Gianni Pardo

LA CHIUSURA DEI CIELI UCRAINI

Putin ha commesso uno dei suoi tanti, enormi errori. Il primo è stato quando ha pensato che l’Ucraina si sarebbe buttata volentieri nelle braccia di Madre Russia. Il secondo quando ha pensato che, in caso di resistenza, lui avrebbe battuto l’Ucraina in 72 ore. Poi, poi, poi. L’ultimo in questi giorni, quando ha bombardato selvaggiamente le città ucraine, con l’intento di ammazzare dei civili e scoraggiare la resistenza: perché ha indignato il mondo, proprio nel momento in cui il mondo teme meno la Russia perché sta perdendo la guerra. Ed ora, con la “chiusura dei cieli ucraini”, questa sconfitta è ancora più prossima.
Andriy Yermak, portavoce di Volodymyr Zelensky, afferma che gli amici dell’Ucraina hanno deciso di “chiudere i cieli” dell’Ucraina ai russi. Ai loro aeroplani, ai loro missili, a qualunque cosa si sposti nel cielo: se soltanto si riesce a colpirli ed annientarli. E questo dà una possente spinta all’ago della bilancia. Infatti fino ad oggi i russi hanno avuto il quasi totale dominio del cielo, perché gli alleati occidentali si sono rifiutati di colpire con le loro armi l’aviazione russa, o di fornire agli ucraini i dispositivi con cui farlo. Ora sembra cambiato tutto.
Il fatto nuovo è che, per vendicare l’attacco al ponte di Kerch (a quanto dice), per un paio di giorni Vladimir Putin ha bombardato in tutti i modi in cui poteva (aviazione, missili, droni) gli “obiettivi” civili e le strutture fondamentali delle città ucraine, fino a Leopoli. Lo ha fatto per “vendicare” la distruzione del ponte sul Mar d’Azov, soprattutto contando sulla sostanziale impunità di cui ha goduto fino a questo momento. E ancora una volta ha commesso un errore di calcolo, di arroganza, di hybris: quell’eccesso che gli dei non sopportano. Con il suo deliberato ed evidente intendo di uccidere dei civili ha colmato la misura, ha indignato gli occidentali e questi infine si sono decisi a compiere un passo che, fino ad oggi, Volodymir Zelensky aveva inutilmente implorato, e che loro avevano giudicato troppo pericoloso. È come se si fossero detti: “Possiamo permettere che un terrorista approfitti della nostra prudenza per uccidere il massimo numero possibile di innocenti? Questa non è guerra e questo cinismo criminale ci giustifica dinanzi al mondo. La misura è colma e Putin deve essere fermato”.
Il dato di fatto di cui disponiamo è una comunicazione di Yermak su Twitter – eh sì, siamo a questo punto della comunicazione – il quale ha dichiarato: “Un’altra Ramstein. È un evento storico, perché si decide di chiudere il cielo dell’Ucraina”.
Val la pena di chiarire l’accenno a Ramstein. Il 26 aprile di quest’anno in quella base statunitense in Germania si sono riuniti i ministri della Difesa di quaranta Paesi ed hanno deciso di aiutare l’Ucraina a vincere la guerra che la Russia le ha mosso, non provocata. Lloyd Austin, il gigantesco nero che oggi è il segretario della Difesa statunitense, ha detto: “Oggi siamo qui riuniti per aiutare l’Ucraina a vincere la battaglia contro la Russia. La battaglia di Kiev entrerà nei libri di storia”. “Vogliamo rendere più difficile per la Russia minacciare i suoi vicini” e vogliamo indebolirla per “essere sicuri che [i russi] non abbiano più le capacità per bullizzare i loro vicini”.
A questa volontà di aiuto dell’Ucraina aggredita è tuttavia sempre mancata – da allora – una sufficiente difesa aerea, cosa di cui Zelensky si è lamentato infinite volte. Ora, finalmente, l’avrebbe ottenuta, e Yarmek considera il passo talmente importante da giudicarlo “una nuova Ramstein”. Dispiace il prezzo pagato, in termini di vite innocenti, ma militarmente si tratta di un vero affare. Se, come sembra le stiano attualmente promettendo, l’Ucraina avrà i moderni sistemi antiaerei e antimissile, per la Russia saranno dolori. Perché oggi sul terreno i militari ucraini sono più numerosi e meglio armati dei russi, mentre nell’aria i russi rischieranno grosso. Già attualmente avevano avuto ingenti perdite, figurarsi col pieno appoggio della tecnologia occidentale. Inoltre i soldati ucraini sono euforici a causa delle recenti vittorie, mentre i militari russi sono scoraggiati, privi di motivazione, e si sentono abbandonati dalla madrepatria. Ma la Russia non può fare di più per aiutarli. Prima sono stati allevati nel mito dell’invincibilità della Russia, ora passano alla misera realtà di tipo sovietico. In fondo, anche loro sono da compiangere. Ma – si sa – dei soldati russi hanno pietà anche i loro nemici, ma non i loro capi. Si è visto in ambedue le Guerre Mondiali.
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LA CHIUSURA DEI CIELI UCRAINIultima modifica: 2022-10-13T09:58:23+02:00da
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