CRISTIANESIMO, COMUNISMO, ECOLOGIA

Nel Seicento l’Europa era ancora cristiana. Nel Settecento ha perso la Fede. Nell’Ottocento la Fede (sentimentale) l’ha ritrovata, ma non la dottrina. Nel Novecento ha perso anche quella e abbiamo avuto il comunismo. Poi il comunismo è morto ed ora si è creata una nuova religione: l’ecologismo. Molti saranno sorpresi vedendo mettere nello stesso paniere Cristianesimo, Comunismo ed Ecologismo ma tutto sta ad intendersi sul concetto di religione, esaminando poi tutti e tre i fenomeni.
Se si considera la realtà spassionatamente, c’è da essere disperati: siamo tutti destinati a morire; la casualità degli eventi ci lascia disorientati; il Male vince troppo spesso sul Bene e nel complesso ci sentiamo orfani. Così ci poniamo le tremende, eterne domande metafisiche: Dio esiste? C’è una vita dopo la morte? Qual è il senso della nostra esistenza? La ragione è purtroppo incapace di dare risposte positive a queste domande ma l’uomo non rinunzia ad averle: e se ne dà alcune più o meno inventate. Si chiama Fede.
La fede – diversamente dalla scienza – è un complesso di credenze di cui non è stata dimostrata la validità e cui nondimeno si aderisce. Innanzi tutto perché l’uomo ha bisogno di credere in qualcosa. Poi perché ha fiducia (fede=fiducia) in colui che gliela predica. Infine qualunque religione minaccia la Geenna ai miscredenti ma in compenso, ottenuta la genuflessione, promette la salvazione. In nome di questi vantaggi il singolo chiude gli occhi su qualunque obiezione. Fra l’altro è abituato a sentir parlare della dottrina della religione in cui è nato e non ne nota più le assurdità. Nota soltanto le assurdità delle altre religioni. Noi non immaginiamo neppure che, per i musulmani, siamo politeisti perché veneriamo la Madonna e i Santi.
Vedendo la religione come fenomeno sociale, si spiega perché siano religioni anche il comunismo o l’ecologismo. Il comunismo è stato sonoramente smentito dalla miseria dell’Unione Sovietica ma la massa ha continuato ad essere comunista. Come mai? Semplicemente perché il singolo ha tendenza a conformarsi alla fede dei molti, soprattutto quando anche le persone importanti aderiscono alla Fede. La coralità supera tutte le obiezioni: “Se ci credono tutti, chi sono io per dire che non è niente vero?” Inoltre essere al centro del gregge dà un confortevole senso di sicurezza e dubitare è pericoloso: chi è fuori dal coro è sospetto, allarmante, e in fin dei conti un reprobo.
L’adesione ad una religione offre inoltre l’incontrovertibile sentimento di essere nel giusto: da qui la “superiorità genetica” della sinistra. Un sentimento tanto forte da rendere feroci. I veri comunisti non tollerano chi non è comunista e chi non è di sinistra è fascista, dunque un acerrimo nemico da combattere. Si è arrivati a dire che “Uccidere un fascista non è reato”. Né scalfiscono la fede i pessimi risultati concreti del socialismo: per i credenti le tragedie si sono avute per colpa degli uomini, mentre la teoria è perfetta. Bisogna cambiare l’umanità, non la teoria, anche con le cattive, fino ad uccidere a freddo milioni di persone. Così la pensava Pol Pot.
Oggi il comunismo è morto e il bisogno di una Fede si è spostato sull’ecologismo, divenuto a sua volta una dottrina tanto salvifica quanto intollerante. La nuova religione non ha orecchie per nessuna obiezione, e va serenamente contro l’economia, contro ogni novità che potrebbe essere utile agli uomini, contro gli interessi dell’umanità (preferendole la foca monaca o i panda) e, in una parola, contro il buon senso. Il vero ecologista è un fanatico che non sente ragioni. E tutte queste caratteristiche fanno dell’ecologismo una religione.
Per gli ecologisti l’uomo è un irredimibile peccatore, un animale abusivo responsabile di tutto, a partire dal cambiamento climatico. Un’assoluta certezza, questa, contro la quale non è nemmeno lecito sollevare obiezioni: il clima è cambiato ed è cambiato per colpa dell’uomo. E basta. Non sono provate né l’una cosa né l’altra, ma poco importa. Né vale far notare che in passato la Terra è stata per lunghi periodi molto più fredda o molto più calda di oggi, mentre l’uomo ancora non esisteva. Gli ecologisti non ci crederebbero. Gli si potrebbe anche far notare che l’intera Europa influisce sulla creazione di anidride carbonica per l’8% del pianeta. Dunque, se da domani non accendessimo neanche un fiammifero, sulla Terra la cosa non avrebbe un impatto significativo. Balle, direbbero.
In un dibattito l’ecologista non soltanto non è turbato da nessuna delle obiezioni, ma al miscredente non lascia nemmeno esporre il suo pensiero. Lo attacca, lo interrompe, gli dà dell’ignorante, e chissà che altro. E probabilmente gli astanti darebbero ragione a lui e non al miscredente, perché anche loro sono ecologisti. O comunque non avrebbero il coraggio di andare controcorrente.
Sembra di sentire ancora la voce di Giovanni il Battista: “E voi umani cambiate vita e fate penitenza. Altrimenti la collera del Dio dell’Ecologia si abbatterà su di voi e nessuno di voi sfuggirà all’Apocalisse”. Ma forse è soltanto la voce di Greta Thunberg. Ogni epoca ha il profeta che merita.
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CRISTIANESIMO, COMUNISMO, ECOLOGIAultima modifica: 2023-03-14T07:31:50+01:00da gianni.pardo
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10 pensieri su “CRISTIANESIMO, COMUNISMO, ECOLOGIA

