Gianni Pardo

LA DENATALITA’, UNO DEI GRANDI PROBLEMI

In Italia c’è l’allarme denatalità. Il guaio è serio ma la soluzione appare pressoché impossibile. Tanto che rimane interessante soltanto capire l’origine del fenomeno.
Avere o non avere figli è una decisione che ciascuno prende tenendo conto soltanto del proprio caso. E se alla fine il singolo decide per il no, non c’è politica demografica che tenga. I giornali credono di risolvere il problema con un maggiore e più generoso intervento economico dello Stato ma purtroppo questo suggerimento si inserisce fra mille altri consimili tanto che alla fine il consiglio è questo: “Italiani, avete dei problemi perché siete poveri? Ecco la soluzione: siate ricchi”.
Fra l’altro, per ogni difficoltà attuale, si accusa il governo in carica. E invece bisognerebbe chiedersi: ammesso che questo governo sia esclusivamente composto di bastardi incompetenti e corrotti, come mai tutti i governi precedenti – composti esclusivamente da specchiati galantuomini – non hanno posto rimedio a quell’inconveniente? In verità i grandi problemi sono numerosi e talmente costosi da essere sostanzialmente impossibili da risolvere. Bisognerebbe disporre di un governo in carica per un’intera legislatura o due e sempre che si sia disposti, risolvendo quel problema, a trascurare tutti gli altri, che il coro dice ugualmente urgenti.
Disastro: è crollato il ponte Morandi. Proposta: rivediamo la stabilità di tutti i ponti d’Italia. Ma le scuole sono antisismiche? No. Rendiamole tali. Ma neanche le case antiche, e una buona parte di quelle moderne, sono antisismiche. Se ci fosse un terremoto come quello di Messina nel 1908 non è detto che ce la caveremmo meglio di allora. E dunque? Il solito consiglio: “Diventate tutti miliardari, pagate il mille per cento delle tasse, e risolveremo molte delle difficoltà attuali”.
Purtroppo, accanto agli innumerevoli problemi senza soluzione, esistono quelli che lo Stato crede di poter risolvere. La produzione automobilista è in crisi? Incentiviamo la rottamazione delle vecchie auto offrendo bonus per la vendita delle nuove. L’uovo di Colombo. E invece è una suprema baggianata. Il sussidio che lo Stato concede a chi compra un’auto nuova è anche a carico di chi non ha i soldi nemmeno per comprarne una a prezzo scontato. È giusto, questo? E c’è di più: non è ovvio che, cessato il bonus, si venderanno molte meno automobili? Lo stesso per i pannelli fotovoltaici: bonus per chi può pagarseli, con costo a carico di chi non può permettersi i pannelli e ne ritrova il costo nella bolletta elettrica. Come mille altre volte in Italia, facciamo i generosi con i soldi degli altri e facciamo contenti i cittadini di oggi girando la fattura ai cittadini di domani.
Il buonismo è un pessimo consigliere. Si fanno leggi per proteggere le donne madri sul lavoro ma – vedi caso – i costi sono tutti a carico dei datori di lavoro. E questi – “accà nisciun è fess” – reagiscono non assumendo donne giovani e sposate. E questo è il modo di favorire le giovani madri?
Il magistrato (di sinistra) ha il cuore sensibile e concede infiniti rinvii dello sfratto all’inquilino moroso, in modo che quello rimanga in quella casa ancora per mesi senza pagare. Risultato: il padrone di casa prudente, per locare l’appartamento, richiede garanzie immobiliari, in modo da essere sicuro di essere pagato. E il povero inquilino non garantito? Cerchi altrove. Chissà che non trovi un posto libero, sotto qualche ponte. Insomma noi in Italia abbiamo due grandi generi di problemi: quelli insolubili e quelli che si possono peggiorare.
E così torniamo alla denatalità. Un tempo avere figli era un piacere: c’era soltanto il dovere di nutrirli e di mandarli alla scuola elementare. Quanto ad accudirli, nella famiglia numerosa qualcuno in casa c’era sempre. Inoltre crescendo i più grandicelli accudivano i fratelli più piccoli e davano una mano sul lavoro. Ed ecco che esistevano come normalità famiglie con quattro o cinque figli.
Oggi i genitori che lavorano (tutti) se hanno un figlio non sanno a chi lasciarlo. Le baby sitter costano. Inoltre ci sono le visite regolari al pediatra, i vestitini, le feste di compleanno, i giocattoli, e presto la spesa dell’asilo. Non siamo ancora alle elementari e già la lista è lunga. Poi il piccolo cresce e i costi aumentano. Un tempo il ragazzino andava e tornava da scuola da solo, ora bisogna sempre accompagnarlo, a piedi se la scuola è vicina, in macchina se piove. Quand’anche la scuola sia a cento metri. Non val la pena di continuare, tutti conoscono la situazione. E quando i figli crescono, ed hanno venti o trent’anni, i problemi non sono affatto finiti. In sostanza, chi ha figli è un eroe, ma più spesso un incosciente. E come volete correggere una realtà del genere?
La situazione è scomoda e si chiudono gli occhi per non vederla. Ma i più riflessivi hanno cominciato ad avere sempre meno figli decenni fa e poi, a poco a poco, ciò che prima era chiaro soltanto a chi aveva “il coraggio di pensare” lo hanno capito tutti. Pensate che lo Stato possa lottare contro una tendenza che, ormai, è della società intera? I figli sono divenuti un carico enorme, in molti casi insopportabile. Col beneficio aggiuntivo, per i genitori, di sentirsi accusare di tutti i loro problemi e di tutti i loro torti. Infatti, se si comportano male, è perché loro, i genitori, non hanno saputo educarli. E questo, mentre lo Stato gli nega il potere di punirli, anche quando è il caso.
Figli? Ormai la risposta è: “No, grazie”.

LA DENATALITA’, UNO DEI GRANDI PROBLEMIultima modifica: 2023-04-12T18:38:04+02:00da
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