualche dubbio per Boldrini.
Il singolo scrittore, se ha senso critico, deve dirsi: probabilmente i miei testi non valgono niente. Come non valgono niente quelli di tutti gli altri. Ma, anche se uno di questi scritti valesse molto, il risultato non cambierebbe. Dunque, per buon senso, ed anche per non essere dolorosamente frustrato, è meglio che io pensi di avere scritto un libro pessimo, di cui forse dovrei vergognarmi. Come tutti i colleghi.
Tutti credono che un libro pubblicato, con tanto di copertina e nome dell’autore sul frontespizio, per questo sarà venduto e letto. Il risultato è che pagano la stampa di due o tremila copie e riescono poi a regalarne una ventina agli amici. Affliggendoli col dovere di mentire dicendogli che hanno letto il libro e gli è piaciuto.
È triste pensare che da qualche parte c’è un genio che ha scritto un vero capolavoro, e ciò malgrado rimane totalmente ignorato. Se un editore molto competente lo leggesse, probabilmente concluderebbe: “L’autore è un artista, questo testo merita di restare nella letteratura e ciò malgrado so che, anche pubblicandolo, non si venderà mai. Perché l’autore è un signor nessuno ed io non posso sprecare i miei soldi. Gli scriverò una lettera di grande apprezzamento ma di più non posso fare. Non posso neanche proporgli la pubblicazione a sue spese perché, come non voglio perdere soldi io, non voglio che ne perda lui”.
Oggi il genio è trattato esattamente come l’imbecille velleitario. Il principe Harry d’Inghilterra non sembra un genio come Aristotele che “sopra gli altri come aquila vola”, e tuttavia del suo libro (scritto da altri) si sono vendute centinaia di migliaia di copie. Se viceversa rinascesse e pubblicasse un libro, Immanuel Kant non riuscirebbe a venderne una copia e sarebbe battuto nelle vendite da Eva Kant, se un personaggio dei fumetti potesse scrivere.
Non possiamo meravigliarci se nel Ventesimo Secolo, nel tempo della massima facilità di pubblicazione e fruizione, non si sia prodotta una grande arte letteraria. Quando tutti gli uccelli strepitano, come distinguere la voce dell’usignuolo?

CORNACCHIE E USIGNUOLIultima modifica: 2023-05-02T08:18:15+02:00da
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