  1. la differenza tra le tre religioni indicate nell’articolo, solo quella cristiana indica che l’obiettivo è l’altro mondo. Le altre due non hanno questa prospettiva e si fermano su questa terra. Quindi ci vuole una forte e robusta fede per credere nel trascendente.
    Neanche la Storia umana – con i suoi fatti -riesce a modificare o a spostare il convincimento dell’uomo.
    Se “Dio nessuno lo ha visto” come si fa a crederci? Nessuno ha visto la propria morte eppure ci crediamo: come mai?
    Neanche la scienza è in grado di dimostrare la realtà che ci circonda. E che dire dell’universo che ci circonda?
    Non è tutto un mistero?

  2. @Sergio, io sinceramente ho imparato a dubitare delle statistiche: si trova di tutto, sono malleabili come il pongo in funzione dello scopo che ci si prefigge. Soprattutto quando volutamente non si precisa bene cosa contiene e cosa non contiene un numero. Nel caso in questione, l’orientamento per così dire ideologico di un libro che si intitola “Assalto al pianeta – Attività produttiva e crollo della biosfera” mi sembra evidente.
    550 milioni di veicoli in tutto il mondo (quali veicoli poi? auto private, taxi, pullman, autobus, furgoni, tir?) sembrerebbe il numero del 1970 e non del 2000, ma non solo: è verosimile che in soli 20 anni il numero dei veicoli si sia addirittura quadruplicato? La popolazione mondiale è aumentata in questi anni, ma non si è quadruplicata… e per giunta questo incremento riguarda i paesi poveri, quelli con meno veicoli.
    Siamo bombardati da un sacco di numeri. Troppi.

