Gianni Pardo

CRISTIANESIMO, COMUNISMO, ECOLOGIA

Nel Seicento l’Europa era ancora cristiana. Nel Settecento ha perso la Fede. Nell’Ottocento la Fede (sentimentale) l’ha ritrovata, ma non la dottrina. Nel Novecento ha perso anche quella e abbiamo avuto il comunismo. Poi il comunismo è morto ed ora si è creata una nuova religione: l’ecologismo. Molti saranno sorpresi vedendo mettere nello stesso paniere Cristianesimo, Comunismo ed Ecologismo ma tutto sta ad intendersi sul concetto di religione, esaminando poi tutti e tre i fenomeni.
Se si considera la realtà spassionatamente, c’è da essere disperati: siamo tutti destinati a morire; la casualità degli eventi ci lascia disorientati; il Male vince troppo spesso sul Bene e nel complesso ci sentiamo orfani. Così ci poniamo le tremende, eterne domande metafisiche: Dio esiste? C’è una vita dopo la morte? Qual è il senso della nostra esistenza? La ragione è purtroppo incapace di dare risposte positive a queste domande ma l’uomo non rinunzia ad averle: e se ne dà alcune più o meno inventate. Si chiama Fede.
La fede – diversamente dalla scienza – è un complesso di credenze di cui non è stata dimostrata la validità e cui nondimeno si aderisce. Innanzi tutto perché l’uomo ha bisogno di credere in qualcosa. Poi perché ha fiducia (fede=fiducia) in colui che gliela predica. Infine qualunque religione minaccia la Geenna ai miscredenti ma in compenso, ottenuta la genuflessione, promette la salvazione. In nome di questi vantaggi il singolo chiude gli occhi su qualunque obiezione. Fra l’altro è abituato a sentir parlare della dottrina della religione in cui è nato e non ne nota più le assurdità. Nota soltanto le assurdità delle altre religioni. Noi non immaginiamo neppure che, per i musulmani, siamo politeisti perché veneriamo la Madonna e i Santi.
Vedendo la religione come fenomeno sociale, si spiega perché siano religioni anche il comunismo o l’ecologismo. Il comunismo è stato sonoramente smentito dalla miseria dell’Unione Sovietica ma la massa ha continuato ad essere comunista. Come mai? Semplicemente perché il singolo ha tendenza a conformarsi alla fede dei molti, soprattutto quando anche le persone importanti aderiscono alla Fede. La coralità supera tutte le obiezioni: “Se ci credono tutti, chi sono io per dire che non è niente vero?” Inoltre essere al centro del gregge dà un confortevole senso di sicurezza e dubitare è pericoloso: chi è fuori dal coro è sospetto, allarmante, e in fin dei conti un reprobo.
L’adesione ad una religione offre inoltre l’incontrovertibile sentimento di essere nel giusto: da qui la “superiorità genetica” della sinistra. Un sentimento tanto forte da rendere feroci. I veri comunisti non tollerano chi non è comunista e chi non è di sinistra è fascista, dunque un acerrimo nemico da combattere. Si è arrivati a dire che “Uccidere un fascista non è reato”. Né scalfiscono la fede i pessimi risultati concreti del socialismo: per i credenti le tragedie si sono avute per colpa degli uomini, mentre la teoria è perfetta. Bisogna cambiare l’umanità, non la teoria, anche con le cattive, fino ad uccidere a freddo milioni di persone. Così la pensava Pol Pot.
Oggi il comunismo è morto e il bisogno di una Fede si è spostato sull’ecologismo, divenuto a sua volta una dottrina tanto salvifica quanto intollerante. La nuova religione non ha orecchie per nessuna obiezione, e va serenamente contro l’economia, contro ogni novità che potrebbe essere utile agli uomini, contro gli interessi dell’umanità (preferendole la foca monaca o i panda) e, in una parola, contro il buon senso. Il vero ecologista è un fanatico che non sente ragioni. E tutte queste caratteristiche fanno dell’ecologismo una religione.
Per gli ecologisti l’uomo è un irredimibile peccatore, un animale abusivo responsabile di tutto, a partire dal cambiamento climatico. Un’assoluta certezza, questa, contro la quale non è nemmeno lecito sollevare obiezioni: il clima è cambiato ed è cambiato per colpa dell’uomo. E basta. Non sono provate né l’una cosa né l’altra, ma poco importa. Né vale far notare che in passato la Terra è stata per lunghi periodi molto più fredda o molto più calda di oggi, mentre l’uomo ancora non esisteva. Gli ecologisti non ci crederebbero. Gli si potrebbe anche far notare che l’intera Europa influisce sulla creazione di anidride carbonica per l’8% del pianeta. Dunque, se da domani non accendessimo neanche un fiammifero, sulla Terra la cosa non avrebbe un impatto significativo. Balle, direbbero.
In un dibattito l’ecologista non soltanto non è turbato da nessuna delle obiezioni, ma al miscredente non lascia nemmeno esporre il suo pensiero. Lo attacca, lo interrompe, gli dà dell’ignorante, e chissà che altro. E probabilmente gli astanti darebbero ragione a lui e non al miscredente, perché anche loro sono ecologisti. O comunque non avrebbero il coraggio di andare controcorrente.
Sembra di sentire ancora la voce di Giovanni il Battista: “E voi umani cambiate vita e fate penitenza. Altrimenti la collera del Dio dell’Ecologia si abbatterà su di voi e nessuno di voi sfuggirà all’Apocalisse”. Ma forse è soltanto la voce di Greta Thunberg. Ogni epoca ha il profeta che merita.
giannipardo.myblog.it

CRISTIANESIMO, COMUNISMO, ECOLOGIAultima modifica: 2023-03-14T07:31:50+01:00da
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