Gianni Pardo

L’OMOSESSUALITA’ NON MI RIGUARDA

Quello dell’omosessualità è un “non problema” di cui si fa un enorme problema. Infatti, mentre gli interessati parlano di orgoglio gay, in molte parti del mondo essi sono visti proprio male. Lasciamo da parte i Paesi in via di sviluppo, che a volte sono in via di sviluppo anche nel senso della tolleranza, ma già la dirigenza russa – cioè di un Paese “bianco”, cristiano ed europeo – gli è molto ostile. Un Gay Pride a Mosca è attualmente inconcepibile. Secondo il patriarca Kirill, intimo sodale di Vladimir Putin, solo l’Occidente degenerato può considerare gli omosessuali o i “transgender” come normali cittadini che hanno tutti i diritti: incluso quello di manifestare in modo sguaiato e carnevalesco.
Tutto questo è curioso da qualunque lato lo si guardi. Innanzi tutto, non si capisce l’interesse per i costumi sessuali altrui. Un bel proverbio siciliano (che attutisco nei termini) proclama: “A due palmi dal mio sedere goda chi vuole”. Ecco, bastano due palmi, per la pace sociale e la libertà.
Ma se sbroccano i cosiddetti “normali”, non è che ci azzecchino gli omosessuali. Che senso ha parlare di Pride – orgoglio – di essere omosessuali? Che c’è da gloriarsi nell’avere un corpo maschile e un io femminile, o nel sentire attrazione per una persona dello stesso sesso? Un uomo civile si vanta forse di essere eterosessuale? Per buon gusto, riserva la sua sessualità alla sfera più privata. E così dovrebbero fare anche loro.
Qualcuno obietterà che gli omosessuali parlano di Gay Pride per compensare gli innumerevoli secoli in cui sono stati costretti a vergognarsi della loro diversità. Obiezione che vale solo per metà. Dà una spiegazione ma non una giustificazione. Se un uomo è stato profondamente deluso da una donna può darsi che poi odii tutte le donne: ma dobbiamo approvarlo, in questo?
La verità è che gli uomini – quando si occupano di omosessualità – credono di parlare di un problema morale mentre si tratta semplicemente di un fatto istintuale: la specie umana considera con allarme qualunque fenomeno che limiti la procreazione. E si è visto anche con la recente sentenza della Suprema Corte americana che ha limitato il diritto all’aborto, rinviandone la regolamentazione (o il divieto) ai singoli Stati. Perché senza la procreazione la nostra specie si estinguerebbe.
In realtà il singolo, anche quando è convinto di pensare autonomamente, la maggior parte delle volte segue l’opinione corrente (mores). Quello che crede il suo pensiero è soltanto l’eco mentale dell’istinto. E infatti sono considerate malattie vergognose l’impotentia generandi (per esempio la azoospermia) o, peggio, l’impotentia coeundi (mancata erezione). E poiché l’omosessualità, anche quando ha soltanto un’origine psicologica, si risolve in una impotentia coeundi, è anch’essa grave e vergognosa.
Per queste ragioni, i benevoli considerano l’omosessualità se non un “vizio (come fanno i più selvaggi) almeno una imbarazzante anomalia. Ma se fosse un’anomalia, come l’albinismo, quale dovrebbe essere la conseguenza naturale? Se non la compassione – dal momento che gli omosessuali che ben si adattano alla loro speciale condizione possono anche essere felici – almeno la tolleranza. Come io tollero che si chiami musica il rumore che si sente in giro o in televisione. prima che io riesca a cambiare canale.
Ma se questa è piana razionalità, di fatto presso le nazioni socialmente primitive (in Afghanistan, per esempio) le cose vanno in tutt’altro modo. Certe comunità manifestano nei confronti dell’omosessualità un’ostilità così forte da arrivare a dichiararla reato. In Iran, addirittura, gli omosessuali li impiccano. Come mai? La risposta è semplice, e la dà la psicologia. Già al livello degli insetti. Una delle caratteristiche dell’istinto è l’ignoranza del suo scopo. Una vespa (tale Pelopea del Messico) non ha idea del perché deve fabbricare un certo contenitore, e metterci dentro una piccola preda, e deporci il proprio uovo, e chiudere quel contenitore, in modo che l’uovo sia protetto. Lo fa e basta. Segue l’intera a procedura anche se si toglie il fondo del cilindro, e cadono via sia la piccola preda sia l’uovo. Il programma era quello ed essa lo segue secondo lo schema previsto.
Le cose non vanno molto diversamente per noi esseri umani. Per milioni di anni la nostra specie è stata in bilico. Tra stenti, malattie, guerre e ogni sorta di problema, la vita media era di venticinque anni e la mortalità infantile era altissima. Dunque la prole numerosa era un contributo alla salvezza della specie e non avere figli una disgrazia.
In sintesi, ecco come funzionava la catena in passato: l’istinto di conservazione della specie spingeva i singoli ad avere quanti più figli era possibile; l’istinto si riversava nei costumi; infine i costumi si trasformavano in dettami della religione: “Non avere figli, potendone avere, è peccato”. Per i cattolici il sesso praticato solo per il piacere e gli anticoncezionali sono vietati. Il sesso, appena tollerato nel matrimonio (“remedium concupiscientiae”) deve servire per avere figli, che sono un “bonum matrimonii”. Se ci si sposa col patto di non averne, il matrimonio canonico è nullo.
Ma tutto ciò aveva un senso quando la specie era in pericolo. E oggi non lo è più. Anzi c’è un numero tale di esseri umani da far pensare ad un’alluvione di cavallette. L’anticoncezionale dovrebbe passare da peccato a obbligo. E i “diversi” dovrebbero essere benemeriti perché non contribuiscono all’affollamento della Terra.
La cosa triste, riguardo a questo fenomeno, è che gli uomini, invece di avere un punto di vista disteso e tranquillo, si sentono in dovere di esagerare. Il Gay Pride è una manifestazione delirante e altrettanto delirante è l’omofobia. Basterebbe dire che ognuno deve pensare agli affari suoi e non obbligare nessuno a fare o non fare qualcosa, in questo campo.
giannipardo1@gmail.com

L’OMOSESSUALITA’ NON MI RIGUARDAultima modifica: 2022-07-01T07:17:00+02:00da
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