  3. @ Fabrizio

    In effetti 550 milioni di veicoli sembrano pochi, in realtà erano tantissimi già allora.
    Ho trovato questa informazione in “Assalto al pianeta – Attività produttiva e crollo della biosfera” (2000), autori due docenti universitari italiani (Sandro Pignatti, Bruno Trezza). Non ho motivo di dubitare di questo dato (550 mln). Ma il mercato dell’auto tira ancora e se c’è una flessione, apriti cielo, geremiadi e lutti. Si può continuare così? Intanto come detto siamo già o saremo presto a quota 2 miliardi di auto (parco auto mondiale più che triplicato in così poco tempo).
    Sì, l’Italia era e probabilmente è ancora uno dei paesi più motorizzati del mondo – ma non è un motivo di vanto o indice di vero benessere.

  4. Articolo perfetto che descrive esattamente una delle branche del fanatismo scientistico che è l’ecologia.
    Un’altra branca è invece la virologia, che Lei invece ha appoggiato in pieno, non cogliendo il filo comune tra le due. Entrambi gli scientismi hanno una nutrita accolita di fanatici convinti che l’abbracciamento acritico del conformismo medicalmente ed ecologicamente corretto li faccia assurgere all’Olimpo dei saggi.

    P.S. E la prego umilmente di non rispondermi citandomi l’utilità dei vaccini in generale, che io non ho mai messo in discussione, in quanto non è quello il punto.

  5. @Sergio: il tuo discorso va bene, tuttavia mi risulta difficile credere che nel 2000 c’erano in tutto il mondo soltanto 550 milioni di veicoli. Siamo tutti abbastanza anziani per ricordare che nel 2000, nella sola Italia, la maggior parte delle famiglie aveva già da tempo due automobili…

  6. L’istinto del gregge è ancestrale: i nostri antenati dovevano lottare quotidianamente contro animali feroci e l’unica possibilità di sopravvivenza era rimanere nel gregge. Chissà quale terrore doveva cogliere l’individuo che per disgrazia si veniva a trovare fuori dal gregge. Tutto questo per il periodo più lungo della vicenda umana, anzi ancor prima della specie homo sapiens.

    Fino a qualche anno fa, quando il dibattito pubblico era più razionale, si parlava di inquinamento e smog: la sacrosanta preoccupazione era per le malattie che ne derivavano. Ora queste due parole, inquinamento e smog, sono quasi scomparse: sostitute dall’ambiente e dal mantra “salvare il pianeta”.
    La “salvezza”: se non è una religione questa…

  7. Sull’ecologismo come religione non sono d’accordo. Forse bisognerebbe distinguere tra ecologia e ecologismo. D’accordo, gli ecologisti o tanti ecologisti sono fanatici e ignoranti, ma la “cura della casa” (ecologia) è una buona cosa. Nessuno di noi vuol vivere in una bidonville o in un ambiente degradato. Ce la stiamo mettendo tutta per far guerra alla natura e distruggerla – e per cosa poi? Per stupidi consumi massimamente inquinanti. Ah, ma con l’auto elettrica le cose cambieranno. Davvero? Nel 2000 (cioè l’altro ieri) circolavano nel mondo circa 550 milioni di veicoli (questa non la sapevate, eh?). Adesso siamo quasi a due miliardi di auto (dopo appena vent’anni) e non è finita. Volete 8-10 miliardi di auto elettriche? La macchina è un diritto umano?

  8. Gianni, sono d’accordo, l’ecologismo e’ una religione.
    Ma allora molte cose possono essere considerate una religione. Il calcio, per esempio. Ha i fedeli, un codice di norme comportamentali, la speranza nell’avvenire (un di’, lo scudetto), l’odio per gli avversari, le guerre sante. Ha dei semidei (i giocatori), ma il vero dio e’ la squadra, la maglia. E ormai ha addirittura delle sette. A Rosario, Argentina, esiste l’Iglesia Maradoniana (la chiesa di Maradona), con tanto di fedeli, e i propri Dieci Comandamenti.
    Evidentemente il bisogno di appartenere ad un gregge, non importa di quale tipo, e’ parte della natura umana.

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